lunedì 8 luglio 2013

Jiē fēng xǐ chén.

La differenze di abitudini e di sensibilità, contribuiscono all'incomprensione tra le genti. Cose che a noi appaiono come chiare ed evidenti, sembrano invece assolutamente inaccettabili o rozze ad altri. Se andiamo poi ad esaminare il campo delle convenzioni sociali ed i modi di comportamento, si aprono abissi sconfinati. Chi non osserva con orrore le rumorosità corporali provocate ed emesse durante i pasti e non solo, dai sudditi del celeste impero, trovandole incredibilmente inappropriate e dandosi di gomito al loro inatteso scoppiettare? Ebbene, allo stesso modo da parte loro è vista con meraviglia incredula la nostra rozzezza linguistica per quanto riguarda i rapporti sociali, il non profondersi in continui dinieghi di fronte ad inviti, il non esaltare il valore e le qualità di chi sta di fronte minimizzando con umiltà le proprie qualità. Un punto in cui la ruvidezza dell'occidente non riesce neppure ad essere compresa è poi costituita delle asperità volgari del nostro linguaggio, con l'uso di termini e allusioni che vengono considerate talmente volgari ed inaccettabili che anche le persone che della volgarità e dell'indecenza fanno mestiere, dovrebbero considerare impronunciabili, neppure nelle loro versioni più castigate o nei rimandi meno allusivi. Allo stesso tempo le espressioni di cortesia devono essere il più possibile ricercate ed esclusive, per poter dimostrare la nostra approvazione per chi ci sta di fronte. Le formule con cui ci si rivolge ad un ospite, sono quindi il punto più alto di questa ricerca di raffinatezza. Poiché nella lingua cinese tutto questo si mescola sempre alla ricerca di profumazioni poetiche in ogni espressione, oggi, voglio riportarvi un modo di dire che illustra molto bene quanto vi ho detto fin ora. 

Una delle costruzioni più comuni della lingua cinese è costituita dalle "frasi di 4 caratteri", i famosi Cheng yu  - 成语- (Frase che completa), espressioni proverbiali o poetiche per esprimere i concetti più vari con similitudini o raffigurazioni astratte; a questo si fa riferimento quando si parla dei famosi "proverbi cinesi".. Sono talmente tante che esiste addirittura uno specifico vocabolario e rappresentano uno degli scogli mnemonici più importanti di questa lingua. Eccone una davvero curiosa: 接风洗尘 -  jiē fēng xǐ chén - Significa, se traduciamo singolarmente ogni singolo ideogramma: Raccogliere il vento per lavar via la polvere. (Delizioso l'ultimo carattere che pone i due ideogrammi semplici Piccolo e Terra uno sopra l'altro per significare Polvere, appunto piccoli granelli di terra). Ma cosa vuol dire in realtà? Offrire cibo ad un ospite che viene da lontano. La persona che viene a farci visita e che ha viaggiato per molti giorni per arrivare fino a noi di certo sarà stanca, affamata e coperta dalla polvere del viaggio. E' nostro dovere e piacere allo stesso tempo dunque fare l'impossibile, come, esagerando, raccogliere addirittura il vento, che ripulendolo dello sporco e della fatica accumulata per arrivare fino a noi, lo metterà a sua agio per poter sedere al nostro umilissimo ed inadeguato desco. Se utilizzerete questa espressione con un vostro ospite cinese, lo lascerete sicuramente con tanto d'occhi e pieno di gratitudine per l'impegno che avrete posto nell'apprendere i segreti della sua lingua al fine di metterlo meglio a suo agio, alla faccia della modestia. Così durante la cena potrete lasciarvi poi andare senza problemi a risucchi rumorosi, rutti e sputazzi per non parlar d'altro, al fine di meglio entrare nella parte senza sentirvi in imbarazzo quando lo farà il vostro ospite.

P.S. In riferimento a codesti rumori molesti e a nostro avviso assolutamente indecenti, vi ricordo tuttavia che se, in Cina, è assolutamente non criticabile il produrli, è invece poco signorile parlarne. Così nessuno si sognerebbe di pronunciare la parola pur etimologicamente precisa  发屁 - fā pì - Emettere gas intestinali. (E neppure il derivato 屁股 - pì gǔ - parte della coscia che emette gas intestinali, in pratica Culo, volgarissimo). Pensate che il dizionario dei sinonimi ne elenca 37 varianti tra cui alcune davvero deliziose come 小水 - xiao shue - Piccola acqua (credo che ne specifichi una particolare variante, la cosiddetta "vestita") oppure 出恭 - chū gong  (far uscire con rispetto) - altrettanto poetica e deferente, direi che si identifica con la micidiale silente, da salotto buono. Bella anche 遗矢 - yi shi - perdere il dardo (se scappa inavvertitamente). Se no si può usare un più asettico 更衣 - geng yi -Andare a cambiarsi d'abito che vorrebbe già dire Andare in bagno un equivalente del nostro Vado ad incipriarmi il naso. Più poetico ma troppo chiaro: 放屁 - Fang pi -Far fiorire (lasciare andare) il gas. Tecnico invece 内急 - Nei ji - Aver premura dentro (se si vuol mettere l'accento sull'impellenza e dove il carattere del sentimento di urgenza è sottolineato dal segno di Cuore posto sotto il secondo ideogramma). Abbiamo invece 拆污 - Chai wu - Sporcizia che si fa strada lacerando, per i casi più dirompenti. Un po' infida invece: 解手 - Jie shou - Liberare con abilità. Direi che l'argomento è stato sviscerato fin troppo, per cui vi grazio delle altre varianti.


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5 commenti:

Martino ha detto...

Se un ruttino è manifestazione adatta a mostrare di aver gradito il pranzo, è immediato immaginare come si possa dimostrare di averlo anche digerito.

FEROX ha detto...

Ma chi ti ha dato questa vera illuminazione di saggezza noncheà arguzia orientale?

FEROX

FEROX ha detto...

Ottimo ed esauriente il post-scriptum. Mi ha fatto venire fame, vado a mangiare...

FEROX FEROCISSIMUS

Adriano Maini ha detto...

Quanti cerimoniali nella storia della Cina!

Enrico Bo ha detto...

@Marti - tutto è conseguente come il tao ciò che ha inizio ha anche fine , da una parte entra dall'altra esce, è la filosofia dell'universo.

@ferox - Ma chi se non tu oh maestro!

@Adri - Cerimonie assolutamente rumorose e scoppiettanti, d'altronde chi ha inventato i fuochi artificiali...?

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!