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Leoni marini - Punta Piramides - Patagonia - Argentina - novembre 2024 (foto T. Sofi) |
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La roccia |
Anche stamattina si ritorna sulla penisola, questo vuol dire che dobbiamo rifarci un'oretta di strada già percorsa ieri, ma pazienza, in effetti domani, al contrario saremo avvantaggiati essendo l'itinerario verso punta Tombo in direzione contraria. La giornata è di nuovo bellissima e procediamo attraverso l'istmo per dirigerci a Puerto Piramides, dove ieri avevamo prenotato il giro in barca. Al casotto mostriamo il ticket di ingresso che è valido per due giorni e la ragazza ci fa transitare con un cenno di saluto. Non c'è nessuno in vista. In questi spazi la gente si perde in fretta. Solo al centro di informazione qualche macchina è posteggiata e qualcuno sale sulla piattaforma per vedere dall'alto spazi più lontani. l'uomo è così, naturalmente portato a cercar di vedere un po' più in là, è la curiosità che spinge l'umanità sempre un po' più avanti, giusta o sbagliata che sia la direzione. Poi in un attimo arriviamo alla cittadina, punto di partenza per le escursioni nautiche. Siamo molto in anticipo, il briefing prima di salire a bordo è fissato per le 11. C'è quindi tutto il tempo per andare a fare un giro sulla scogliera, costituita da rocce sedimentarie che raccontano la storia geologica di questo tratto di mare. Si tratta di concrezioni rocciose completamente costituite da ammassi di fossili marini, conchiglie di ogni grandezza e genere, impastate tra di loro come un grande blocco di cemento calato sul fondo del mare e poi riemerso e che, battuto dalle onde, forma una specie di scalinata erosa dagli eventi atmosferici attraverso i millenni.
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La costa |
Questi gradoni naturali, sono diventati così un ottimo punto di appoggio e stazionamento per tutte le famiglie di pinnipedi che da queste parti vengono a moltiplicarsi tranquillamente. A quest'ora c'è un po' più di agitazione tra i leoni marini che volgono il testone crinito al cielo come in un ruggito un po' strozzato e velleitario, come tra maschi che hanno visto al cinema il Re leone e vogliono imitarlo senza però riuscirci troppo bene. L'urlo esce in effetti un po' strozzato ed afono anche se la posizione è assolutamente uguale a quella di Mufasa sulla roccia del potere. Comunque l'avversario più debole non la vuol capire, così il confronto continua per un certo tempo prima che il giovane e non ancora esperto, rinunci e si lasci scivolare già dalla roccia nell'abbraccio dell'onda calma e carezzevole, non dico calda perché ci saranno 10°C. Camminiamo sulla scogliera e ad ogni passo senti scricchiolare le conchiglie che spuntano dalla roccia e che si frangono per il tuo peso, facendoci contribuire anche noi al fenomeno erosivo della natura. Alle nostre spalle le rocce si elevano subito formando una scogliera elevata di qualche decina di metri, quasi verticale, che i pinnipedi non hanno alcuna possibilità di valicare, rimanendo così confinati lungo la battigia, anche se credo che date le loro abitudini, non abbiano alcuna voglia di conoscere l'entroterra.
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Leoni marini |
Stormi di uccelli marini, di ogni dimensione, con lunghe zampette secche secche, si aggirano tra i colossi spaparanzati, becchettando quel che si muove tra le pozze di acqua che i marosi che sbattono la costa, lasciano ritirandosi. Nell'acqua invece nuotano paperelle di diverse specie. Insomma una bella miscela di vita che ha trovato quaggiù una sistemazione ottimale. Dall'alto si ha anche una visione completa del porticciolo che non ha veri e propri moli di attracco, ma avendo, a causa delle maree una larghissima battigia sabbiosa che si allunga per centinaia di metri verso il mare del golfo Nuevo, presenta forti difficoltà a gestire i barconi. Quelli usati per questa attività sono dei giganteschi Zodiac, se vogliamo un po' simili a quelli usati per le traversate mediterranee, su cui vengono caricate da occhiuti scafisti, le masse di turisti bramosi di andare a vedere da vicino le balene, che vengono proprio in questo golfo riparato a partorire prima di riprendere i loro viaggi infiniti attraverso i mari lontani. I gommoni quindi vengono, mediante un apposita attrezzatura formata da colossali trattori, tirati a riva dopo essere stati agganciati con lunghi tubi metallici dotati di scale e scalette per caricare e scaricare la gente.
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Baffi |
Scendiamo al punto di ritrovo dove avviene la distribuzione dei giubbotti di prammatica, a cui seguono le opportune spiegazioni, nonché qualche informazione zoologica sulle balene, per tenerci occupati almeno fino all'imbarco e anche per evitare che la gente cominci a lamentarsi tra di loro di quanto siano aumentati i prezzi e di quanto hanno pagato visto che più o meno ognuno ha spuntato un prezzo diverso e così via. A noi rimane il tempo per comunicare con una professoressa italiana che vive negli Stati Uniti e che qui era già venuta un paio di anni fa e ora ritornava per far rivivere l'esperienza alla figlia, letteralmente orripilata dall'aumento spropositato dei costi in un solo biennio. Ma d'altra arte che vuoi fare, ti sei fatto il mazzo per arrivare fino a qui e adesso rinunci alla balena? Non sia mai, dirigiamoci quindi compatti verso il mare e saliamo la scaletta che ci mette a bordo del nostro Zodiac, con terrazzina belvedere inclusa, che comunque parte a pieno carico, una cinquantina di paganti. Prendiamo il largo giusto a mezzogiorno come previsto e cominciamo a scorrere lungo la costa per uscire nel pieno del golfo. Viste dal mare le colonie di leoni marini sono ancora più accattivanti. Al nostro passaggio quasi si sporgono dal gradone dove stanno prendendo il sole a sbatterci le pinne, quasi ci volessero fare la ola.
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La coda |
Quelle in acqua, tirano fuori il muso baffuto e ci guardano intente con i piccoli occhi circolari neri, quasi volessero chiederci se abbiamo intenzione di fermarci anche noi da quelle parti. Davvero un mare che brulica di vita. Due leoni marini proprio davanti a noi si ergono sulle pinte anteriori e levano al cielo la folta criniera e lanciano il loro ruggito semimuto di sfida. Tranquilli che non veniamo a prendervi il posto. Sfiliamo lungo tutta la scogliera anche nella parte inaccessibile da terra, dove si raggruppano gli animali in maggiore quantità. Effettivamente lo spettacolo è emozionante e vale la pena di rimanere attoniti a goderselo al passaggio. Poi prendiamo il largo verso il centro del golfo di cui si vede l'altra riva lontana. Qui il mare appare di quel blu notte che non solo ti nasconde la profondità, ma che ti certifica che questo è mare vero, non quello per bagnanti da riva che non sanno neppure nuotare, abituati solamente a sguazzare sul bagnasciuga, qui non si scherza più ed infatti, anche se siamo in un tratto di mare abbastanza protetto dalla concavità della insenatura, comincia a formarsi l'onda ed il beccheggio tanto temuto dai marinai d'acqua dolce. Comunque sia, a chi non è abituato, il mare vero fa sempre una certa impressione. Così tra spuzzi violenti che arrivano da prua e gridolini di terrore o maraviglia delle turiste agghindate, dalla torre di avvistamento della barca si leva un segnale inequivocabile.
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Il muso della balena |
A ore 11 infatti ecco che è stata avvistata la balena, che evidentemente è lì che ci aspetta, anzi forse si stava irritando per il nostro ritardo, non sappiamo infatti se avesse o meno un regolare contratto con l'ufficio del turismo, che vuole assolutamente evitare che gli spettatori paganti se ne tornino a bocca asciutta senza aver visto nulla e pronti a sonore proteste. Il gommone spinge i motori a tutta forza ed in breve arriva proprio di fianco al gigantesco animale; che adesso si mostra in tutta la sua potenza. Tira su verso l'altro il mostruoso muso, rimane fermo un po' a guardarsi intorno, poi prende lo slancio, si inarca e si inabissa col classico movimento in cui rimane sollevata soltanto la coda, prima di tuffarsi verso il fondo tra gli spruzzi, ma senza rimanervi a lungo, riemerge infatti a pochi metri o passa sotto la barca, così che tu ne possa intravedere la sagoma enorme che sfila via veloce per risollevarsi un poco più in là. Poi prende lo slancio e si solleva quasi in aria, come se fosse senza peso prima di lasciarsi andare con uno splash scenico e rumoroso, inabissandosi nuovamente. Effettivamente è un bello spettacolo, visto che si sta ad una decina di metri dall'animale più grande del mondo, che continua a giocare attorno a noi, anche lui evidentemente curioso e disponibile.
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In mano agli scafisti |
Continua a muoversi adesso in maniera rettilinea mostrando il grande dorso grigio che sinuosamente segue la forma delle onde, poi ancora si ferma e rimane in posizione verticale nell'acqua. pare sia un giovane maschio di balena franca di un paio di anni, quella più comune in queste acque, che rimane ancora almeno un mese prima di prendere il largo. Una quindicina di metri di animale che adesso è quasi fermo e si esibisce in uno spruzzo consistente dal foro superiore, che sale in alto per qualche metro, tranquillo e senza paura, visto che adesso non c'è più il pericolo di sentire il grido che arrivava dalla nave baleniera: "Eccola che soffia", in seguito al quale, con gli arpioni pronti, cominciava la caccia spietata. Altri tempi certamente, adesso le balene possiamo godercele così, quasi toccandole, anche loro ci hanno accettato, firmando così una specie di patto tra specie, che sembra aver siglato una pace provvisoria almeno tra uomo e animale, viso che tra gli uomini sembra proprio un cosa impossibile da farsi. Insomma il tempo passa veloce ed a forza di girarci intorno, alla fina la nostra balena se ne va e non rimane il tempo per cercarne un'altra tra quelle che se guardi bene all'orizzonte vedi lontano, bisogna tornare a riva, capirà sono già quasi le due e il trattore ci aspetta per trainarci lungo il centinaio di metri di spiaggia dorata dal sole che adesso è quasi a picco sulle nostre teste. Gli scafisti ci fanno premura affinché abbandoniamo la nave. Rimane giusto il tempo per un po' di selfie davanti al monumento alla balena sulla piazza antistante e già passano a recuperare i giubbotti rossi, altro giro, altro regalo.
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Il monumento |
SURVIVAL KIT
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Gli Zenit |
Avvistamenti delle balene - A Puerto Piramides, si organizzano ogni giorno da agosto a dicembre le uscite in gommone per vedere le balene. Sono diverse le agenzie che organizzano. La durata è di circa un'ora e mezza, due ore e in questo periodo l'avvistamento delle balene è quasi garantito. Durante l'uscita dal porto si vedono molto bene dal mare le colonie di pinnipedi sulla riva. L'escursione si può pianificare in diversi modi. Se non avete un vostro mezzo, ci sono escursioni di gruppo di un giorno intero (10 ore) alla penisola che includono anche il giro in barca per l'avvistamento, che vanno oltre i 300 €. Se potete arrivare coi vostri mezzi a Puerto Piramides rivolgetevi alle agenzie che offrono il tour (una si chiama Bottazzi, un'altra Southern Spirit, la nostra Whales Argentina) più o meno agli stessi prezzi. Al momento vengono offerte in rete sui 150 €, ma se arrivate lì e non c'è troppa richiesta, si può trattare soprattutto se pagate in dollari contanti. Noi abbiamo concordato 88 $ a testa. Ovviamente l'esperienza con le balene vale la pena, visto che arrivi quasi a toccarle. L'uscita comunque dipende dal tempo e può essere annullata in qualunque momento. Ecco perché conviene passare il giorno prima, se vi fermate due giorni, trattate il prezzo e vi dicono le ore delle uscite previste in base al meteo. Come opzione alternativa, se siete lì in un periodo dell'anno in cui non ci sono le balene, vengono organizzate da Puerto Madryn le uscite per vedere las Toninias, i delfini bianchi e neri.
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Balena franca
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Cucciolo |
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