Ilponte sulla Méouge |
Così di primo mattino rifacciamo al contrario la decina di chilometri che ci riportano verso Laragne ripercorriamo queste gorges della Méouge per godercele con la luce che meritano e valutarle con giusta attenzione. Ma quante gorges come queste ci sono in questo paese? Certo il Verdon è una cosa unica con le sue altezze vertiginose, ma badate che il tutto il sud della Francia, qualunque fiumiciattolo o torrentello ha scavato in maniera incredibile dei valloni con orridi e cascatelle che valgono la pena di essere viste e di dedicarci una giornata, passeggiando e godendosi il fresco e gli scorci, anche senza essere fruitori oappassionati di canoing o arrampicata o di visitare caverne sotterranee (anche di queste ce ne sono a iosa e tutte valorizzate). Comunque questo canon della Méouge è assai intrigante, innanzitutto solitario, adesso che siamo alla fine della stagione, e poi pieno di sorprese geologiche e paesaggistiche, come le pareti a strapiombo che evidenziano le sedimentazioni contorte dagli spasmi tellurici e le anse che anche in tempi recenti sono state oggetto di intenso lavorio da parte delle piene e dei massi che il torrente ha portato a valle con sé, in partricolare si dice quella del 1901. A metà della discesa c'è anche un delizioso ponticello del 1100 circa (l'unico che ha resistito a tutte le piene, l'ultima se li era portati via tutti incluso il mulino che sorgeva al suo fianco), sembra che in quel periodo le cose le facessero con una certa cognizione di causa.
Comunque saliamo poi verso il Vercors, che sarebbe anche la meta del nostro giro, in parte ancora nella Drome e in parte nell'Isère, nella montagna che sovrasta Grenoble. Passiamo prima da Serres e poi da Aspemont nelle Hautes Alpes, in un paesaggio montano dagli spazi larghi e solitari, qualche casa lontana ed ampi pascoli, ogni tanto indicazioni che rimandano a stradine che vanno verso il monte con altre gorges, forse imperdibili. Ma quanto ci sarebbe da vedere in questo paese! Poi prendiamo la strada fino a Die, verso Valence, qui saliamo lungo la deviazione che porta a Chamaloc, già nel sud de Vercors e poi ascende in una serie impressionante di tornanti fino ai 1200 metri del Col de Rousset. Certo la Francia ti dà sempre la gradevole sensazione di spopolamento, data dalla sua densità di popolazione che è quasi la metà della nostra ed inoltre mostra una impressionante densità di foreste selvagge demaniali che evidentemente le comunità locali proteggono con cura. Forse gli appetiti sono comunque pochi, viste le quantità di case chiuse e apparentemente abbandonate che vedi transitando nelle rare e sperdute frazioni, che ogni tanto punteggiano gli speroni assolati di questo sud luminoso. Comunque la salita al colle è davvero godibile, ti fermi ad ogni balconata a scattare qualche foto che comunque non riesce mai a rendere la sensazione di di vastità infinita a cui arriva l'occhio. Incroci motard con scafandri spaziali o ciclisti affannati, rare le auto, ma consideriamo che anche qui l'estate sta morendo per trasformarsi in un autunno ricco di colori e di foliage che a sua volta mostrerà il suo volto affascinante tra un mesetto.
Dopo il colle corri a precipizio nell'altra valle percorrendo paesini di casette di pietra con le finestre chiuse e una piccola chiesa la centro. Qualche volta un bar che serve un plat du jour gradevole, il ristorante elegante di ieri sera è stato un caso del tutto fortuito. A Saint Agnan en Vercors abbiamo avuto ravioli (che qui sembrano essere una specialità della tradizione locale) gratinati al bleu, ma nella successiva La Chapelle non siamo riusciti a trovare alcuna delle fermes che promettevano vendita di chèvres e bleus e saint marcellin come se piovesse, tutte chiuse, già avevano venduto troppo. Anche la caverna pubblicizzata con visite a lume di candela era chiusa (di lunedì e martedì, capirà la saison est terminée). Per fortuna mettiamo le mani su una mappetta dell'ente del turismo che riporta tutte le varie stradine del parco meritevoli diessere viste e, dopo la salita del col de Rousset ce ne sono almeno altre quattro, che con calma ci facciamo tutte. Ci consentiranno di vedere una serie di passi uno più bello dell'altro fino al Col de la Bataille a 1350 metri, con visuali magnifiche sulle valli circostanti, fino a scendere poi a Pont an Royans, con la sua fila di case aggettanti sul fiume, davvero caratteristiche, per poi proseguire lungo le ennesime e bellissime gorges de la Bourne, se possibile ancora più strette e paurose, fino ad arrivare a godere dall'alto del panorama di Grenoble, che appare un po' come un ritorno alla civiltà. Certo il posto meriterebbe una bella settimana per percorrere a piedi i tanti sentieri, godersi caverne e paesini e soprattutto investigare la produzione di formaggi che qui attorno sembra davvero interessante. Noi frettolosi abbiamo invece il tempo che ci insegue e la nostra Rechèrche du temps jadi, termina qua.
Questa è una delle tante strade del parco!
Tutte le foto sono di T. Sofi
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