sabato 31 marzo 2018

Taste of Canada 18



Sopra una roccia
Un cormorano nero
Aspetta un pesce

venerdì 30 marzo 2018

Taste of Canada 17



Scava la roccia
L'onda lunga del mare
Un buco tondo

giovedì 29 marzo 2018

Half way


Così a mezza strada non avrebbe davvero senso voler tirare somme o elencare giudizi. È ancora il tempo di assaporare sensazioni, afrori, rumori lontani, gusti aggressivi che ti cicondano e ti lambiscono i sensi. La terra che mi contiene ha storie e tempi che non si raccontano in secoli o millenni, ma in milioni di anni. É Africa vera, non edulcorata dal ventre di vacca del turismo lussuoso, ma un'Africa dura, reale, selvaggia e selvatica. Un'Africa sempre in cammino sui bordi di un asfalto mangiato e corroso, un'Africa nuda e senza vergogne, nera come i suoi volti e le sue strade senza luci; arida e secca perché l'acqua la devi conquistare con la fatica di tutti i giorni specie se sei donna; fangosa è affogata perché l'acqua è troppa oppure soffocata dalla polvere spessa e appiccicosa che si leva come la scia di una lumaca dalle auto in corsa. Un'Africa calda come un'amante sincera che ti circonda con braccia accoglienti e forti, antiche come le ossa di Lucy che camminava eretta e orgogliosa, marciando verso nord alla conquista del mondo esterno, di quella non-Africa che adesso la respinge con odio è fastidio. Un'Africa misterica che sta lì, aspettando di farsi scoprire poco alla volta, mostrando le sue bellezze senza ritegno e senza negarsi mai.

Taste of Canada 16




Il legno scrocchia
Sopra i sette piloni
Che lungo ponte!

mercoledì 28 marzo 2018

Taste of Canada 15




Alce assassina
Bisogna stare attenti
Cartelli gialli

martedì 27 marzo 2018

Taste of Usa 14



Dentro al canale
Tra le isole selvagge
La nave bianca

lunedì 26 marzo 2018

Taste of Usa 13



Dietro alla baia
Sulla tela del cielo
Dita rosate

domenica 25 marzo 2018

Taste of Usa 12




Nella gran baia
Sorge l'isola verde
Respiri buono

sabato 24 marzo 2018

Taste of Usa 11



Nella foresta 
Un lungo ponte bianco
Lunga è la strada

venerdì 23 marzo 2018

Taste of Usa 10



Stivali rossi
Sopra la pista in legno
Sbattono i tacchi

giovedì 22 marzo 2018

Taste of Usa 9



Le campanelle
Sono d'un viola acceso
Si specchia l'acqua

mercoledì 21 marzo 2018

Taste of Usa 8



Le scale bianche
Lungo uno spazio stretto
Van verso il cielo

martedì 20 marzo 2018

Taste of Usa 7




Gerani rossi
Ride la casa bianca 
Sopra il canale

lunedì 19 marzo 2018

Taste of Usa 6



L'onda del mare
Penetra dalla baia 
Unghia la roccia

domenica 18 marzo 2018

Taste of Usa 5



Tra i rami fitti
Su una panchina verde
Ride il mio amore

sabato 17 marzo 2018

Taste of Usa 4




Che lunghi peli
Bruco multicolore
Sarai farfalla

venerdì 16 marzo 2018

Taste of Usa 3




Un vecchio faro
Con la sua luce antica 
Fende la nebbia

giovedì 15 marzo 2018

Taste of Usa 2




In riva al mare
Profumo di conchiglie
La nassa è piena

mercoledì 14 marzo 2018

Taste of Usa 1



Antica pietra
Per non dimenticare
Jenny la strega

lunedì 12 marzo 2018

Cronache di Surakhis 83: Manca la maggioranza




Paularius usci dal salone dei giochi e si diresse con tranquillità verso le ancelle che stavano preparando i bagagli. Ormai tutto era pronto per la partenza. Lo aveva capito perfettamente. Era meglio prendersi un periodo di vacanza in attesa che i nodi che si erano paurosamente aggrovigliati su Surakhis appena aperte le urne dopo le elezioni, che avevano peraltro confermato quasi completamente le previsioni dei sondaggi. Certo il disastro era completo, ma era davvero divertente stare a sentire con orecchio esterno quanto stava accadendo per le strade e nei palazzi. C'era davvero da morir dal ridere. Era pur vero che il pianeta stava andando in malora, ma alla fin fine chissene poteva fregare. Al limite lui avrebbe sigillato sine die le miniere per un po' con gli schiavi dentro ovviamente per evitare di dover sprecare energia preziosa per farli uscire e magari doverli mantenere ancora per qualche giorno quei nullafacenti. Ormai anche lui stava aderendo alle nuove teorie economiche che consideravano la schiavitù un sistema troppo penalizzante per il datore di lavoro, in quanto lo costringevano a mantenere i suoi schiavi, con le relative famiglie e a dare loro riparo dalle intemperie per non danneggiare ulteriormente la sua forza lavoro. Ormai era abbastanza chiaro che questo tipo di relazione contrattuale era troppo onerosa. Quasi tutti gli aderenti alla 'Ndrine degli Imprenditori avevano capito che bisognava passare ad un contratto di lavoro a tempo determinato generalizzato. 

Naturalmente sarebbe rimasto fisso il punto dello stipendio zero, ma cessava da parte del datore di lavoro l'obbligo della distribuzione della zuppa giornaliera e della messa a disposizione di grotte scavate nelle Colline Odorose di immondizia per dare ripari notturni alla pioggia acida. Che ci pensassero da soli e consegnassero la quota giornaliera di produzione, la figlia minore ai templi del piacere e gli organi dovuti dal regime fiscale. Detto questo votassero pure per chi gli pareva. Intanto che spettacolo l'accapigliarsi dei neoeletti bramosi di potere ad ogni costo. Chi aveva preso più voti si dichiarava vincitore e si arrogava il diritto di governare privo di qualunque maggioranza. Almeno questo dichiarava a voce alta. Intanto nei sottoscala dei bordelli di stato si lanciavano ballon d'essai alle altre forze politiche per avere voti, ben sapendo che chi si fosse alleato ufficialmente dopo aver dichiarato che questo era un tabù meritevole della gogna pubica (nel senso che doveva essere esposto sulla pubblica piazza con gli organi genitali esposti alle facezie dei passanti), avrebbe inevitabilmente perso consenso. Le dichiarazioni cambiavano di minuto in minuto. Il santone che governava i Crikkettini aveva dato la benedizione all'organizzazione da parte del pianeta dei giochi invernali. 

Il fatto di aver bocciato quelli estivi, veniva giustificato che nella stagione calda la temperatura era troppo elevata  e l'aria puzzava troppo a causa degli effluvi delle centrali a merda, mentre gli 80°C sotto zero dei mesi più freddi utili a mantenere i muscoli più efficienti e le mani dei ladri che avrebbero lucrato sui lavori, meno veloci. Il Ruspante Felpato brandiva i suoi slogan che avevano fatto la sua fortuna come: Abbasso il minestrone per arringare alle sue squadracce, mentre intanto faceva incontrare nei lupanari i suoi pontieri per creare le condizioni di un accordo con Crikket. Gli sconfitti globali si erano rinchiusi nel loro fortino e stavano cercando di giustiziare nelle segrete stanze i loro comandanti che li avevano portati al disastro elettorale, impalandoli direttamente con l'aiuto di un gruppo di macropenici appositamente convocati da Rigel. Il partito liquido, a causa dei miasmi che esalavano dalle cantine, invase dai liquami del percolato della città, era diventato gassoso ed effettivamente continuare le discussioni la sotto era piuttosto fastidioso e qualcuno cominciava a dare segno di insofferenza. La voce dei ribelli era ferma e decisa, mai accordi con chi li aveva coperti di contumelie fino al giorno prima, nella realtà, molti brigavano sotto sotto per trovare un qualche accordo che evitasse di perdere il posto faticosamente conquistato. Insomma un vero casino. Paularius sogghignando chiuse l'ultimo bagaglio e convocò il trasporto che lo avrebbe portato allo spazioporto. Se ne sarebbe parlato tra un mesetto. 


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Inchieste

domenica 11 marzo 2018

Bagagli



Certo che per partire bisogna preparare, essere sicuri di non dimenticare niente e organizzarsi con tutto il ciarpame che l'uomo bianco sente come irrinunciabile da trasportarsi dietro per sentirsi, come dire, protetto. Nella maggior parte dei casi non servirà a nulla, tutto peso inutile da imbarcare nella stiva del trasportatore, del Caronte predatorio che caricherà il tutto per rivomitarlo assieme ai trasportati sulla pista di arrivo. C'è, come prima cosa, il pacco medicinali che, oltre al pacchetto degli irrinunciabili elementi quotidiani a cui l'età avanzata ha deciso di sottoporti, comprende anche tutta la serie delle eventualità, delle possibili protezioni dalle sventure che potranno capitarti, già certo però, che se qualcosa inopinatamente turberà il tuo benessere, non avrai con te di certo quell'unica indispensabile panacea che la possa risolvere. Poi c'è il malloppo fotografico, che va ad appesantire le tue spalle con chili di materiali, necessari anzi obbligatori per catturare momenti magici e sensazioni che la tua testaccia inutile è ormai incapace di raccogliere e conservare dentro di sé e mantenerla come straordinario ricordo, ma vuole invece registrare, trasformare in bit, traccia materiale ancorché digitale, che ti farà perdere, mentre ti affannerai per cercare le migliori inquadrature, il piacere di assaporare i momenti gli avvenimenti, le palpabili emozioni che assorbiresti rimanendo fermo semplicemente a guardare. 

Ma ormai è un obbligo per tutti la smania registativa, essendo gli strumenti ormai molteplici, sempre più sofisticati e presenti nella bisaccia di tutti. Poi i generi di conforto perché non vorrai mica percorrere i cammini della terra straniera senza i sapori e i profumi della tua patria lontana, che ti daranno sollievo nello squallore della tua stanzetta da finto backpacker quando avrai rifiutato saporosi e piccantissimi cibi locali, insetti glassati o altre squisitezze che ti avrebbero sicuramente avvicinato ad una più approfondita conoscenza alle latrine locali. C'è poi la serie degli strumenti di uso  pratico, coltellini svizzeri, salviette speciali, posate d'emergenza, sacchi lenzuolo e a pelo, necessari alla vita pratica di ogni giorno. Naturalmente bisognerà ammucchiare tutto il materiale vestiario,  che parte dall'intimo, alle calzature per tutti i terreni, alle coperture più protettive da pioggia o meno, che consideri attentamente tutte le variazioni climatiche a cui il meteo attentamente consultato, ti avrà consigliato di non dimenticare. Ovviamente si cercherà di limitare al massimo, ma considerate le situazioni che si potranno incontrare ed il fatto che mancherà sempre il tempo per lavare lo sporco, bisognerà calcolare gli opportuni ricambi al fine di non compiere tragitti faticosi emanando olezzi che allontanino anche le popolazioni locali se no addio contatti umani. 

Naturalmente ogni capo di vestiario va prima appeso e irrorato di ammazzatutto garantito, per allontanare la genia dei fastidiosi insetti non eduli, previsti nelle aree da percorrere. Insomma una fatica improba, un'impresa di ingegno e di braccia che per fortuna, essendo io l'organizzatore della spedizione e essendomi dovuto occupare della sezione organizzativo logistica, ho lasciato ad altri che, pur sotto la mia disattenta supervisione, la stando portando a termine con la consueta attenzione ed efficienza. Io mi attengo ai fatti e mi astengo ovviamente da ogni genere di critiche o suggerimenti, conscio, in questo vituperato caso, di rischiare grosso. Io da parte mia cerco di provvedere al conteggio dei soldini da portare meco, il carico delle batterie, l'efficienza dell'apparecchiatura e la stampa della documentazione varia, biglietti, itinerari, foto, varie ed eventuali. Tanto poi qualche cosa dimenticherò ugualmente. Insomma, al momento la casa è invasa in ogni angolo di masserie che non hanno la benché minima possibilità di entrare nelle minuscole valigie e sacchi a mano previsti, per lo meno fino al momento della chiusura e lucchettatura definitiva delle stesse, miracolosamente piene zeppe, ma rientranti nei pesi concessi e contenenti tutto quello che era in giro al fine di essere contenuto. Direi una situazione in cui ogni cosa ontologicamente ritrova il suo posto. E' quasi ora di mandare un whatsapp a Lalo per digli che siamo pronti.


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sabato 10 marzo 2018

L'itinerario è tracciato


Ruggiti di animali selvatici e rulli di tamburi, lontano, attutiti solo un poco dallo spazio e forse anche dal tempo. E' quell'Africa di cui vi ho parlato ieri e che sta chiamando. Vi ho detto che ormai la partenza è fissata e indietro non si torna, cioè veramente spero di tornare, anche se ci sarebbe da discutere su questo aspetto. Questa volta mi sento un poco più pronto delle altre volte. Molti puntini sono stati tracciati con cura anche se ho lasciato spazio ad una certa improvvisazione lungo l'itinerario e chi mi accompagnerà, aggancio passatomi dal tam tam (appunto) del web, mi sembra una buona scelta e degna di fiducia, ma di questo vi renderò conto al mio eventuale ritorno. Tutti obblighi e imposizioni per chi come me, ahimé, fa e vuole fare il turista e non lasciare spazio completamente all'istinto del momento come dovrebbe fare invece il viaggiatore vero. Certo sarebbe bello partire un po' alla cieca, con in tasca solo il biglietto di sola andata, al massimo con quello di ritorno, che ormai le barriere del mondo considerano obbligatorio, aperto e senza data. 

Arrivare in un luogo scelto per  la fascinazione del nome o di quanto si è letto al riguardo e girarsi intorno cercando di assorbirne l'energia, di viverne gli odori e i sapori, di penetrarne l'anima. Rimanere a lungo senza calcolare il flusso dei giorni contati, se gli interessi aumentassero o abbandonare il luogo al più presto se al contrario, questi fossero minimi o addirittura spenti. E poi procedere così un po' a tentoni, un po' guidato dall'istinto decidendo il momento di tornare solo quando sia sopravvenuta la noia e la mancanza di motivazioni a continuare il viaggio. Invece, al contrario, i miei tempi saranno scanditi dai ritmi più serrati degli orari e dei programmi stilati e mi obbligheranno magari, ad abbandonare anzitempo zone dove avrei voluto approfondire di più, prendendo quella strada che conduce all'aereo che mi aspetta implacabile in fondo alla pista come un incubo a cui non si può sfuggire. 

A parte comunque, questo rimpianto di fondo che ha accompagnato tutti i miei spostamenti, rimane il fatto che le righe tracciate con attenzione sulla mappa, ormai solo più virtuale, grazie a Google, dovrebbero condurmi a toccare tutti i punti topici del paese prescelto, per cui questo dovrebbe darmi garanzia di una soddisfazione generica, quasi di un dovere compiuto fino alla fine, lasciando solo il consueto spazio di lamentosità finale che fa pronunciare le consuete rasi tipo: ah, se avessi avuto ancora una settimana! Dovrebbe essere un bel mix che comprende natura, composta di paesaggi, montagne, parchi e zone deserte, nonché l'opportunità di conoscere una flora e una fauna molto diversa da quella a cui sono abituato. Ci sarà poi tutta la parte storica che attraverserà molti millenni e più, dai resti che si perdono nella notte dei tempi alle vestigia monumentali più antiche e protostoriche, alle costruzioni che riguardano gli albori della nostra religione e quelle civili dei regni coevi e successivi, fino ai residuati dell'epoca moderna lasciata proprio da noi e dalla nostra avventura imperiale in terra d'Africa. 

Quindi oltre che la storia anche l'aspetto artistico che circonda questi manufatti, a senso molto ricco e coinvolgente. Bisogna poi considerare quello che a me, generalmente interessa di più, l'aspetto etnografico, essendo presenti soprattutto nel sul del paese, una serie di tribù di straordinario interesse per aspetto fisico e interventi estetici sul corpo, oltre che per abitudini e cerimonie a cui spero di avere l'occasione di partecipare, vivendone la realtà abbastanza dall'interno, per come ho congegnato la visita. Ci sarà infine la conoscenza di vita ed abitudini di un popolo importante e caratteristico dell'Africa di cui spero poter avere un contatto non troppo fugace anche sotto l'aspetto gastronomico e di vita comune. Ho fatto poi coincidere il periodo di viaggio con la Pasqua al fine di poter partecipare a qualche aspetto religioso che ritengo valido da conoscere da vicino. Una buona occasione insomma per conoscere i tanti aspetti di un paese grande come dimensioni e importanza nell'Africa di oggi. 

Certo come al solito mi sono lasciato trasportare dall'entusiasmo e forse il programma è un po' troppo fitto di impegni, di chilometri, di strade sterrate, ma soprattutto di notti en plein air e trekking compulsivi e di certo un po' eccessivi per le mie possibilità fisiche, ma tanto è inutile recriminare, ci casco ogni volta preparando il viaggio, lancio mille maledizioni durante e poi mi beo di soddisfazione al ritorno ricordando solo le cose piacevoli dei disagi subiti.Dunque niente di nuovo. Comunque vi racconterò al mio ritorno come ovvio. Tracce di me compariranno comunque ogni giorno durante la mia assenza. Ah, potenza della tecnica. Difficilmente durante. 


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venerdì 9 marzo 2018

Malie e fascinazioni



Bene, finita la buriana elettiva e aperti i giochi successivi, che saranno lunghi, io almeno credo, direi che è ora di lasciare che si divertano per un po' mentre il paese va in malora e pensare ad altro. Così, per me almeno che sto cercando di  tirare gli ultimi colpi utili è venuto il momento di ripartire. Certo io sono morbosamente sensibile al fascino dell'Oriente, coi suoi profumi, i suoi colori, le sue folle oceaniche e dense, i suoi panorami corrosi. Mi hanno da sempre attirato i suoni lievi e le folle caciarone, il tintinnare delle campanelle, la forte presenza dell'adesione al soprannaturale e contemporaneamente alla superstizione, anche se questo spinge inevitabilmente alla preminenza dell'irrazionalità sui fatti. Purtroppo anche se affascinante, checché se ne dica, questo spinge le masse verso il fondamentalismo religioso di ogni parte, basta vedere quello che accade nell'induismo indiano o nel buddismo birmano, dando per scontato lo slittamento verso la radicalizzazione che ha avuto l'islam degli ultimi decenni. Tutto questo è la parte che, oltre che irritarmi, mi intristisce di quel mondo e quindi preferisco non farmene influenzare troppo, ma lasciarmi coinvolgere da quella parte etnograficamente esotica e dalla presenza così forte e ricca di arte millenaria che l'Oriente propone. Non solo, ma in generale, quel senso di tranquillità e sicurezza che hai da quelle parti e che è indubitabilmente non ha pari in nessun altra area dal mondo, dalla Latino America, alla stessa Europa e ovviamente agli Stati Uniti. Inoltre riveste ulteriore attrattiva la facilità degli spostamenti, la assoluta economicità delle soluzioni di viaggio e non ultimo l'estrema varietà dei punti di interesse. Insomma non ci dovrebbero essere alternative all'Oriente, a parte la cucina che amo poco. 

Ma l'uomo è così, un essere instabile per definizione, che spesso non ama seguire le strade tracciate, le soluzioni inevitabili e logiche. Ecco quindi che già da un po' mi ha preso questo desiderio di Africa, questa malia oscura ed indefinibile che mi fa volgere la testa quasi controvoglia, ma con una morbosa attenzione e desiderio verso questo sud del mondo, un po' sconosciuto, un po' misterioso, un po' fascinoso. Un vento di malia che spira leggero ma continuo e che racconta di terre lontane, piene di suggestioni nuove e di note antiche, anche se muoversi in quei luoghi è tanto più difficile, faticoso e volte insicuro. Di là non spira la storia dei millenni, ma il profondo ed imperscrutabile buco nero dei milioni di anni, quello dove tutto ha avuto inizio, dove il germe generativo della nostra specie ha mosso i primi incerti passi per affacciarsi e quindi conquistare il mondo e forse infine per distruggerlo. Un luogo dove la povertà è ancora importante e generatrice di problemi epocali che dalla nostra sponda si vuole interpretare, forse naturalmente, forse umanamente, da un punto di vista che tiene conto solo dei propri problemi e del proprio particulare. Il mondo della fame e della miseria, delle guerre e delle carestie, della violenza tribale e delle corruzioni governative, ma anche dei paesaggi infiniti, della natura primigenia ed esplosiva, delle colture marginali, della polvere e del fango, degli immensi fiumi e foreste e dei deserti di pietre e di sabbie, dei mille colori della terra e dell'esplosione dei tramonti nei cieli. 

Solo in Africa ho visto orizzonti così vasti, cieli così carichi di stelle, inquietudine così pesante  negli occhi di uomini e bimbi e serenità così esplicata nei sorrisi di chi batte il mortaio nelle corti dei villaggi. Le file di donne con le taniche d'acqua sulla testa che percorrono i bordi delle strade, la scia polverosa di un'auto che percorre lontana una pista di terra rossa, le mandrie di bovini bianchi e magri dalle corna imponenti mentre la macchia rossa del mantello di  un pastore la sorveglia da lontano appoggiato ad un lungo bastone. Come fai a resistere a questi richiami. Profumi forti riempiono le narici, la voglia di Africa madre si fa sempre più forte e stringente, quasi un obbligo. Quindi prepariamo le borse e prepariamo soprattutto l'animo, è venuto finalmente il tempo di ripartire. Quasi tutto è ormai pronto, mancano pochi giorni e la strada verso il parcheggio Mariuccia sarà tracciata e le sliding doors che portano all'uccello di acciaio si spalancheranno. Qualcuno ci aspetta laggiù ansiosamente come chi parte. E' la storia dell'arciere che colpisce il bersaglio non perché abbia preso la mira, ma perché è la freccia stessa che è indissolubilmente unita al centro e senza dubbi o difficoltà, andrà a colpirlo, non per una volontà precisa ma per inevitabile destino.



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martedì 6 marzo 2018

Le ricompense della Patria



Giuseppino, mio suocero di cui vi ho già parlato a suo tempo, avrebbe oggi 101 anni e avrebbe anche potuto farcela a resistere fino ad oggi per vedere i risultati di queste elezioni, visto che a 97 andava ancora discretamente. Ce ne sono tanti di questi anziani, gente che ha visto la guerra e si rende o rendeva conto se ci hanno lasciato, dell'orrore che comporta questa parola, mentre chi è nato dopo probabilmente non riesce a misurarlo questo orrore smisurato e insopportabile per chi abbia una parvenza di umanità. Quello che accade oggi anche non troppo lontano da noi, è un film che si vede in televisione, ma non si tocca con le mani il sangue, le lacrime, la merda e rimane una specie di spettacolo da guardare con disattenzione mentre si gratta il formaggio sugli spaghetti. Pochi si rendono conto che questa sola ragione sarebbe più che sufficiente per fare un monumento all'Europa come concetto ed a giurare sulla pietra di non intaccarla mai, questa idea, questo sogno. La guerra rimane ancora come ferita mai rimarginata in questi grandi vecchi che sono tra di noi e che, come Giuseppino, amano raccontarla soprattutto per rimarcarne l'orribile categoria, il malefico influsso che produce nell'essere umano e che ne condiziona spesso anche il resto della vita, per chi riesce a conservarla naturalmente. I fatti subiti da queste persone rilasciano sentimenti di sofferenza e di rivalsa perché chi ha vissuto una guerra, soprattutto se attivamente, ha subito un insulto sulla sua pelle che genera comunque risentimento e senso di ingiustizia subita. Per darvi un piccolo esempio di quanto detto, voglio riportarvi un breve scritto che mi ha mandato un quasi coetaneo di Giuseppino, padre di una mia cara amica, che giunto anche lui ai 97, ha ancora una gran voglia di dire la sua e cercare di fare ricordare a chi lo ascolta queste cose. Ecco quanto mi ha scritto il Signor Leopoldo che considero ormai un po' un amico:

E' il 3 giugno 1940 e la 10° Compagnia Genio di cui facevo parte, è schierata nel piazzale interno della caserma Cavour a Torino, in partenza per il fronte occidentale, per ricevere il saluto del Colonnello Comandante Giuseppe Perotti che, con un bellissimo discorso ci disse: - Un giorno la Patria vi sarà riconoscente per i sacrifici che voi farete al fronte - 

E Leopoldo, ragazzo che come tanti altri di sacrifici dovette farne tanti in quelle disgraziate stagioni da cui molti neppure riuscirono a tornare o lo fecero segnati per sempre, continua:

- La riconoscenza  fu che al sottoscritto furono riconosciute dalla Patria, come ex combattente, quando arrivai alla pensione, le norme della legge 336, corrispondenti ad un aumento lordo di 7.500 Lire al mese. Ma al Colonnello Perotti nel frattempo promosso generale, andò molto peggio, perché finì i suoi giorni davanti al plotone di esecuzione al poligono Martinetto di Torino per aver cospirato contro la Repubblica Fascista di Salò.-

Ricordo che negli anni'80 a cui si riferisce la cifra, io guadagnavo 5 o 600.000 lire al mese e con 7.500 si comprava un chilo di carne. Un ricordo lontano lontano di cui ringrazio Leopoldo augurandogli di mantenere vivo il ricordo di un passato di orrori che molti, inconsapevolmente spero, vorrebbero far ritornare.



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lunedì 5 marzo 2018

Elezioni. Anche questa è fatta


Risultati interessanti nelle elezioni di ieri. Lasciamo pure a chi gioisce e a chi si dispera, lo sfogo naturale delle prime ore, ma a me interessa di più esaminare i fatti e soprattutto i numeri per tentare di capire cosa sta per succedere. Ovviamente i dati più salienti delle percentuali sono la dissoluzione del centro sinistra, l'inconsistenza numerica della sinistra, lo scavalcamento della Lega su Berlu e il superamento del 30% dei 5S. Viste le mie previsioni pubblicate ieri su FB ho sbagliato di decimali, ma non era difficile se segui la politica e ascolti quello che dice la gente che incontri e vi comunico che anche su Surakhis è andata più o meno allo stesso modo. Ciò detto che vale per i festeggiamenti e per chi si strappa i capelli, bisogna contare i seggi per capire le eventuali soluzioni che ci attendono, cosa che mi sembra un esercizio importante oltre che interessante trattandosi di un quadro inedito. Considerando il sistema elettorale in vigore, si dovrebbe ancor più esaltare il numero di seggi che andranno alla destra (ormai bisogna chiamarla così essendo a decisa prevalenza leghista) e ai 5S, tuttavia in maniera insufficiente ad avere maggioranze evidenti. Ai primi dovrebbero mancare almeno un 40/50 seggi alla camera e ai grillini anche di più. Forse il centro sinistra non arriverà a 80. A questo punto siccome per governare bisogna avere almeno 316 voti a favore e questo è un dato imprescindibile, sapevatelo, le possibilità sono davvero pochissime. 

I grillini, in particolare i loro simpatizzanti continuano a proclamare che loro governeranno, faranno e diranno quello che vogliono e gli altri dovranno accettarlo, ma forse non hanno ancora capito il meccanismo delle votazioni alla camera; i maggiorenti del partito invece credo che lo sappiano e che si apprestino a discutere per vedere le possibilità pratiche. Esaminiamo le pochissime possibilità pratiche. 5S + PD, probabilmente non ci arriverà neanche quindi è sulla carta impraticabile, anche se credo che, se possibile, per il PD sarebbe il completo harakiri. Lega + 5S potrebbe arrivarci (considerando che molti FI migreranno verso il nuovo leader mollando il Berlu che ormai ha mostrato di non farcela più), ma il Matteo trionfante avrà molte pretese e difficilmente accetterà di fare la parte del servo sciocco di Di Maio, di norma chi fornisce i voti che mancano pretende dipiù di quanto gli spetterebbe matematicamente. Rimane la soluzione Destra che andrà a cercare in giro i voti che le mancano, 40, 50 o giù di lì. Non è improbabile che li trovi, nella destra PD, in alcuni transfughi espulsi dai grillini o dai voti dall'estero che contano eccome, visto che non sono ancora stati ben calcolati e che di norma sono appannaggio della destra o in facile vendita. D'altra parte già ieri sera Brunetta ha detto che c'è già la fila davanti alla porta e si sa che i neoeletti sono molto restii a rinunciare alla poltrona dopo pochi mesi per ritornare alle urne. Dunque questa soluzione la metto tra le più probabili. Il momento discriminante per capirci qualche cosa sarà il 23 marzo nell'elezione dei presidenti di Camera e Senato. Lì si dovranno dispiegare le prime convergenze. Intanto vediamo la distribuzioni dei seggi che potrebbe chiarire meglio. Ci sentiamo. Con chi ha finito di festeggiare o di disperarsi naturalmente.


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Consegne

sabato 3 marzo 2018

Maldive 12 - Considerazioni finali

Atolli dall'alto


Vegetazione da spiaggia
Dunque è venuto il momento di tirare le somme di questo breve "viaggio" o permanenza, come vorrete chiamarla. Come già detto si tratta di un viaggio anomalo per chi ha interessi soprattutto a conoscere i paesi su cui si dirige il suo focus generale; cosa più consueta invece per coloro che interpretano questo come una vacanza di cosiddetto riposo, per tirare il fiato dalla pena quotidiana. Una settimana di evasione insomma in un non-luogo di piacevole divertimento, divertimento che è per la verità assai comune ad una grande massa di gente. Tuttavia vorrei invece dire che anche per i sedicenti viaggiatori questo tipo di "settimana" può avere il suo interesse, soprattutto per chi gode appieno del fattore mare. Quindi, sgombrato il fatto che dichiaro ufficialmente e per l'ultima volta che vale la pena di visitare questo paese, passiamo ad esaminare le sensazioni che ho provato e che mi sono portato a casa trasformandole come sempre in mio patrimonio intangibile e personale. Ho già chiarito che ci sono diversi modi per visitare l'arcipelago. Quella già detta della permanenza in un villaggio, e ce ne sono di lusso estremo da 1000 o anche più euro al giorno, fino a quelli meno cari da 100 o anche meno al giorno per persona e in questo caso, al di là della qualità dei servizi offerti, la vacanza diventa accessibile a molti, il tipo di offerta è molto simile e consiste in una classica settimana o più davanti ad un bel mare, con attività a pagamento da spiaggia. 

Spiaggia
Questo tipologia di offerta, esclude grosso modo la possibilità di conoscere la realtà del paese, in quanto normalmente questi giorni vengono trascorsi in una sorta di limbo durante il quale non si viene mai a contatto con i maldiviani o con scorci di vita locale. Per questo suggerirei per chi (la maggioranza evidentemente) scelga questa soluzione, di dedicare una giornata a visitare la capitale Malé, cosa che è molto ben programmabile in quanto è obbligatorio il passaggio nell'isola dell'aeroporto di fronte ad essa, sulla quale di norma si può organizzare un tempo di attesa del volo di ritorno che consente molte ore di visita. Accanto a questa, ci sono anche altre soluzioni. Ad esempio vengono offerte "crociere" anche se piuttosto costose, su locali barconi che si spostano di atollo in atollo, consentendo uno sfruttamento intensivo del'aspetto marino, ma coniugandolo con fermate in isole abitate dell'arcipelago che permettono forse più di ogni altro modo di prendere atto della realtà del paese. Infine, per chi vuole una vacanza davvero low budget, c'è la possibilità di andare nei moltissimi piccoli hotel aperti nelle isole abitate, cosa che dà la possibilità di godere della vita di spiaggia, anche se certamente un po' meno idilliaca del resort, ma che permette allo stesso tempo di stare nella vita normale del paese e di conoscerlo. Dunque come vivono i maldiviani? 

Sul ferry di Malé
Abbiamo detto che i 300.000 abitanti circa, di cui un terzo vive nella capitale, hanno un governo piuttosto contestato frutto se non erro di un golpe e che periodicamente ha sussulti che cercano strade autoritarie, gli ultimi in questi giorni prontamente rintuzzati con energia dal potere, con moti di piazza anche piuttosto violenti e di cui sarà bene tenere conto nel periodo in cui organizzerete la vostra visita. Inoltre bisogna considerare la natura islamica sunnita, molto rigorosa del paese,che molti non conoscono o della quale vivendo il villaggio e basta, non si possono rendere conto. Ci sono leggi molto rigorose in cui la religione coranica ha assoluta rilevanza, con divieti rispettati e di cui bisogna tenere conto se si vive invece sulle isole abitate, come il divieto dell'alcool o le norme sulla nudità al mare o sulle effusioni in pubblico. E' noto che nel cuore stesso della popolazione è radicato un certo estremismo islamico che la fa parteggiare per i movimenti più bellicosi nati negli ultimi anni e che in giro vedrete una grande maggioranza di barbette salafite che indicano comunque una tendenza di fondo inquietante. Quindi è necessario in questo caso considerare che si affronterà uno stile di vita più vicino all'Iran o al Qatar che non alla Giordania o al Marocco, cosa trascurabile invece nel resort, isola nel vero senso della parola, di natura quasi extraterritoriale. 

Isole
La qualità di vita, tolta la parte di popolazione che vive nei villaggi più poveri dell'arcipelago, è più agiata se paragonata alla massa indiana a cui possiamo paragonarla, per non dire del vicino Bangla Desh, da cui anzi assistiamo ad una corrente di immigrazione di forza lavoro, grazie appunto alla richiesta turistica, mentre i locali si dedicano a business più fruttuosi come il commercio e la parte più redditizia del turismo. Questo settore arriva ormai a quasi un terzo delle attività del paese e fa affluire una parte consistente della ricchezza che fa campare un po' tutti, anche perché ormai molte organizzazioni sono nelle mani di locali oltre naturalmente a tutti i piccoli esercizi che sono sorti negli ultimi dieci anni. Il resto del PIL arriva soprattutto dalla pesca che era l'unica attività isolana nel passato, oltre al commercio che arrivava dalla posizione strategica sulla rotta delle spezie, tradizionalmente in mano alle etnie arabe. I mercati del pesce dovunque sono molto interessanti per vedere la varietà del pescato che in genere viene lavorato sul posto. Per quanto riguarda tutto il resto è importato dal continente e contribuisce a generare le altre opportunità lavorative. Insomma un paese in cui il turismo rappresenta l'opportunità base che condiziona tutto il resto, per cui tutto congiura a che rimanga un settore dorato, protetto ed isolato dal contesto affinché non sia contaminato dalla vicinanza di problematiche di ogni tipo. 

Spiaggia
Anzi, la sensazione è proprio che il turista venga incanalato in vie preferenziali prive di contatto con il resto del paese, cosa del resto gradita anche dalla maggioranza dei vacanzieri che vuole stare in un luogo privo di problematiche, senza assolutamente interessarsi se sia in Africa o nei Caraibi. Rimane quindi il piacere delle bellezze naturalistiche. Il mare superiore ad ogni descrizione e il microsistema dell'atollo, isola sui generis, anzi protoisola in formazione, molto diversa da quelle che noi conosciamo, rappresenta un unicum da godere ed esplorare in ogni suo aspetto. Sono proprio queste lingue di sabbia e la sabbia stessa che viene non dall'erosione della roccia, ma dallo sfarinamento del corallo morto, a costituire un microambiente che sta a mezzo tra mare e terra, non più uno e non ancora l'altra, davvero interessante da esplorare e conoscere. Il tentativo di trasformazione di questi spazi emersi dalle onde che cercano di mutarsi in terraferma stabile, che tentano di ricoprirsi di humus fertile per poter divenire spazio atto ad ospitare vegetazione, che a poco a poco le ricopra, le conquisti, le trasformi in spazi ormai stabilizzati popolabili dalla vita animale e dagli uccelli che vi affluiscono per primi non appena è possibile, arricchendola con quello che in altri casi si definirebbe materiale inquinante e che invece diventa materiale vitale e nutritivo. 

Pipistrello gigante
Questo è l'atollo e proprio date le sue dimensioni, può essere esplorato, goduto e capito interamente in ogni suo aspetto. Guardate attentamente le piante che lo popolano, gli arbusti alofili che non temono la salsedine e che si istallano per primi sulle lingue di sabbia da poco emerse, poi quando la terra emersa che diventa più importante e arrivano portate dal mare le prime noci di cocco o i semiportati dagli uccelli, ecco comparire le prime palme che diventano via via più rigogliose e fitte eppoi lasciano spazio specie all'interno alle altre latifoglie che formano boschi fitti e che sembrano inalberare la bandiera dell'avvenuta conquista. Il mare col suo basso fondale è divenuto terra, quasi stabile, perché certo basterà poco, onde consistenti, cambiamenti di situazioni climatiche a riportarlo nel ventre che lo ha generato. Intanto qualcuno vi approda, vi stabilisce qualche capanna di frasche e poi di legno e la fame di terra della nostra specie la fa sua definitivamente. C'è poi il mare da esplorare e per molti questa è la ragione dirimente che li porta fin quaggiù. La laguna con le sue acqua basse e tranquille dai colori pastello e senza uguali, la barriera coi suoi colori e la sua vita strepitosa, il numero e la varietà di pesci e di molluschi è davvero incalcolabile e poi subito appena più in là quello che i suoi abituali visitatori chiamano il blu, quella oscurità che si palesa ad appena poche decine di metri dalla barriera popolata da esseri grandi e apparentemente spaventosi.

Mante giganti
Ecco comparire esseri fantastici di altre ere, squali, barracuda, mante e razze di ogni tipo, tartarughe e squali balena, esseri per noi mostruosi che rappresentano un altro punto imprescindibile di questo mondo. Vi ho già detto che il niño di venti anni fa ha devastato questo ambiente delicatissimo, sono bastati pochi gradi per pochi giorni e tutti i coralli sono morti allo stesso tempo ingrigendo irrimediabilmente questo colorato mondo sommerso. La temperatura dell'acqua era aumentata di circa 5 gradi e rimase oltre i 30°C fino a 15 metri di profondità provocandola morte di oltre il 90% dei coralli. Ma non dubitate, non calcolate questi fenomeni con il metro umano, il pianeta ha suoi meccanismi tampone che provvedono a mutamenti ciclici e mai definitivi, certo con i tempi consoni e non con i nostri desiderata. Forse ci vorrà un'altra trentina di anni e la barriera rinascerà coi suoi colori meravigliosi, se non sopravverrà qualche altra situazione inaspettata naturalmente. Già si intravedono i tentativi di ritorno alla normalità. In molti punti la barriera è tornata a punteggiarsi di colori vivaci, bisogna solo sperare che il riscaldamento globale non provochi nuovi fenomeni distruttivi. Insomma i punti di interesse come vedete sono molti per fare di questa vacanza, un viaggio a tutti gli effetti e poi alla fine chi se ne frega, ognuno si goda quello che gli piace non vi pare?

Razze




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venerdì 2 marzo 2018

Cronache di Surakhis 82 - Elezioni di primavera



Tutto stava andando come previsto. Paularius era davvero soddisfatto. Da quando aveva, con subdoli giochi di corridoio, organizzato le prime elezioni "libere" di Surakhis, le cose avevano preso il loro corso normale come previsto dagli schemi. Il popppolo bue era da tempo inferocito contro il governo e l'ultima trovata della tassa sul macinato, secondo la quale si doveva pagare una ulteriore tassa sulla quantità di merda che ognuno portava ai mulini per la produzione di energia e dalla quale ognuno aveva il diritto di trattenere per antica tradizione il 10 % per l'alimentazione della sua famiglia e questa quota era stata dimezzata provocando moti di ripulsa contro il potere. I Krikkettini avevano cominciato una campagna di insulti generici contro tutti e contro tutto; la Gilda Felpata incolpava gli immigrati andromediani di mangiare tutta la merda prodotta dal popolo riducendolo alla fame; i Fratelli di minchia chiedevano l'uscita dalla Unione galattica che limitava le emissioni di gas anali che erano pur sempre una risorsa e gli amici del Lungocrinito davano tutte le colpe al governo precedente, cioè il loro. Il colpo di genio era stato quello di organizzare elezioni, così ogni gruppo aveva cominciato a prendersela con tutti gli altri ricoprendoli di contumelie e accuse sanguinose. 

Tutti avevano cominciato a promettere qualunque cosa, peni di ricambio per chi li avesse consumati o ceduti ai compratori di organi, merda a sazietà per tutti, la possibilità di smettere di lavorare prima di crollare al suolo morti nelle miniere, addirittura una plurivulvata di cittadinanza o di inclusione a seconda del partito promettitore, per tutti e non a pagamento. Krikket aveva intanto obbligato tutti gli adepti della sua setta a vestire un doppio petto grigio sconfessando ogni precedente proclama, timoroso di non accalappiare i voti della massa dei decerebrati, molti si erano dovuti vendere il cervello per i debiti e avevano qualche difficoltà di ragionamento. Quindi niente più uscita dall'Unione galattica, marcia indietro sul vaccino obbligatorio che annullava fame e sete, basta insulti agli avversari, anche se su questo punto gli adepti facevano un po'fatica a trattenersi, addirittura avevano presentato una serie di ministri sedicenti "tecnici" dopo aver per anni insultato a morte un precedente governo tecnico. I Felpati puntavano tutto sul massacro degli Andromediani, che alla fin fine stavano sulle palle a tutti, accusandoli di ogni genere di nequizia avvenisse sul pianeta tra il giubilo del poppolo che chiedeva a gran voce la caccia libera, anche come sport di massa. 

La Fratellanza invece puntava sul ritorno del Vecchio Crapapelata che ne aveva guidato le legioni in passato e che aumentava continuamente il numero degli estimatori dei vecchi tempi quando le astronavi arrivavano in orario. La nuova formazione degli Schiavi diversi, proponeva addirittura che nelle scuole di meretricio a cui venivano obbligate le figlie del popppolo, l'ammissione fosse gratuita. Ma era il Lungocrinito dai boccoli dorati che sembrava battere tutti, ad ogni uscita elargiva nuove promesse, postriboli sacri gratuiti per tutti, macropenici dedicati per l'altra sponda, eliminazione totale delle tasse sostituite dalla possibilità di farle pagare ai nipoti; via le catene ferrate nelle miniere da cambiare con semplici corde anche se robuste; niente più frustate preventive ali operai, ma solo su richiesta; infine possibilità dei figli di ereditare i debiti paterni senza ulteriori aggravi. Ce n'era per convincere chiunque. Paularius ascoltava tutte le dichiarazioni dei vari ologiornali dove i vari esponenti si sbracciavano ogni giorno con le loro promesse, con grande gusto. 

Come potesse la gente credere ad una sola di tutta quella massa di scemenze era davvero incredibile, eppure i sondaggi mentali eseguiti (ognuno aveva un chip sottopelle da cui era possibile avere indicazioni precise sulle intenzioni di voto) davano tutte queste forze in costante aumento, mentre il partito che sembrava ottenere i migliori risultati nella gestione dell'ordinario, a causa della antipatia congenita del suo leader che insisteva a voler proteggere l'invisa ex ministra Woods, continuava a perdere consensi. Comunque il divertimento era quasi finito. Ancora due giorni e poi sarebbe finito tutto il bailamme e si sarebbe ritornati alla solita vita. I minatori nelle miniere alla catena, i donatori di organi a dare quello che dovevano, le giovani sacerdotesse ai sacri postriboli e lui al lavoro per mandare avanti il pianeta. Ad ogni giorno la sua pena insomma, per oggi meglio tenere ancora un po' in ballo le tre succhiatrici che aveva convocato per tenersi un po' su. Socchiuse gli occhi e le lasciò fare il loro lavoro.



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