lunedì 18 ottobre 2010

Granturco nella nebbia.

I campi sono quasi invisibili. La nebbia bassa, che sembra uscire dalla terra scura arata di fresco, si alza a poco a poco, la vedi espandersi mentre si dispone a coprire alla vista le distese di granturco che ondeggiano come fantasime maligne sui bordi della strada. E' l'autunno di questa terra umida e grigia che si distende pervasivo lungo i fossi mal tenuti e pieni di erbacce, pronti a riempirsi d'acqua sudicia appena pioverà per poche ore. Quel freddo umido che ti fa scricchiolare le ossa e le giunture per ricordarti, se per caso sei uscito di buon umore, che prevale il lato grigio della vita. I campi di mais sono secchi ormai, qualcuno ha già cominciato la trebbiatura, ma non è un secco sano, croccante. L'umidità ha pervaso le foglie avvizzite e le barbe ormai nere, insinuandosi nelle pannocchie gonfie a cercare i tarli della piralide per creare un ambiente ideale a sviluppare muffe che riempiranno la granella e le farine di aflatossine e fumosine cancerogene, che un buon OGM Bt aiuterebbe di molto a limitare, ma tant'è, è inutile combattere contro i mulini a vento dell'ignoranza interessata e talebana. Peggio per chi se le mangerà. Tanti anni fa questo era il momento in cui, noi esperti di sementi, si andava ad aggiornarsi nei campi sperimentali dove, tra i nuovi ibridi , potevi individuare quale strada stava prendendo il miglioramento genetico.

Ci aggiravamo, sempre nella nebbia bassa (che destino questo del mais di finire la sua vita nella lattiginosità inquietante di questo umidore padano) tra le parcelle, valutando le dimensioni delle spighe gonfie ed erette, come orgogliosi misirizzi, nella loro mostruosa produttività, o apprezzando piuttosto l'assenza di marciumi, segno di maggiore resistenza della nuova cultivar. Farsi largo tra culmi che crocchiano al tuo passaggio, cercare di evitare le fastidiose carezze maligne dei bordi fogliari taglienti, resistere al prurito causato dal polverino rinsecchito che aleggia tra le file. Ma la curiosità di valutare, di far paragoni, di scegliere quello che ti pareva un miglioramento davvero utile, era comunque stimolante e pieno di interesse. Ora tutto questo è morto, nessuno fa più ricerca in Italia, non interessa investire in tecnologia, non è considerato importante pensare al domani. Sembra un costo. Incredibile, così tutte le linee, i frutti di decenni di studi, se le sono comprate gli altri che adesso ce ne rivendono i frutti. Per tutto il comparto sementiero, siamo ormai completamente dipendenti dall'estero. D'altra parte i soldi servono per altro. I 42 miliardi di euro per i nuovi cacciabombardieri, quelli ci sono.


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10 commenti:

Angelo azzurro ha detto...

Enrico, tanta amarezza è pienamente giustificata. Sembriamo catturati dalla forza di un buco nero che inghotte tutto e non distingue fra buono e cattivo. Difficile trovare un pò d'ottimismo

Ambra ha detto...

Si, sono d'accordo anch'io Enrico. Si vive solo nel presente, nell'immediato, le tradizioni e le esperienze sono state gettate al vento, tranne rarissimi casi isolati. Si sfrutta tutto quello che si può sfruttare come se si potesse rinnovare in eterno. La logica che tiene è quella della supremazia, nel senso di sopraffare gli altri sia in politica che in economia.

il monticiano ha detto...

Vuoi far mancare i guadagni a chi li fabbrica i bombardieri? Chi comanda da noi incrementa i consumi.
Sul granturco, data la mia totale inesperienza, posso solo dire che, per fortuna (?), non mi piace.

Il rospo dalla bocca larga ha detto...

Beh si, quei soldi lì ci sono, anzi devono aumentare, perchè servono più bombe! Le semenze le lasciano agli altri... Per loro sono scemenze.

Enrico Bo ha detto...

Ragazzi, vedo che siamo tutti sempre d'accordo, ma allora come mai vince sempre lo stesso?

Anonimo ha detto...

Caro Enrico, come ben sai la ricerca sul mais in Italia è fatta dal centro di maiscoltura di Bergamo(ricerca pubblica) e da una società privata che tu ben conosci. Ora dalla ricerca pubblica negli ultimi quaran'anni non è mai stata creata una nuova varietà di una benché minima rilevanza commerciale. La ricerca privata si è interrotta non certo a causa dei 42 miliardi per i nuovi caccia bombardieri. A proposito di mulini a vento e di ignoranza talebana mi sembra che certe volte anche tu ce la metti tutta per fare la tua parte. Con immutata stima e simpatia GLM.

Sandra M. ha detto...

Che tristezza. Tutto alle ortiche..per così dire.
Come mai, dici, siam tutti d'aacordo e....?
Si vede che non sono poi tanti quelli non anestetizzati.
Triste andare a dormire con questi pensieri.

ParkaDude ha detto...

Fase calante per l'Europa, per l'Italia in particolare. Piu' ci penso e piu' (in maniera molto zen) vedo le ondate della storia, le maree, i flussi e riflussi. Ci toccano degli anni (probabilmente decenni, o piu') di sfiga. Siamo ancora nella fase decadente, ci vorra' ancora un bel pezzo per la dipserazione.

Enrico Bo ha detto...

@Sandra - Mah, la speranza è sempre l'ultim a morire,(oggi son più di buon umore ;-)

@Parka- In effetti ci sono tutti i classici segnali di fine impero. Tu che stai dall'altra parte del mondo, forse li avverti solo lontani, ma la storia ha sempre fatto il suo corso.

@GLM - Per fortuna ogni tanto una voce discordante. Grazie Gian. Come penso avrai capito, io mi riferivo in particolare allo scempio che è stato fatto alla ricerca sementiera in Italia dopo il sacco della Federconsorzi, che comunque la si voglia vedere effettuava una notevole attività di ricerca in questo campo e che se pur teoricamente privata era negli effetti semi-pubblica. Questa ricerca ha prodotto (come tu ben ricordi) una serie di varietà di grande successo e non solo nel mais, ma anche nel frumento, riso ecc, che è arrivata a coprire oltre il 50% della superficie coltivata in Italia, anche se per essere corretti bisogna ricordare che la ricerca dello stato ha realizzato il Creso, il grano duro capostipite di quasi la totalità delle varietà coltivate in Italia. Il settore sementiero e la sua relativa ricerca di miglioramento è stata praticamente abbandonata in Italia lasciandoci quasi completamente alla mercé dell'estero. Questo è un discorso generale che viene da lontano e che, allo stesso modo ha portato alla completa assenza dell'Italia da tanti settori in cui aveva una forte preminenza qualche decennio fa, come la chimica (l'abbiamo inventato in Italia il Polipropilene, con relativo Nobel), l'elettronica (Olivetti ha fatto uno dei primi Personal, quando IBM aveva deciso che era un oggetto privo di interesse),l'ottica e molti altri campi. Su questo discorso generale in cui le colpe sono da ricercare nella politica miope degli ultimi trenta anni (e forse non ho precisato bene il mio pensiero) si innestano oggi scelte, che continuano e sempre più pesantemente in questa china, senza una minima intenzione di cambio di direzione, anzi compiacendosi di essere sulla strada giusta. Quindi la scelta di spendere 42 miliardi di euro in aerei militari (pari a due belle finanziarie) , quando contemporaneamente, si tagliano con durezza tutti i settori, cultura, ricerca, scuola, università, aiuti alle imprese, servizi di ogni tipo e in presenza di un debito pubblico verso il quale andrebbero poste tutte le attenzioni, mi sembra molto , ma molto criticabile, almeno difficile da difendere. Quanto alla difficoltà di andare contro i mulini a vento e all'ignoranza talebana, erano riferite al discorso OGM vs Bio, su cui so di averti completamente al mio fianco. Secondo me non hai letto con attenzione.

Enrico Bo ha detto...
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