Cinguetti - Mauritania -febbraio 2025 |
Rientriamo che è quasi l'ora di cena. C'è tempo per dare un'occhiatina all'albergo, che deve essere abbastanza recente e anche se piuttosto basico come d'altra parte tutte le sistemazioni africane, è decisamente carino, con tanti ambienti sparsi attorno a piccoli giardini curati, compatibilmente al clima del deserto. In pratica sembra di abitare in una delle case della città nuova. In una larga strada davanti all'ingresso passa di tanto in tanto qualche auto, sollevando sabbia e polvere. Il wadi che ci divide dalla città vecchia, ci avvolge più in basso come un fiume sabbioso che scorre verso il deserto che ci circonda. Questa sera nella grande sala comune c'è pollo, una variante dello stufato con patate che abbiamo per la prima volta, gradita novità, ma come direbbe il poeta, il gusto non divaria. C'è anche qualche turista, un paio di orientali e dei francesi, meno di dieci in tutto e consideriamo che questo è uno dei punti più attrattivi del paese. L'albergo è completamente silenzioso, gli addetti scivolano via come ombre nella notte senza alcun rumore. Quasi quasi sarebbe il caso di andare a dormire e levarsi il problema. Ma dopo un po' arriva Ahmed annunciando che proprio qui dietro, questa sera ci sarà un matrimonio. Ghiotta occasione in cui ci imbucheremo di certo appena finita la cena, come siamo consueti di fare in ogni parte del mondo in cui ci capiti l'opportunità.
In realtà qui sembra che tutto cominci più tardi e poi non è chiaro quale giorno sia del matrimonio, in quanto da queste parti, come già ho detto, la festa si svolge in più giorni. Comunque verso le dieci saltiamo in macchina e ci muoviamo, in realtà solamente di pochi isolati, perché il tutto si svolgerà, proprio in un specie di spazio aperto, forse un campo sportivo, proprio dietro di noi. Sembra che questa sia la parte di cerimonia per così dire pubblica, in quanto o la coppia è formata da persone particolarmente importanti oppure comunque è invitato tutto il paese. Ci fermiamo ad aspettare, visto che sembra che siamo ancora in anticipo, nella grande piazza antistante, dove arrivano continuamente auto che scaricano gruppi di persone anche piuttosto numerosi, visto che qui i mezzi di trasporto sono in massima parte Toyota pickup, con cassone gremito di gente. Altri a gruppetti arrivano a piedi. La maggior parte sono piuttosto giovani anche alquanto rumorosi, insomma gente che ha una gran voglia di fare festa. Poi ci sono anziani che arrivano camminando lentamente e donne che sembrano proprio in attesa di godersi la serata. Alla fine, verso le undici, scendiamo anche noi. Lo stadio, lo chiamerei così, in quanto è un largo spazio rettangolare, più o meno delle dimensioni di un campo da calcio, è già pieno per metà, i più ammassati verso un lato dove sono stati eretti una specie di basso palchetto ed una grande tenda bianca con dei sedili.
Qui dovrebbero prendere posto gli sposi e le loro famiglie, che comunque non sono ancora arrivati. Sul palco invece ci saranno il griot con la sua compagnia mentre al centro rimane un largo spazio per ballare. Ai fianchi tutta una specie di bassa gradinata dove si può prendere tranquillamente posti. Tutto il terreno è completamente coperto di stuoie colorate che nascondono la sabbia che senti sotto i piedi camminando come anche lo sfondo sotto la tenda, che è ricoperto dalle più belle, coloratissime che fanno da cornice. Noi ci sediamo sui gradini più bassi proprio di fronte al palco con un'ottima visuale. In realtà, anche se siamo gli unici bianchi, nessuno sembra far caso a noi, quasi fossimo trasparenti. In generale le ragazze ed i gruppi di donne prendono posto più al centro e si siedono a terra, i giovani più ansiosi di far chiasso, schiamazzano intorno e sugli spalti cercando di farsi vedere da quelle posizionate più esternamente anche se loro fanno finta di niente. Qualcuna di tanto in tanto, coperta dalle compagne si gira e lancia occhiate di fuoco ma sono solamente attimi fugaci. In generale le ragazze e le donne sono piuttosto agghindate e truccate, le unghie laccatissime e curate, i vestiti coloratissimi, con un lembo dei quali nella maggior parte dei casi, coprono il capo. Il rossetto e il lucidalabbra sono usati con generosità e il ritocco è continuo, dopo le danze. Molte portano una borsetta alla occidentale, alcune rosa acceso.
I ragazzi hanno jeans e magliette di tutti i giorni mentre molti degli uomini sono avvolti dalle ampie Draa (o Gandourah, chiamate anche con altri nomi come jallabah) bianche o nelle varie sfumature di azzurro fino al blu scuro, ricoperte di grandi ricami dorati come si addice ai vestiti della festa, che si gonfiano al vento provocando effetti coreografici molto belli da osservare. E' chiaro che tutti aspettano che la festa cominci, Infatti dopo poco arriva il griot e il suo gruppo di percussionisti con un paio di altri strumenti e la musica prende il via. I canti religiosi danno l'avvio, poi seguono subito le canzono a tema amoroso, alcune lente e delicate, altre molto ritmate e veloci. La gente, in particolare le ragazze non si fanno certo pregare e si alzano subito a ballare, anche se nei vari gruppetti, i sessi rimangono rigorosamente divisi. Alcune, bisogna davvero rimarcarlo, sono molto belle e slanciate e non si fanno certo pregare a scatenarsi nel ballo con movenze sinuose e diciamo anche provocanti. Tutti comunque cantano a squarciagola e si danno da fare con lodevole ardore. Il griot si esibisce da solista a cui il coro dei presenti si aggiunge per rafforzarne il suono, che è comunque assistito da un adeguato impianto di altoparlanti, i cui watt vanno nell'ordine delle migliaia. Lo svolgimento della festa non è ben chiaro, e non ha momenti fissati particolari, probabilmente alcune esibizioni avvengono a richiesta degli amici o dei parenti degli sposi, che poi salgono anche sul palco a scatenarsi nelle danze e alla fine offrono soldi al griot, infilandoglieli nelle tasche, gli uomini, mentre le donne lanciano direttamente le banconote a lui ed ai suonatori, che le raccolgono rapidamente facendole sparire nelle ampie vesti.
Quando si avverte un movimento più intenso si capisce che probabilmente stanno arrivando gli sposi o forse solo la sposa accompagnata dalle amiche, che raggiunge il promesso sotto la tenda, ma la confusione è molta e se devo dirvi la verità, non sono neppure riuscito ad indentificare bene gli attori principali nel mucchio e nella confusione che li accompagnava. Sta di fatto che le danze e la musica riprende sempre più intensamente. Quasi tutte le donne al centro dello spazio e sul palco ballano furiosamente. Molte ragazze, le più giovani, continuano a guardarsi intorno lanciando occhiate fatali. Come sempre credo che i matrimoni siano una delle occasioni classiche per i ragazzi per conoscersi, almeno da lontano, buttare un occhio, farsi un'idea e soprattutto farsi notare da coloro ai quali si è interessati. Verso l'una, il movimento non accenna a diminuire, anche se da fuori non arrivano più altri ospiti. Qui intorno valuto che ci siano un paio di migliaia di persone, più o meno tutti gli abitanti della città. Io mi sono aggirato un po' dappertutto cercando di scattare un po' di immagini decenti, ma la notte non è amica dei fotografi, ahimè, anche se probabilmente e incidentalmente sono rimasto impresso in molti selfies. Direi che è quasi ora di andare a dormire. Anche questa intensa giornata è conclusa e a distanza di qualche isolato, nella nostra camera, già non si sente alcun eco della festa. Il silenzio del deserto ci circonda di nuovo, quasi che l'avvenimento fosse circondato da una speciale aura isolante che lo limitava ai partecipanti. Su di noi solo il nero stellato e senza luna, solitario e un po' cupo, come fosse foriero di una qualche disgrazia incombente.
SURVIVAL KIT
- O Chinguitti, dalla pronuncia stretta e sfuggente, è una delle città più famose del Sahara. Fondata nel 777, al centro dell'erg Ouarane, il più grande deserto sabbioso africano, fu punto di incontro delle carovane che traversavano il deserto o addirittura punto di partenza per il percorso da ovest verso est che lo traversava completamente fino al Sudan ed alle rive del mar Rosso per effettuare l'Haji, il viaggio sacro alla Mecca dovere di ogni buon musulmano almeno una volta nella vita, per un viaggio che durava più di un anno tra andare e tornare. Per questo la città è considerata la settima città sacra dell'Islam ed ha avuto il suo momento d'oro tra l'XI e il XV secolo, dopo il quale cominciò una inarrestabile decadenza dovuta al cambio degli itinerari delle carovane che prima la rendevano crocevia di traffici consistenti (sale, oro, cammelli, schiavi, datteri, orzo e molto altro). Assieme alle ricchezza viaggiava la cultura e gli studenti che qui trovavano la prima cosiddetta università del mondo, fin dal decimo secolo, dove si accumulava conoscenza e insegnati dalla filosofia ad ogni tipo di scienza allora conosciuta, astronomia, matematica, geometria, scienze, con la formazione delle famose biblioteche che sembra fossero 24 delle quali ancora 16 attive, con migliaia di manoscritti risalenti al X secolo e a quelli successivi, la maggior parte dei quali riccamente miniati.
Tra questi, due dei più antichi Corani conosciuti. La città è stata ricostruita altre due volte, l'ultima nel 1914, la prima definitivamente scomparsa tra le sabbie dopo il X secolo, la seconda in via di esserlo, cosa che la rende particolarmente affascinante. L'oasi si ritrae sempre di più e il wadi che divide i due abitati è solamente una traccia di sabbia. Da vedere: La città vecchia coi suoi vicoli, le antiche porte, qualcuna delle biblioteche, consiglierei di vederne almeno un paio, tra le più famose come la Habbot che vanta oltre 1500 manoscritti, con l'annesso museo e la fondazione Ahmed Mahmoud che ne possiede quasi altrettanti. Inoltre un paio di musei folk, con una ricca serie di oggetti tradizionali, agricoli e di vita comune che raccontano molto bene il passato recente delle tribù di questa zona. In generale le spiegazioni disponibili sono poche, chi custodisce, mostra solamente gli oggetti e i libri, Fate comunque domande, perché in realtà queste persone non aspettano altro e sono ben felici se qualcuno mostra curiosità un po' più approfondite attorno a ciò che viene mostrato. Poi c'è l'antica moschea col suo tradizionale minareto, di cui si possono notare i merli sulla cima dello stesso, con la curiosità del fatto che in cima, sono murate quattro uova di struzzo, ma nella quale comunque non è consentito l'accesso ai non musulmani.
Potrete vedere invece l'interno di qualche casa abbandonata e dall'altro delle terrazze avere una visone generale della città vecchia. Girate per i vicoli della città assolutamente affascinanti specie nella periferia già ormai invasa dalle dune più vicine al paese. Un appuntamento classico è quello sulla duna più alta, circa un centinaio di metri ad est della città da cui vedere il tramonto. Tutti i visitatori, difficilmente più di una decina si radunano qui verso le sei. Intorno alla città ci sono altre piccole oasi, come quella di Entkemkemt, ancora abitate da qualche gruppo di anziani e di pastori presso i quali fermarsi a prendere un tè o a chiacchierare e visitare gli orti ed i palmenti. Ci sono anche le tracce del primo antico insediamento con pochi muri sbocconcellati avvolti dalle sabbie ed una moschea ancora mantenuta in essere. Possibilità, poi per tornare in città, di fare una passeggiata di un paio d'ore in dromedario, tanto per provare il brivido, per chi ci tiene o non lo ha mai provato, della carovana che si inoltra tra le dune del deserto. Io eviterei, anche se così darete un po' di lavoro a qualche ragazzo che vive lì. Eventuale possibilità di dormire in accampamento tendato nelle vicinanze della città, che la notte nel deserto è sempre una esperienza da provare.
Hotel Eden chez Mahmoud - Route d'Atar - Chinguetti - Tipico hotel sahariano, costruito in materiali locali, dispone di 8 camere, molto basiche in stile mauritano, con AC, letti comodi e bagni con acqua calda. Al centro della città nuova da qui potrete vistare agevolmente tutte le cose interessanti di Chinguetti. Colazione e pranzi vengono forniti nell'hotel. Personale molto gentile. Wifi spesso assente, ma il personale mette a disposizione il proprio telefono come hotspot.
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