lunedì 12 gennaio 2015

Verso lo stato Shan

Taungoo - La questua dei monaci
 
Raccolta del vino di palma
Di certo quello che più colpisce in Birmania è tutto quanto è legato al sacro ed alla religione, alle costruzioni imponenti e alle manifestazioni di devozione, tuttavia è viaggiando al di fuori delle città, nel paese rurale, che si viene a contatto con un mondo poco appariscente e quasi fermo nel tempo, di cui ci siamo un poco dimenticati e che invece è bello rivisitare. La parte centrale del paese è anche quella più popolosa e benché più arida delle regioni restanti, non mostra mai segni di abbandono. Lasci la città al mattino presto mentre le file di monaci la percorrono per la questua, riparando il capo dal sole già forte coi ventagli d'ordinanza dal bordino in tinta perfetta con la tonaca e sei subito nei campi. Passi attraverso risaie infinite i cui arginelli sono orlati da file infinite di palme da vino alte e sottili, con il loro ciuffetto spargolo in cima. Ogni tanto vedi gruppetti di contadini coi larghi piedi abituati a pestare fango con lunghe e precarie scale che salgono fino in cima come scimmiotti giocolieri, ognuno con tondi vasi di terracotta, per sostituire quelli messi il giorno prima, che vengono ritirati colmi di un liquido schiumoso e poco invitante, che riportano a terra in precarie acrobazie, portandolo poi alle capanne vicine, versandolo in grandi pentoloni neri di fuliggine, dove una fermentazione alla buona lo trasformerà in toddy, l'alcol dei poveri delle campagne. Dove l'acqua dei canali non arriva, ecco campi di cotone e poi di cipolle ed infine di peperoncino, che spicca con le sue capsule rosso fuoco, prima nei campi, poi lungo le strade ad essiccare. 

Lavorazione della cipolla
Bianco ovattato in grandi mucchi leggeri l'uno e in strati infiniti su stuoie di rosso vivo che paiono in fiamme, l'altro. Dove c'è qualche costruzione più strutturata delle semplici capanne, un grossista e decine di donne che selezionano, vagliano con grandi vassoi di bambù per spogliare le cipolline dorate della camicia esterna più leggera, che vola subito via circondando tutto l'ambiente di coriandoli che volano attraverso l'aria Il padrone sta appollaiato all'interno a fare conti, a enumerare i sacchi finiti, a contrattare la spedizione della merce già pronta su camioncini arrivati dai mercati. Un grasso donnone sta appollaiato sopra una montagna di sacchi sul cassone di un camion dalle insegne cinesi. Di qui la merce parte persino per lo Yunnan, nel sud della Cina. Se ti mostri interessato, il padrone molla subito i suoi impegni e ti mostra tutto il meccanismo delle attività, il magazzino, le lavoranti, i mucchi merce e alla fine non riesci ad andartene via senza un sacchettino di peperoncini "speciali" e ti fa un cenno di complicità con la testa, non si capisce se per semplice simpatia o per una impossibile possibilità di affari futuri. Poi la strada lascia la piana e comincia ad inerpicarsi verso le montagne dello stato Shan, quello più noto da noi come il Triangolo d'Oro. Le risaie lasciano spazio alle piantagioni di caucciù e di piante di tek, l'altra grande ricchezza del sudest asiatico. Il cammino è via via più tortuoso e diventa difficile superare le decine di camion carichi fino all'orlo di cavoli, in viaggio verso il confine cinese. 

L'ammasso del peperoncino
 Ma le soste sono frequenti. Questo è un altro particolare curioso nelle strade birmane: per quando il manto stradale sia stretto o smunto residuo pieno di buche di una deposizione di asfalto di tempi remoti di cui nessuno più ha memoria, pure, ogni pochi chilometri una sbarra a mano od una semplice canna di bambù attraverso la strada, ferma la marcia. Da un capanno ai lati, sempre munito di un tavolino circondato da due o tre addetti con grandi registri stazzonati, emerge un ragazzotto che si avvicina con aria stanca alla tua auto e chiede una gabella, indicata per altro su un enorme cartellone su cui sono elencati tutti i possibili mezzi di trasporto di ogni tipo e dimensione, dai carretti ai camion a rimorchio. In pratica è una tassa stradale che viene riscossa da chi si è aggiudicato l'appalto per tenere in funzione la strada in oggetto. Naturalmente questa è una sine cura che di certo sarà affidata a qualche amico del potente di turno, perché raramente vedi qualche gruppo di donne malmesse, il più delle volte appartenenti alle etnie più discriminate, che ai bordi della strada, spaccano pietre con martelli di fortuna, per ridurle di dimensioni idonee a essere gettate nelle enormi buche che si aprono qua e là e poi spennellate e ricoperte del bitume che ribolle in un bidone di petrolio su un fuoco, pescato con mestoloni e poi colato a mano dove meglio abbisogna. 

Commerciante di peperoncini
Un po' come svuotare il mare con un cucchiaio, ma a quanto sembra questo giustifica il prelievo, comprensibile peraltro sulle strade nuove dove sono presenti veri e propri caselli, pieni di ragazzine che annotano diligentemente il pedaggio nei libroni e che appena vedono uno straniero salutano con la manina sorridendo. Comunque, inevitabilmente quando hai pagato la sbarra si alza e te ne vai libero fino alla prossima stazione di pedaggio. Quando, dopo gli ultimi tortuosi tornanti, arrivi agli oltre 1300 metri di Kalaw, l'aria frizzantina di montagna aiuta il movimento e la voglia di andare a fare un giro tra le stradine di questo paesotto popolato dai discendenti dei molti immigrati indonepalesi che gli inglesi avevano portato fin qui per costruire ferrovie. E' sera ormai e il tempietto di Aung Chan Tha brilla dei lampi colorati delle migliaia delle minuscole tessere di vetro di cui è ricoperto. Il sole è ormai sceso dietro le montagne e lo zedi dorato del monastero Thein Thaung è come un faro luminoso nella notte. 
Kalaw - tempio Aung Chan Tha

SURVIVAL KIT

Grossista di cotone 
Kalaw - A circa 200 Km da Taungoo è una stazione di montagna piuttosto fresca anche in estate che può fare da base di partenza per visitare i dintorni e lo stato Shan. Molti alberghi e ristoranti per tutte le borse. E' anche base per una serie di trekking nei dintorni, di cui parleremo nei prossimi giorni. Attenzione ai cani randagi di notte, proprio qui un'amica è stata morsicata inciampandovi casualmente al buio, con tutte le rogne di antirabbica del caso. D'inverno e di notte fa frescolino, può anche arrivare vicino allo zero, prevedere un congruo pile.

Pine Breeze hotel - No.174 , 7Quarter,Thittaw Street, Kalaw,- Classico hotel 3 stelle cinese. 35 $. A 5 minuti dal centro (la città è comunque piccolissima), ma posto in posizione dominante su una collina. Colazione abbondante sul terrazzo da cui si domina una bella vista sulla città, sia alba che tramonto. Camere piccoline ma in linea con lo standard birmano. Free Wifi. Personale come al solito gentilissimo e disponibile per consigli o supporto per organizzare i vari trekking. Ricordatevi sempre la pila, per rientrare alla sera, quando spesso non c'è illuminazione. Non c'è servizio ristorante se non in occasioni particolari.

Everest Nepali Food Centre Aung chan thar streetKalaw - Bene indicato e facile da trovare. Ristorante molto popolare in pieno centro. Sempre affollatissimo, per questo qualcuno lamenta lunghe attese. gestito da nepalesi, si mangia cibo indiano e nepalese. Può capitare di non trovare posto o essere messi al tavolo con altri, buon sistema per scambiare impressioni e informazioni. Buon rapporto qualità prezzo. Buono il dal, minestra di lenticchie classica, non molto piccante, chapatti e nan al formaggio e classici curry indiani oltre ai normali piatti di cucina cinese. Piatti attorno ai 3000K. 

Un pozzo di campagna

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