sabato 10 gennaio 2015

Comunque diversi






C'è un piccolo paese sulla strada per Taungoo di cui non ricordo più il nome, pochi chilometri prima di arrivare alla periferia della città. Alle prime non noti alcuna differenza con i tanti che hai incontrato lungo la via, un gruppo di capanne che a poco a poco si concentrano, diventano case basse in muratura o in assi di legno, mentre la vita si raggruma e il traffico diventa ancora più caotico, tra motorini, biciclette, rickshò a pedali e carrettini spinti a mano. Poi, se ti si fermi ad uno dei tanti "bar ristoranti", fatti di un salone chiuso da tre lati da assi di legno, la cucina costituita da un paio di pentoloni fumanti sul retro e un grande dehors pieno di tavoli e sedie di plastica scompagnate, ti accorgi che i volti di chi ti circondano sono decisamente diversi dai visi paffuti dei birmani e che le ragazze non hanno più le guance e la fronte cosparse di thanaka. I profili si fanno più affilati e le vesti delle donne sono decisamente diverse. Si tratta di una comunità indiana, una delle tante che hanno attraversato il golfo del Bengala nei secoli passati, per trasferirsi qui a cercare migliori condizioni di vita. Migranti insomma, spinti dal bisogno o dalle guerre o semplicemente richiamati dagli occupanti del luogo come bacino di manodopera a più basso costo. Se ti soffermi a cogliere commenti e battute da parte dei birmani, cogli subito quel senso di sottile disprezzo, di senso di superiorità che in ogni parte del mondo esiste verso il diverso, anche nel caso in cui i contrasti reali non siano duri  e violenti, ma tutto sommato non esistono condizioni di concreto attrito, se non quando, di tanto in tanto, non esplodano di colpo e violentemente. 

Al bar
Allora, anche i credi che a noi sono noti per la più grande mitezza e tolleranza, diventano di colpo duri e violenti  e le lotte vengono compiute con la consueta spietatezza che c'è tra nemici giurati e storici, in cui la volontà di prevaricare in qualunque modo supera ogni altro concetto di civile convivenza. Così queste comunità rimangono da sempre circoscritte e separate, potremmo dire identificate e loro stesse per prime non fanno assolutamente nulla per omologarsi, mantenendo i loro tratti caratteristici, anzi se possibile accentuandoli. Se entri nel mercato, nelle vie laterali, tra i banchi, se possibile ancor più poveri e confusionari, vedi sari colorati di poliestere che avvolgono capi di donne magre col segno rosso tra i capelli e la tikka sulla fronte, ornamenti sul naso e alle orecchie, volti di uomini scavati e con le barbe lunghe, bambini che che corrono tra le immondizie. Le altre caratteristiche del mercato, confusione, grida, derrate e masserizie ammonticchiate e bugigattoli suddivisi per genere di commercio, non cambiano di certo, solo la gente appare diversa anche se decisa nella propria identità. Deve essere un tarlo interno della nostra specie. C'è un contrasto insanabile tra desiderio di omologazione verso le civiltà dominanti e mantenimento delle tradizioni ancestrali. La prima ridurrebbe i contrasti senza dubbio ma viene vista sempre come una perdita di valori e ha una connotazione in generale negativa, l'altra è spesso inneggiata e mantenuta in vita con sforzo quando viene meno e la si piange se non vien tenuta in conto, però quando c'è, contribuisce all'isolamento ed al sorgere di contrasti insanabili, impedendo una integrazione che poi, in totale contraddizione, viene auspicata. 

Tema difficile da esaminare, tuttavia punto comune di ogni parte del mondo e foriero della maggior parte dei contrasti. Su tutto, sempre il cappello asfissiante e fatale delle religioni, causa prima e scusa ultima per ogni nefandezza che viene perpetrata da sempre nella storia dell'uomo. Accidenti, vedo che oggi abbiamo preso una strada traversa che potrebbe portare lontano e condurci fuori da nostro cammino. Ritorniamo invece alla nostra via di Taungoo, un'altra delle antiche capitali sulla via del nord. Ma quante capitali ha avuto questa Birmania nei secoli. Ogni re, aveva questo vezzo di spostarla, la capitale, sembra per ragioni scaramantiche e anche il sovrano di questa città non fu da meno, come sembra voler dimostrare nella statua, naturalmente dorata che, nella piazza principale brandisce orgoglioso la spada del potere. D'altra parte gli attuali governanti non sono stati mica da meno. La capitale di oggi, infatti non è mica più Yangon (la ex-Rangoon degli inglesi), ma la sconosciuta e per il momento poco frequentata è Nawpyidaw, fatta sorgere in mezzo alla piana centrale, proprio di fianco alla nuova e semideserta autostrada che corre perfettamente diritta tra Yangon e Mandalay, nel pieno rispetto della tradizione degli antichi regnanti. Taungoo invece è una distesa di case che non mostrano quasi nulla della antica grandezza, sparse attorno alla larga via nazionale che la attraversa. Nuvole di polvere sollevata dai grandi camion che passano, confusione di traffico locale e poi appena cala la notte, la calma obbligata del buio senza luci, rotto solo dall'abbaiare dei cani e dalle fiammelle dei fornelli e delle lampade a petrolio che alimentano ancora qualche scampolo di vita sociale tra le capanne prima che scenda definitivamente la notte, in attesa che i galli, verso le quattro del mattino, comincino a cantare.

Mercato indiano

SURVIVAL KIT

Taungoo è una città di tappa se procedete in macchina o in autobus verso nord dove comunque si trovano sistemazioni accettabili. 

Mother's house Hotel - 501-502 Yangon-Mandalay Highway35 $ -Proprio sulla strada principale, un paio di chilometri prima del centro, è una sistemazione comoda e confortevole. Un recinto con molti bungalow da 4 camere ognuno.Camere enormi con mobili di legno scolpito pesantissimi, AC, free wifi , che prende però solo vicino alla reception o nel ristorante. Grandi spazi interni popolati di galli che vi sveglieranno al mattino. All'ingresso sulla strada il ristorante dell'albergo dove si fa la colazione ricchissima soprattutto di frutta e molti piatti cinesi, in pratica un pasto completo.

Mother's house Restaurant - Come ho detto sopra, all'interno dell'hotel, molto frequentato dai locali, cucina cinese e birmana di buona qualità. Piatti di noodles , pollo al limone (un po' troppo dolce) e soprattutto birra ghiacciata, particolarmente apprezzabile dopo una giornata faticosa. Piatti principali attorno ai 3/4000 K.

La statua del re di Taungoo

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