Una scuola elementare |
Ricevimento doni al matrimonio |
In montagna al mattino fa frescolino, d'altra parte siamo in inverno, quindi non potrebbe essere diversamente e se nella valle più in basso c'è come una coltre di nebbiolina azzurra è una cosa del tutto naturale. Però che bella! Sarà che venendo da una città per sua natura nebbiosa, ci sono affezionato, ma vedere le guglie dei templi che spuntano da questo mare indistinto come le cuspidi degli edifici di una città sepolta dalle acque è sempre un colpo d'occhio che mi affascina. Riprendere il viaggio significa così lasciare sempre qualcosa indietro, un punto di rammarico quasi prevalente sull'eccitazione dell'aspettativa di quanto di sconosciuto andrai a scoprire nelle ore e nei giorni successivi. Sono fatto così, combattuto tra il lasciato e il nuovo ancora da raggiungere, passato e futuro, mai contento solo di godere il presente. Forse è davvero più bello cullare il piacere del ricordo, che colora le parti migliori del vissuto, come faccio con queste righe quasi ogni giorno e contemporaneamente attizzare il fuoco di quanto mi aspetta domani, beh anche il piacere dell'attesa ha il suo perché, invece di assaporare l'attimo fuggente. Che poi è anche questo dispensatore di mirabili emozioni. Il nostro van si ferma perché bolle l'acqua? Certo potrebbe essere un problemino, visto che di strada da percorrere ce n'è ancora tanta. Invece l'oretta persa in officina, diventa l'occasione per stare ad un baraccotto a bere un succo di tamarindo, davanti ad una grande scuola lungo la strada. Nel cortile ci sono centinaia di ragazzini che gridano e giocano, ma l'ora di libera uscita si avvicina.
Gli sposi |
Chi corre dietro a un pallone, chi si rincorre, chi chiacchiera in disparte. I più intraprendenti arrivano vicino al muricciolo esterno e mostrano i quaderni coi compiti appena fatti. Poi scatta l'ora e di colpo la fiumana esce di corsa schiamazzando. Per fortuna una specie di vigile in mezzo alla strada ha bloccato il traffico e in un attimo tutta la via è piena di ragazzini in divisa verde e bianca che si avviano verso casa. Che energia vitale! Questo è il carburante dei paesi del terzo mondo. Si affaccia e chiede spazio, come sempre nella storia, se non gli verrà dato, se lo prenderà. Quanti cani per la strada, tutti gialli a pelo corto con la coda ridotta ad un ricciolo interrogativo che guarda in su. Convivono, non amati, col mondo che li circonda ed evidentemente li sopporta, di fianco alle case, nei locali in attesa prudente di ottenere qualche rifiuto, all'interno dei templi, accoccolati all'ombra sulle piastrelle lucide dei pavimenti. Ce ne sono molti anche qui in fondo alla strada, intorno ad una costruzione provvisoria, fatta di pali issati che circondano una sorta di palco dove c'è un assembramento di persone. Fuori, drappi colorati e scritte. Ci avviciniamo a curiosare e subito veniamo coinvolti. Siamo in pieno svolgimento di un matrimonio di paese. Infatti se guardi con attenzione, sul lungo striscione che sormonta l'ingresso c'è una grande foto della sposa in abito da cerimonia. All'ingresso la nonna dello sposo praticamente ti costringe ad entrare.
Le damigelle d'onore |
C'è una gran confusione, un banco con parenti che raccolgono le offerte in denaro e dentro amici e parenti, in pratica tutto il villaggio che fa festa. In fondo i pentoloni cuociono cibo che arriva in continuazione sulle tavole imbandite. Gli ospiti continuano ad affluire alternandosi nelle tavolate. C'è un gran senso di allegria. Solo nell'angolo d'onore, regna un'atmosfera diversa. Seduti su una sorta di baldacchino, i due sposi, giovanissimi e talmente seri ed immobili da sembrare statue, stanno lì a ricever i complimenti di tutti, circondati di rose rosse e mazzi di fiori gialli. Intorno, fanno loro da accompagnamento due ragazzi e due damigelle, tutti vestiti come gli sposi di una casacca dorata, anche loro accosciati attorno a prendersi gli auguri degli invitati. Il nonno (o il padre che sia, qui l'età è un po' indefinibile) tecnologicamente aggiornato, armeggia con un tablet e riprende con gusto tutta la scena. Gli sposi continuano a rimanere immobili senza muovere un muscolo. Dai ragazzi allegria, va bene che i matrimoni sono combinati, ma è una festa! Le damigelle infatti sembrano più sciolte e cominciano a postare su Facebook le foto della cerimonia. La musica è sparata a palla da grossi altoparlanti. La nonna vuole assolutamente che ci fermiamo a mangiare qualche cosa, tutti ci vogliono fare posto, anche se nessuno parla una parola di inglese. Alla fine riusciamo a sgattaiolare via con grandi saluti, mentre gli sposi rimangono immobili al loro posto come statue di sale. La strada verso la pianura arida, tra bananeti e campi di cipolle, è ancora lunga.
Un matrimonio |
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Transit to Yangon
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