lunedì 18 aprile 2016

I trivellati



Beh, una certa soddisfazione c'è. Gli italiani a quanto pare hanno capito la bufala che stava dietro a questo referendum inutile e pretestuoso e si sono espressi con una certa chiarezza, come si doveva, non andando a votare, segno che la canea di urla che popolavano il web fino al giorno prima era, a contarla, cosa da poco. I 300 milioni buttati nel cesso sono serviti perlomeno a far chiarezza. Quando ci si appiglia al nulla col solo scopo di dare addosso al governo, come in molti altri casi, la gente capisce e ti bastona. Lo avessero compreso almeno quelli che dovrebbero essere amici e che invece si rodono il fegato perché nel loro partito qualcuno ha cominciato a saper vincere invece di perdere ogni volta e poi star lì ad almanaccare le ragioni della sconfitta. Rimangono ancora i fedelissimi nemici di ogni parte. Le varie ruspe, fratelli, grilli, i no tutto, che si sono messi a braccetto per fare la loro parte indegna di lavorare solo per distruggere, mai per costruire (e speriamo che la gente se lo ricordi anche quando sarà ora di votare per davvero) e che hanno portato a casa quello che si sono guadagnati. essere contro a prescindere alla fine non paga. 

Allo stesso modo sono stati castigati quelli che disperatamente cercano di mantenere quel potere regionale, malefico e dannoso, che non vogliono mollare a nessun costo e che fu loro regalato improvvidamente con l'art. V, per ascoltare le pretese altrettanto nefaste delle ruspe di ieri, dimostrazione che questa è gente che ha sempre fatto solo danno. E dire che le hanno tentate tutte pur di vestire il nulla di importanza. Alcuni politici, certo di bassa statura hanno addirittura cercato di demonizzare indegnamente l'astensione, gli stessi che nel 2003 recitavano testualmente:" ...si chiede agli elettori di bocciare questo referendum con il non voto, cioè non recandosi alle urne per farlo fallire", a Rome li chiamerebbero Er Coerenza, insomma. Stessa linea da certi ambienti ecclesiastici, gli stessi che suggerivano l'astensionismo sulla fecondazione assistita nel 2005. Siamo arrivati al punto che in un ricovero per anziani e disabili, i responsabili hanno praticamente obbligato a votare tutti i degenti, che hanno partecipato al 100% al voto, di primo mattino. 

I poverini hanno votato senza neanche sapere di cosa si trattasse, forse timorosi di non avere la razione di agnolotti burro e salvia del pranzo domenicale, come ai tempi della vituperata DC che faceva votare le suore o i comunisti che andavano a prendere con le carrozzine i disabili e li portava al voto accompagnandoli in cabina per essere sicuri di dove veniva messa la crocetta. Disinformazione forte poi, sul merito del quesito; battage su ogni tipo di media; infine ci si sono messi anche i giudici, certo inferociti e che non perdoneranno mai chi ha loro accorciato le ferie, accendendo qualche miccia bagnata sul caso Tempa Rossa. Senza tutto questo non si sarebbe neppure arrivati al 20% probabilmente. Ma va bene così. Adesso è importante che al prossimo appuntamento si mantenga la memoria dei fatti e che tutti si ricordino di quei politici, che per la verità non sanno neanche cosa sia una trivella, ma che hanno alzato le fanfare per approfittare dell'occasione pensando di lucrare qualche consenso, come loro solito e non si badi troppo al web; chi grida sguaiatamente qui, ha poca rilevanza nel concreto.   


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3 commenti:

Unknown ha detto...

L'orbace va stirato col vapore, una volta acqua a schizzo

Juhan ha detto...

I 300 milioni si potevano risparmiare se si accorpava il referendum con le amministrative. Con grande rischio per l'erede del Berlüska che con il petrolio qualche interesse particolare ce l'ha, non lui direttamente (forse) ma i suoi amichetti.
Non mi piace proprio per niente (nada, zilch).

Enrico Bo ha detto...

@tent - ma ci vuol benzina per lo smacchio.

@Juh - Sorry amico, ma lo vietava la legge. E comunque per adesso gas e petrolio serve ancora, per un po' almeno. E comunque questo ref. col petrolio non c'entrava nulla. Solo prove di defenestrazione, prima del diluvio.

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