Giovane cerbiatto |
Siamo ormai all'interno dell'Adirondack park, un'area di quasi 25.000 km2 al nord dello stato di New York ed al confine con il Vermount. Come abbiamo avuto modo di constatare ieri sera al tramonto sfruttando le ultime luci di una giornata di sole, il momento è perfetto ed il foliage si dispiega in tutto il suo massimo splendore. Ogni albero è nella sua fase più spettacolare, mostrando i colori più intensi dell'autunno ed a seconda delle essenze, in ogni bosco che circonda la strada puoi vedere ogni variante di sfumatura dal verde pallido al giallo, fino ai rossi violetti degli aceri che si apprestano a lasciare andare le foglie definitivamente prima che cominci a cadere la neve. I raggi del sole che penetrano tra i rami magnificano ulteriormente questo quadro rendendolo brillante e ancora più godibile. Tre cerbiatti vagavano ieri sera attorno al motel cercando cibo al margine degli alberi, quel confine tenue e non tracciato che sta tra il selvatico del bosco e la presenza umana delle prime case, ma non mostravano paura assolutamente, brucando l'erba del prato e solo alzando la testa di tanto in tanto, spostandosi un poco al mio avvicinarmi, ma senza intenzione di fuggire, insomma mantenendo sì una distanza di sicurezza ma neanche troppo, discrezione ma non paranoia.
Hanno l'occhio tumido questi animali, non so neppure se fossero cerbiatti o caprioli o altri cornuti similari, ma il contatto con la vita selvatica è sempre molto coinvolgente e mi lascia eccitato come un bimbo. E' per questo che la zona, in fondo relativamente vicina alle grandi città, è ogni anno letteralmente invasa da turisti cittadini bramosi di approfittare delle godurie della foresta e dei paesaggi idilliaci, nonché degli sport invernali dato che all'interno del parco c'è anche la famosa Lake Placid in cui si svolsero le olimpiadi. Bisogna rimarcare che qui negli stati Uniti, c'è una concezione diversa dei parchi naturali, che devono essere conservati, certo e lo fanno con molta cura ed una ottima organizzazione, ma devono soprattutto anche essere fruibili per la gente, oltre che generare business, così molte attività sono possibili all'interno delle aree e qui ci arrivano oltre 10 milioni di persone all'anno, mentre ce ne vivono all'interno oltre 200.000. Qui c'è sempre stata una concreta lungimiranza su questi argomenti. Pensate che già nel 1864 un certo Perkins da queste parti prevedeva che una deforestazione accentuata avrebbe portato alla desertificazione del territorio e a gravi danni ambientali senza una adeguata opera di prevenzione.
Così, anche se in fondo siamo nella terra di Trump, in cui comunque gli abitanti Mohawk che occupavano completamente questa zona, erano stati eliminati ed i sopravvissuti costretti a rifugiarsi a nord oltre il San Lorenzo, già nel 1895 tutta l'area fu dichiarata parco e area sottoposta a protezione, anche se lo stato ne è proprietario solo al 50% circa. Dunque questa dovrebbe essere la giornata perfetta per godersi la natura, ma, bevuto un buon thé fornito dalla signora Nancy e messo il naso fuori dalla porta, non possiamo che constatare che la cosiddetta giornata perfetta sarà un terrificante susseguirsi di nebbie, pioggia e nuvola fantozziana che ci inseguirà fino a tarda sera. Diciamo una sfiga maledetta, perché proprio la constatazione di quanto siano magnifici gli scorci che vedremo durante tutto il percorso che attraversa completamente il parco, ti fa capire come avrebbe potuto essere in giornata di sole. Pazienza, alle incurie della meteorologia è costretto il turista dal tempo limitato, che fa rimpiangere quanto avresti potuto godere se fossi invece quel viaggiatore, status a cui aspirerei, che poteva decidere di fermarsi un altro paio di giorni per aspettare le grazie del cielo.
Bisogna accontentarsi allora e tra un momento di tregua dalle precipitazioni e un alzarsi insperato della foschia, la giornata è comunque molto godibile. Puoi fermarti continuamente sul bordo di uno dei 3000 laghetti grandi e piccoli che stanno proprio al bordo della strada. Inoltrarti a piedi in radure accoglienti per raggiungere le rive di minuscoli corsi d'acqua e rimanere attonito davanti alla sfilata di colori degli alberi che vi si rispecchiano. Oltre 200 km per una bella strada che ti accompagna fino al confine dello stato e che vorresti non finisse mai. Dopo Old Forge costeggi un lungo lago dai panorami spettacolari fino a Eagle bay, poi ancora verso nord lungo il lago Raquette fino ai rilievi più sostenuti delle Blue Mountains e ancora fino a raggiungere Tupper lake dove la strada si biforca e poi avanti seguendo la 30, poi la 3 quindi la 73 fino a Lake Placid, dove vedi sui fianchi delle dolci montagne che circondano la valle, gli impianti quasi pronti per la stagione invernale in arrivo. Non riesci a smettere di provare stupita ammirazione per i panorami sempre simili ma sempre diversi che si alternano ai lati della strada.
Fino ad Underwood è davvero uno di quelle Scenic way che vale la pena di percorrere con calma, godendosene ogni quadro e fermandosi il più frequentemente possibile, cosa che vi esorterei a fare se capitate da queste parti. Penso che altre spettacolari sensazioni si avranno durante l'inverno, ma in questo caso mi sembra sia necessario approcciare l'area con diversa possibilità per lo meno del mezzo di trasporto, visto quello che sento dal meteo di questi giorni. Anche negli altri periodi dell'anno non deve essere da meno, tuttavia la forza dei boschi in estate, benché credo molto affascinate per tutte le possibilità di trekking e attività naturalistiche, dovrebbe essere più comune ai vari parchi forestali e sicuramente perderebbe della sua unicità. L'autunno mi sembra dunque il momento migliore per traversare questa zona godendosela al massimo. Lasciare l'Adirondack è fatica per l'animo, sicuramente è molto comprensibile il motivo per cui così tanti americani lo scelgono per le vacanze (quelle poche che hanno). Così devo concludere il post di oggi, ribadendo senza tentennamenti come questo sia il luogo che, dal punto di vista naturalistico, più mi ha colpito durante questo viaggio.
SURVIVAL KIT
Adirondaks National Park - Occupa interamente tutta la parte nord dello stato di New York ed è facilmente accessibile anche arrivando dal Canada. Merita una permanenza di più giorni, soggiornando nelle molte località turistiche all'interno del parco per svolgere le consuete attività naturalistiche che si fanno in questi luoghi, incluse caccia e pesca, navigandone in canoa laghi e fiumi o facendo attività di semplice osservazione dei moltissimi animali, mammiferi e uccelli che lo popolano. Anchesolo compiendo itinerari in macchina che lo attraversano in lungo ed in largo, può rivelarsi una bellissima esperienza. Infiniti gli itinerari di trekking, le scenic drives, le possibilità di alloggiamento e campeggio. E' diviso in una dozzina di regioni ognuna con le sue caratteristiche ed i suoi punti spettacolari. Date un'occhiata al sito che è davvero ben fatto e illustra tutte le possibilità che offre il parco assieme a splendide foto. Non si pagano biglietti di ingresso.
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