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Lui, da giorni, continua a trascinare il suo lardo ormai spesso e strabordante, ma si muove poco oramai, un po' perché è sempre stato pigro di natura, un po' proprio perché questa conformazione gli impedisce la mobilità pimpante di quando, lattonzolo, scorrazzava qua e là per la fattoria. Però è inutile che si illuda, i giorni vanno a scadenza e quando verrà l'ora, verrà preso comunque, anche se per tutti in fondo nella fattoria, sarà un dispiacere, perché anche se è diventato un abnorme ammasso di grasso informe che abbada solo più a rimpinzarsi del pastone di cui gli viene continuamente rifornita la greppia, in fondo tutti gli vogliono bene, col tempo gli si sono affezionati e dopo, almeno per qualche giorno se lo ricorderanno con un po' di nostalgia. Così, mentre si guarderà intorno con occhi smarriti, verrà preso e preparato alla bisogna, mondato dei crini inutili che rovinerebbero l'asetticità della macellazione, lavato e disinfettato come l'ufficio di igiene comanda e quindi condotto con le blandizie solite del norcino che nasconderà i coltelli dietro la schiena, verso quel tavolaccio di lucido acciaio, che ormai tutto si fa in asettico inox per evitare gli strali dei NAS, dove con paroline mendaci si cercherà di edulcorare la pillola, sotto una luce bianca e forte, anodina.
Tranquillo che non è nulla, non ti faremo del male. Così il grasso suino, cederà ai suoi carnefini e si avvierà con la testa bassa, che comunque scemo non è ed ha capito tutto, fino al luogo designato. Si lascerà impastoiare e legare, circondato dai macellai che con affilati coltellacci gli fararnno la festa. Cercheranno di confonderlo fino all'ultimo, perché non si agiti troppo e i tagli previsti non vengano rovinati dalla fretta, mandando in malora pancette e mortadelle, costine e sanguinacci, per non parlar delle frattaglie che come si sa, non si butta via niente, e poi avanti un bel taglio deciso e il bestione sarà sgozzato tra un gorgogliar di sangue e di trippe, tra le grida di giubilo degli astanti che aspettano i primi ciccioli. Con la sua grande esperienza il norcino, dopo che gli avrà squarciato la gola, spaccato ossa e divaricato il tutto, gli ficcherà le mani dentro per strappar via quanta più roba può togliere, prima di pensar ai prosciutti, polpa fresca e sanguinolenta, ebbro di furia devastatrice, distribuendo roba a tutti quelli che intorno lo aiutano festosi a compiere il sabba in tutte le sue parti. Poi tutti a dire come è buono e la festa continua, mentre pulisce e ritira le sue lame e toglie il grembiulone imbrattato di sangue, si lava le mani e passa come Giuda a prendere la sua mercede. E va già bene che non si tratta di una macellazione halal! E comunque, passato il Natale i salami dureranno certo per qualche mese, ma intanto si dovrà pensare ad ingrassarne un altro per il Natale prossimo.
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