mercoledì 31 luglio 2013

Recensione : V. Pozner - Il barone sanguinario.

Per chi è appassionato di romanzi storici, ecco qua un volume assolutamente interessante. L'autore, intanto, Vladimir Pozner, un francese figlio di russi antizaristi in fuga a Parigi dal 1905, è quasi un fondatore di un nuovo genere letterario, oggi diremmo un doculibro fatto su informazioni raccolte, documentazioni scovata negli archivi, interviste e ritagli di giornale, messa insieme con fatica per costituire lo schema di un romanzo storico, di cui si racconta anche le difficoltà di costruzione, in una sorta a di metaromanzo attraverso la quale se ne segue anche la genesi, con tutti suoi vicoli cechi costituiti da personaggi improbabili che millantano parentele e conoscenze dei fatti. Comunque vi troverete tra le mani una biografia di un personaggio misterioso, il barone Von Ungern-Sternberg, sanguinario e pazzo, protagonista di un periodo storico pochissimo conosciuto, la guerra dei russi bianchi contro i bolscevichi attorno al 1920, col tentativo folle di costituire un impero siberiano-mongolico. 

La storia (titolo originale Le mors aux dents), scritta nel 1937, quindi molto vicino ai fatti descritti (l'autore era in Russia durante la rivoluzione di ottobre, fino al 1921 e la descrisse in 1001 jours), parte tra le mille difficoltà di reperimento delle fonti, poi prende la mano e via via vi farete trascinare in questa lotta grondante sangue, impiccagioni, frustate e sogni impossibili, attraverso il territorio della Mongolia, tra cinesi del Manchukuo, giapponesi in attesa di sfondare in Asia e l'esercito russo bolscevico ormai impadronitosi completamente del potere. Il barone, condottiero sanguinario e al tempo stesso carismatico ed affascinate, in preda al delirio di onnipotenza e a visioni religiose buddhiste e tibetane, scivola a poco a poco verso l'inevitabile sconfitta, tra follia e delirio di onnipotenza fino alla condanna alla fucilazione di un tribunale del popolo, anche se, per la verità, la sua fine è controversa e secondo alcuni storici, morì invece di morte naturale, mentre secondo altri fu visto negli anni '50 sorbire tranquillo un caffè al Mozart di Vienna. Sia come sia, al castello Ungern sono stati recentemente segnalati fenomeni di "infestazione psichica", quindi ce n'è per tutte le versioni. Per gli appassionati di storia, un libro da non perdere.



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