Donna Surma |
Al mercato |
Sono passati quasi cinque mesi dal mio ritorno dalla terra etiope ed oltre un paio, li ho trascorsi a raccontarvi per filo e per segno il mio itinerario, condito dal tentativo, difficile, di infilarci in mezzo tutte le sensazioni e le emozioni che ho vissuto. Non so se sono riuscito a comunicarvi lo stupore ed allo stesso tempo la soddisfazione per le cose che ho visto, inaspettate e per quelle previste, che speravo di vedere e che si sono rivelate ancor più interessanti di quanto mi figuravo. E' difficile trasferire tutto questo sulla carta, mentre è molto più semplice raccontare il filo logico di un viaggio, la scaletta prevista, gli indirizzi, le indicazioni, pur necessarie ma molto meno bisognose di capacità scriptoria ed affabulatoria e soprattutto, dell'abilità nel tradurre in parole convincenti, i sentimenti. Tutavia alla fine corre sempre l'obligo, e questa è una abitudine che mi viene dai miei passati lavorativi, di fare il consuntivo dell'esperienza vissuta, del lavoro fatto. Cominciamo col dire che l'Etiopia è un paese che non tradisce le promesse, come previsto infatti, mi sembra che in generale sia una delle mete più interessanti del continente africano. Presenta infatti molti aspetti diversi di attrazione che lo avvantaggiano nei confronti di altri, pur imperdibili, ma che di queste caratteristiche ne presentano solo una o due, anche se magari in misura maggiore, che li rende per questo più famosi e desiderabili.
Gelasa |
Cominciamo dall'aspetto naturalistico che racconta di paesaggi estremi, di vastità infinite, di montagne scabre ed altissime, di acrocori costellati da ambe e picchi isolati, da deserti unici e assoluti, vulcani, manifestazioni telluriche e campi di lava, collane di laghi bellissimi ed isolati dal mondo, foreste e savane, una varietà straordinaria di terreni agricoli, fiumi segreti e famosi che scavano canon primordiali, parchi naturali con una vita animale più rara e difficile da vedere, ma forse ancor più stuzzicante, specie endemiche uniche e direi che tutto questo è da solo una valida ragione per un viaggio. Poi abbiamo tutta la parte etnografica, che senza dubbio è la più ricca ed interessante del continente, con un gran numero di tribù diverse tra loro che si possono incontrare con relativa facilità e che ancora mostrano in pieno le loro più spettacolari e visibili tradizioni anche nella vita di ogni giorno. Ancora, abbiamo tutta la parte storica, che inizia addirittura dallo scheletro di Lucy di oltre tre milioni di anni, ai regni medioevali, per arrivare agli imperi moderni, gli unici che si opposero con un certo successo alla colonizzazione e questo, per noi italiani, che siamo, volenti o nolenti, parti in causa, rimane un aspetto di grande interesse.
Lalibela |
Naturalmente tutto ciò sottende alla parte archeologica e monumentale, con le rovine e le steli dei regni axumiti, la regina di Saba, i palazzi di Gondar e tutta la serie di edifici religiosi rupestri o addirittura scavati nella roccia in un unico monolite, cose assolutamente uniche al mondo per la loro bellezza e rarità. C'è poi l'aspetto religioso, che parte dalla possibilità di avvicinarsi, partecipando anche alle loro cerimonie, a uno dei più antichi movimenti originali cristiani, quello dell'ortodossia etiope, ma anche del suo rapporto con la minoranza musulmana, le tante credenze animiste tribali oppure, ultima curiosità, alla realtà più recente, forse più un credo filosofico che religioso, della chiesa rastafariana. Non si può infine dimenticare che questa è una terra i cui segreti, dalla supposta Arca dell'alleanza delle origini, alle sorgenti del Nilo, sono sempre stati quasi irraggiungibili e misteriosi, oggetto della curiosità e del coraggio di esploratori famosi, anche morti nel tentativo vano di arrivare a queste mete sognate. Qualcuno potrebbe obiettare, che molto di più sul livello archeologico, troverai in Egitto o che ben più ricchi e accattivanti sono i parchi della Tanzania, tutto vero, ma nessun paese in Africa, presenta a mio parere, questa ricchezza di interessi diversi ed a questo livello. Dunque confermo che questo è assolutamente un viaggio da fare. Un mese serve per vedere le cose principali; per chi invece ha solo 15 giorni, sceglierei tra giro nord o giro sud, rimandando la parte trascurata ad una seconda eventuale visita. Tuttavia non si può non accennare al fatto che si tratta di un viaggio impegnativo e faticoso (non difficile, eh!).
Dancalia |
Per chi non è in buona forma fisica o condizioni di salute disomogenee, potrebbero esserci delle difficoltà, intanto perché siamo in un paese del terzo mondo e in caso di bisogno medico, ci potrebbero essere delle difficoltà. Perché dico un viaggio impegnativo? Considerate che per un mese vi troverete in un clima abbastanza perfido, con punte di caldo che possono arrivare a 50°C in Dancalia, ma anche a 5/8°C nei parchi dimontagna, magari con piogge intense; che l'altitudine sarà sempre attorno ai 2000 m, ma anche e per giorni interi oltre i 3000 m., mentre poi precipiterete anche a 100 metri sotto il ivello del mare. Avrete di certo, come tutti, anche se starete attentissimi, delle difficoltà alimentari, con frequenti problemi gastrointestinali ed una dieta molto poco variata che pochi ameranno ed inoltre non potrete esimervi (datemi retta mi raccomando) da alcune vaccinazioni di base tra cui l'antimalarica, dato che questa malattia è frequentissima, soprattutto nelle regioni del sud, che sono anche le più interessanti. Inoltre dovrete percorrere una sbarcata di chilometri (per noi quasi 7000) dei quali, quasi la metà su piste spesso difficili, che metteranno a dura prova le vostre schiene e chiappe, oltre ai dischi intervertebrali, per chi ha di questi problemi. Inoltre dovrete dimostrare una certa adattabilità, in quanto molti dei posti più interessanti, non dispongono di strutture gradite agli occidentali, spesso dovrete dormire in tenda o anche à la belle étoile, se vorrete avere le migliori esperienze della vita di villaggi davvero genuini e isolati o in aree di deserto assoluto. Non vorre con quanto detto avervi scoraggiato, ma ripeto che questo è un viaggio impegnativo, specialmente se vi includerete qualche trekking, anche minimo, nelle aree naturalistiche più importanti (ad oltre 3000 metri si fa fatica a camminare, ve lo assicuro).
Scarificazioni rituali |
Certo tutto questo va ricordato di più a quanti come me, sono ormai dei poveri vecchietti sulla strada del tramonto, per i baldi giovanotti rotti ad ogni esperienza e palestratissimi, naturalmente i problemi sono minori, anche se magari latita la voglia. Bene, per il resto invece tutto facile perché si tratta di un viaggio che si può fare anche a budget limitato (se ci si accontenta) e logisticamente semplice e bene assistito, se vi affiderete alle persone giuste. Qualcuno lo affronta anche zaino in spalla e mezzi locali, ne ho visti girare a piedi o addirittura in bicicletta, ma qui le dificoltà a cui ho accennato potrebbero diventare insormontabili, per me almeno. Non mi farei spaventare invece dal problema sicurezza o dalla vista dello sproporzionato numero di persone che girano con il mitra a tracolla. Con le dovute cautele, non mi sembra che ci si debba preoccupare più di tanto di questo aspetto ed i kalashnikov, a cui ci si abitua in fretta, sembrano spesso più un residuo di un passato anche recente, ma,per ora destinato ad essere confinato nell'area del folklore e alla fine serviranno soprattutto per i selfie. Ho visto anche giovani ragazze bionde vagare sole in bici o su mezzi locali, apparentemete senza troppi problemi, tanto per dire. In generale, come sempre non vorrei dare giudizi avventati sul paese, esercizio piuttosto sciocco con un solo mese di esperienza in loco, tuttavia di certo bisogna dire, che questa nazione, che si sta sovrappopolando (siamo già oltre 100 milioni di abitanti), pur cercando di afferrare il treno dello sviluppo mondialistico che percorre il continente, lo fa con un certo affanno.
Arboré |
Si vede un certo fervore di attività, di costruzioni dappertutto, qualche timido tentativo di industrializzazione e di meccanizzazione agricola e l'ennesima presenza di stranieri, soprattutto come sempre cinesi, nel settore delle grandi opere, dove però siamo presenti anche noi, ma la povertà è ancora molto dura e feroce, molto essendo legato ad una agricoltura in larga parte di autoconsumo, condizionatissima alle situazioni climatiche, che rendono sempre consuete le parole carestia e fame. Il turismo, che pure è una attività destinata a svilupparsi, è ancora molto grezzo e lontano dai grandi numeri, questo sarà egoisticamente un bene per chi ci va, ma è ancora lontano dall'apporto di lavoro e giro di danaro diffuso, che ha indotto mutazioni significtive in diverse parti del mondo. Come ho trovato la gente? Quelli che hai la possibilità di conoscere a fondo o perché ne rimani a contatto piuttosto a lungo o con le quali hai qualche rapporto più complesso, si rivelano essere di grandissima gentilezza e umanità, fieri sempre di poter mostrare il loro paese, grati se dimostri interesse per le loro cose o la loro cultura, disponibili ad una grande ed imbarazzante ospitalità. Quando invece giri tra la folla, per i mercati o nei luoghi dove si raduna la gente, sarà forse per i particolari tratti somatici o per un atteggiamento di ritrosia innata, non vedi molti sorrisi, anzi la sensazione, certamente errata, è, in determinati casi, di una sorta di ostilità generica, di occhi aggrottati, di sguardi che ti chiedono cosa stai cercando.
Un caffé |
Certamente questa mancanza di feeling è accuita dalla esagerata presenza di armi o dallo stato di alterazione provocato al pomeriggio dalle abbondanti libagioni, mentre poi nella realtà tutto rimane allo stato teorico. Si dice certo che molti di questi popoli, gli Amar della Dancalia a molte tribù della valle dell'Omo, come i Mursi oi Surma e anche molti altri, siano naturalmente piuttosto fumantini e poco inclini alla trattativa, ma di più all'azione e sarà anche vero, rinvangando la storia anche recente, ma io credo, avendolo toccato con mano, che alla fine, quando stai tutta la giornata con la gente di un villaggio, che all'inizio stava sulle sue, dopo cena finisce sembra in balli, grandi bevute e pacche sulle spalle. Insomma non stiamo alla prima impressione. Comunque, tanto per tirare le conclusioni, direi che in Etiopia è bene andarci il prima possibile, prima che alcune cose si vadano perdendo e senza timori, anzi direi che chi può, dovrebbe approfittare per fare anche qualche puntata nei dintorni, che qualcuno diceva ancora piuttosto off limit, ma che stando a quanto ho visto e cioè, il contatto con molti viaggiatori che ci andavano attravesando quei confini così vicini, sono oggi, almeno in parte ritornate mete possibili e mi riferisco a Gibouti, Somalia, Sudan e adesso, dopo che finalmente è scoppiata la pace, Eritrea. Allora, il mondo è grande, non rinunciamoci!
Affreschi |
Axum |
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Bimba Tigrina |
Nyala |
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