Vietnam - motorini |
Nebbia fitta ad Hanoi la mattina presto. Nebbia che copre tutto come un velo appannato, un trasparente sipario sul viso di una sposa timida che ancora non vuole mostrarsi completamente al futuro marito. Ancora un po' assonnata e insicura, certo non strafottente e certa di sé come la sua sorella del sud, sempre più avanti, sempre più pronta nelle decisioni anche quelle sbagliate. Hanoi coi milioni di motorini, ma forse un po' meno disordinati e aggressivi, anche se a poco a poco si stanno divorando le strade e l'anima dei marciapiedi, in lotta con quelli che vogliono essere ristoranti di strada e sono solo una pignatta che bolle e qualche seggiolino da bambola sparso con tanti ragazzi accoccolati a sorbire un brodino o cacciarsi in bocca una manciata di noodles. Hanoi pura, figlia prediletta di zio Ho, che tutti ancora ammirano, icona dell'asceta politico, forse solo sognato, molto invidiato, orribilmente paragonato ai tanti Nguyen che rubano, che corrompono, che turbano la memoria e il culto. Hanoi che non ha e che vorrebbe avere, Hanoi che sogna sulla sponda del lago della spada restituita, che spera in un futuro migliore. Tutti questi ragazzi lo sperano, studiano, si muovono, cercano soluzioni, litigano forse coi genitori quando discutono con loro di come vorrebbero abbracciarsi perdutamente a quel capitalismo lontano e favoleggiato e che invece si scontra con i ricordi ancora reali delle bombe che cadono, degli anni vissuti nei cunicoli come topi. Hanoi che ancora riposa sotto questo velo di nebbia in attesa di essere svegliata. Nelle stradine qui dietro comincia a cantare un gallo.
2 commenti:
Visto come va il mondo, è meglio che Hanoi continui a riposare.
Spero che la maledizione di zio Ho ti abbia abbandonato.
Un abbraccio.
Cristiana
@Cri - la sinusoide della vita è tutto un alto e basso e tutto, prima o poi passa.
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