venerdì 31 gennaio 2014

Neve candida

La neve attenua tutto. Cala e copre. Attutisce i rumori, le voci, le scemenze. Quasi come se ci fosse una pausa, dei puntini di sospensione, un attimo di tregua nel bailamme dei muggiti inconsulti del popolo bue,  nell'urlare caciaroso della folla che capisce tutto e che dunque vuol dire la sua sui buchi neri dei politici, sull'innesto delle staminali nella sovranità alimentare, sui bilanci delle bilance e delle banche, sulla legge e su chi scrive senza leggere; poi tira le conclusioni e dà giudizi sulla fattibilità delle grandi opere, incluse quelle liriche e tante altre cose. Pessimi allievi assieme a cattivi maestri. Poi non basta più e quindi, per distruggere ogni cosa e far trionfare finalmente l'ignoranza, devi diventare eversivo e passare dalle parole pesanti ai fatti, lamentandosi certo anche se ti danno uno spintone, tutto fa brodo. Però per non sentirli più, questi fastidiosi rumori, devi spegnere l'elettrodomestico e anche tutto il resto da cui ormai siamo circondati, iphone, ipod, ipad, iminch e uscire in strada dove senti solo il rumore delle tue scarpe che fanno crunk, crunk nello strato spesso ed ovattato. 

Escono in pochi per fortuna, così non incontri neanche nessuno, meglio, nessuno che conosci, se no magari ti vuole spiegare che regalano i miliardi alle banche invece di aumentargli lo stipendio. Glielo hanno raccontato così e lui che non sa neanche che cosa sia un bilancio, forse crede che sia il maschio della basacüla come si dice da noi, ma chi glielo ha inculcato nel testone vuoto, che lo sa benissimo, invece è colpevole e sarà dannato, solo che approfitta dell'ignoranza per spargere veleno per i suoi fini. Quanto rumore e strepito senza senso. Invece così cammini quasi nel silenzio, meglio se la prendi larga e passi dai giardini della stazione, lì gli spazi sono più aperti, gli alberi carichi, accidenti se pesa la neve bagnata, quei rami sembrano quasi spezzarsi, come la pazienza di chi continua a sopportare che tanti incompetenti idioti e cattivi, sgomitino per entrare dove c'è il potere e poi invece di partecipare, aiutare a migliorare, provochino solo danni. Ma la neve è bianca sopra il prato, intonsa, così pura, meglio rimanere sul vialetto per non toccarla, non sporcarla. Tanto domani sarà tutta fanghiglia sudicia e nera e io ho già le scarpe bagnate, meglio che me ne torni a casa.

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2 commenti:

Unknown ha detto...

Febbre di solitudine che ti cerca anche quando c'è il sole, un suo deserto

Enrico Bo ha detto...

@Tent - meglio lo spazio aperto, certo, di quanto visto, scusa se insisto.

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!