lunedì 17 febbraio 2014
On the beach
Mui Ne è un po' l'archetipo della spiaggia dei mari del sud. Sabbia bianca, mare azzurro, palma da cocco ed un tempo infinito da passare distesi ad aspettare che un nuovo governo salvi l'Italia dagli italiani. Lo so che non dovrei essere turbato da questi pensieri improvvidi, ma che volete, la nascita e la disponibilità di questi mezzi infernali, mi mette al corrente continuamente di ogni evento accada nel mondo. Tuttavia quando lo spengo, il tablet, posso rimanere ad ascoltare il rumore della risacca senza pensieri negativi. Così questa mattina di buon ora ho tentato una pratica mattutina di tai ji sul praticello perfettamente rasato del luogo che mi ospita, ma improvvisamente si è azionato un irrigatore automatico e mi sono bagnato tutto. Ho provveduto allora ad andare a fare il primo bagno, visto che era ormai tardi per qualche foto dell'alba, ma un'onda piuttosto poderosa mi ha schiaffeggiato sulla battigia, è oceano Pacifico, mica son scherzi. Certo sulla carta gli ingredienti del paradiso tropicale ci sono tutti, incluso un comfort da honeymoon, però in questo modo ti perdi tutto il fatto di essere in Vietnam. Anzi diciamo che potresti immaginare di essere in qualunque altra bellissima spiaggia, da Varadero a Khota. Che volete farci è la globalizzazione. Vuoi comodità e benessere anche in capo al mondo? E allora rinuncia all'identità locale. Anzi per la verità qui potrei pensare di essere in Crimea. Ci sono solo russi, centinaia di russi, migliaia di russi. Tutta gente che ha finalmente scoperto un minimo di benessere e vuole godersi al caldo un bel pacchetto vacanza come quando avevano le putjovke di stato, in fondo non importa dove, purché ci sia caldo, sole e mare. Qui la chiamano ruskji gorad, la città russa. Anche le insegne dei negozi e i menu dei ristoranti sono solo in russo, i cartelli reclamizzano la genuina cucina russa e i ristoranti vietnamiti sembrano curiosità esotiche. Tutti i locali sparsi negli esercizi, parlano russo e sembrano immigrati a casa loro. Ho appena finito la colazione, kasha invece del porridge, tanto è la stessa cosa. Adesso mi trascino fino alla prima fila di palme vicino a due enormi controfigure di Irina e Tamara Press con cui ho familiarizzato a fare qualche pettegolezzo sulla vita moscovita, aspettando che passi il venditore di cocco, che qui, curiosamente è vietnamita invece che marocchino
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1 commento:
<bien contents d'avoir visité ce pays il y a 20 ans !
Jac.
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