venerdì 14 febbraio 2014

Tra i nove draghi

Delta del Mekong a Cam To

Passare da un ramo all'altro dei nove draghi, tanti sono i bracci del Mekong che corrono verso il mare. Immensa strada d'acqua rosa di sangue sparso inutilmente. Calore di tropico, profumi di Asia. Quanta acqua porta il tempo senza riflettere. La vita qui scorre, la voglia di andare avanti scorre, con movimenti aggressivi e senza mezze misure. Il paese cresce assieme al numero degli abitanti e scorre assieme al grande fiume, come nei romanzi di Guareschi, sempre più in fretta, cancellando le memorie. Non c'è tempo per fermarsi a pensare al passato. I nemici di ieri sono i migliori amici di oggi. Comprano, pagano, investono. I vecchi amici invece no, lo sono sempre meno, pretendono e danno poco. Che gran voglia di fermarsi qui sopra un'amaca tra i cocchi. La gente del sud, dicono a Saigon, ha poca voglia di lavorare, suonano e cantano tutto il giorno, tanto ci sono banane, manghi e ananas dappertutto e il riso, quasi quasi vien su da solo. Basta allungare le mani per campare. Questa storia l'ho già sentita tante volte sempre uguale, però quei cappeli a cono in mezzo alle risaie, a chiosa di quelle schiene curve; quei polpacci nel fango a chiudere trappole per pesci gatto; quelle braccia magre che spingono sul remo, tenendo un bimbo al collo perché non cada in acqua, non mi sembrano così spensierati come mi vogliono far credere. Forse la povertà diminuisce ma la vita mi sembra sempre piuttosto dura tra risaie e palmizi.






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