Sotto la cascata |
Il primo salto |
Beh, le cascate del Niagara sono un must del giro del nordest americano, per cui mi sembra corretto dedicare loro almeno anche un'altra mezza giornata. Quindi lasciato il motel alle 6:30, ora propizia per presentarsi alle casse del tour in battello per la prima corsa, arrivo alle casse dove ancora la coda non si è ancora formata, beninteso dopo aver lasciato al parcheggio altri 2 bei dollaroni. Alla cassa una vecchietta che non sta in piedi, biascica a lungo prima di capire quale sia la tariffa a cui posso accedere. Se non è un residuato bellico del sesso, droga e rock & roll degli anni 60, che dimostra 30 anni più del dovuto, bisogna proprio dire che quanti apprezzano i sistemi sociali americani, da quelli sanitari a quelli pensionistici, meritano senza remissione il TSO a tempo indefinito, ma in un manicomio sovietico ben s'intenda. Dunque siamo quasi i primi della fila che percorrono la passerella che porta al barcone per la cosiddetta mini crociera, tra un vociare continuo in mandarino standard e cantonese stretto, sovrastato da gridolini di giubilo da parte di una massa di orientali che viaggiano in gruppi a misura di pullman. La distribuzione dei preservativi rossi che dovrebbero evitare sommariamente la prevista doccia sotto cascata, avviene senza intoppi.
Sulla barca |
Robuste biondone li cavano da scatoloni di cartone che ne contiene in quantità e la fila è bene organizzata per cui la massa non è pervasa dal timore di rimanere senza e sfila con ordine calzandoseli successivamente con cura. Come consiglio, suggerirei comunque di avere un abbigliamento consono alla bisogna, perché per almeno un buon quarto d'ora dovete tenere conto di essere sotto la doccia, quindi provvedete prima di essere in loco, pensando anche alle apparecchiature fotografiche. In ogni caso il giro che permette di osservare tutte le cascate dal basso, merita i circa 20 € del biglietto. Lo spettacolo della massa d'acqua che piomba dall'alto in un inferno di schiuma bianca con un rombo maestoso vale davvero la pena e la lentezza con cui il battello procede, consente di godersi lo spettacolo in tutta calma e, almeno da lontano per evitare gli schizzi, anche di scattare una ragionevole quantità di foto. La salvaguardia al cento per cento, qualunque sia la protezione, non ci sarà mai, ma non fatevi eccessive paranoie, meglio comunque imbustare la macchina in un sacchetto di plastica trasparente, lì non hanno ancora messo la tassa di 1 cent, così eviterete anche che mandare maledizioni e brutte parole al partito e al politico che tanto odiate. Consolatevi comunque, qui hanno Trump!
Arcobaleno |
Il barcone fa un largo giro sotto il ferro di cavallo, andando fino al limite, zona dopo la quale è come facessi il bagno nel fiume; in alto schiere di gabbiani svolazza con grande stridore e probabilmente lasciando cadere residui, meno pericolosi del solito, in quanto molto diluiti dal liquido circostante. I cittadini del celeste impero si muovono di continuo sul ponte esterno cercando ogni posizione utile per i selfie, sia solitari che di gruppo. Obbligatorio alzare le mani con indice e medio in segno di vittoria e comunque di grande giubilo, giovani o vecchi che siano. Dopo quasi un'ora ci avviciniamo all'imbarcadero di partenza, completamente zuppi ma felici per la bella esperienza fatta. Dai ci sono cose che vanno comunque compiute, per poi non pentirsene in seguito e questa è una di quelle. E' giunta l'ora di lasciare la terra canadese, un lungo viale e poi si traversa il ponte a valle delle cascate, per passare la dogana; poche domande distratte da parte di una enorme poliziotta nera con una cofana di treccine impressionante e si passa. Nuovo stop al parcheggio della riva americana, altri 10 $ estorti per dare un'occhiata al ferro di cavallo dall'isola delle capre, che benché anch'essa imponente, è decisamente meno eccitante del colpo d'occhio del lato canadese. Certo la massa d'acqua che corre veloce verso il salto è grandioso e la vicinanza al fiume che corre proprio davanti a voi sotto la balaustra vi darà la sensazione di caderci dentro a capofitto; emozionante, tanto bagnati lo sarete già abbondantemente.
MI sembravano più lontane |
Quindi è ora di partire per Syracuse ed inoltrarsi poi nel grande parco Adirondack nello stato di New York. Nei pressi di Verona, non resisto alla tentazione di fotografare un cartello che indica le due direzioni opposte verso Rome e Turin. Insomma Italia sugli scudi. In questa zona però, ci devono essere parecchie fattorie di Hamish, delle quali si vedono in lontananza le costruzioni un poco antiquate e anche apparentemente male in arnese. Lungo la strada passa anche qualche carrozza o carro trainato da cavalli con omoni barbuti a cassetta. Tutto l'ambiente circostante ha un ché di consunto e di tempo antico. Intanto il territorio ondulato si è coperta di boschi fittissimi. Qui i colori sono davvero al massimo del loro splendore, Il nastro ondulato corre sinuoso sul terreno ondulato. E' strettino, pur essendo una nazionale e le strisce gialle della mezzeria contribuiscono a decorare il quadro incantevole. Proseguo lentamente per godermi lo spettacolo; due enormi Harley mi sorpassano con pieghe dolci e arrotondate; i giacconi di pelle coprono spalle enormi e le pelate imponenti finiscono in codini grigi da figli dei fiori dépassé, incongrui e velleitari che hanno visto tempi migliori. Senso di nostalgia e raduni rock che si allontana scomparendo dietro la curva, mentre lo scoppiettio caratteristico dei motori, regolarmente brevettato, si affievolisce con lentezza.
On the road |
Così continuando, mentre la radio macina Cotton eye Joe, la strada subisce parecchie deviazioni, diventa sempre più piccola ed alla fine termina in una radura imponente circondata da altissime querce gialle e aceri che hanno ormai virato ai toni di rosso cupo, mentre la pista si perde tra gli alberi. Bisogna ammetterlo, mi sono perso senza remissione e da chilometri non ci sono tracce di indicazioni, eppure dovremmo essere molto vicini all'ingresso del parco e il navigatore non funziona, non c'è campo, la tecnologia è sempre meravigliosa quando la fai vedere agli amici, ma se serve davvero non funziona quasi mai. Per fortuna tra gli alberi compare una signora seguita da due cagnoni di taglia rispettabile che si dirigono subito verso di me che imprudentemente mi aggiravo nei dintorni in cerca della parte dei tronchi dove sta il muschio, almeno mi sembra che i boy scout facciano così per orientarsi. Le belve arrivano di gran carriera con fare burbero, ma poi si limitano ad annusarmi dappertutto specialmente nelle parti più delicate e sensibili ai morsi violenti ed a sbavarmi con abbondante sollecitudine.
Lato canadese |
La vecchia infagottata in una tuta rosa, in realtà non è una strega dei boschi, ma una fatina gentile che si appassiona subito alla nostra italianità e si fa in quattro per spiegarmi la strada che conduce al parco. Poi riscompare tra gli alberi da dove è venuta, certamente una figura transustanziale. Così finalmente riusciamo ad entrare nell'Adirondack National Park ed a raggiungere il primo abitato, costituito da case sparse e da parecchi piccoli motel di cui qualcuno già chiuso. La zona è decisamente turistica data la vicinanza a New York e di conseguenza i prezzi salgono considerevolmente, ma questa sarà di certo una buona base di partenza per esplorare il parco che è davvero nel suo massimo splendore. Rimane il tempo per un giro nei dintorni. Laghetti, radure, zone umide e spazi chiusi circondati da boschi che si specchiano nell'acqua ferma formando quadretti oleografici di notevole valore. Ogni scorcio sembra dipinto e il sole che scende aumenta il fascino dell'ambiente circostante. Questo posto merita davvero. Domani ce lo godremo al massimo se il tempo sarà decente, come ovvio. Intanto cerchiamo un posto dove mangiare un boccone, ma bisogna passarne tre prima di trovare un tavolo libero.
Vicino ad Old Forge - Adirondack parck |
SURVIVAL KIT
Motel 19th Green . 2761 State route 28, Old Forge - Da fuori non presenta molto bene, rispetto ai concorrenti che ci sono lungo la strada, ma all'interno tutte le dotazioni sono in buono stato e le camere spaziose. La doppia con due letti queen costa però con lo sconto 119,50 €. cifra davvero alta rispetto alle altre sistemazioni simili. Bagno bello, pulizia buona, tranquillo, frigo, TV, free wifi. Gestore gentile e prodigo di indicazioni.
Slickers - 3132 Main str. Old Forge - Nel paesino successivo. Tipico locale con cucina americana. Hamburgher molto buono, piatto di gamberetti, panna e prosciutto, 2 coke e 2 dolci al burro di arachidi per 55 $. Camerieri gentilissimi.
Lato americano |
Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:
Nessun commento:
Posta un commento