giovedì 10 aprile 2025

Sudamerica 46 - Addio Argentina

Murales a La Boca - Buenos Aires - Argentina - novembre 2024
 


Plaza de Mayo
Lasciamo Plaza de Mayo, che è poi il cuore vero della città e ne esprime l'anima, anche per tutti i suoi risvolti storici. Sul pavimento della piazza, ci sono i loghi dei fazzoletti delle Abuelas, che mi risulta si ritrovino ancora qui di tanto in tanto, ma non so se con il nuovo corso la cosa verrà ancora permessa, che si stanno sbiadendo a  poco a poco. In fondo la bella piazza ha comunque un senso di vaga tristezza, anche se è pur vero che non si vedono i segni della povertà assoluta che pare regni nei quartieri più periferici. Passeggiamo ancora un po' per le belle vie circostanti tra bei palazzi e antiche librerie, segno della importante vita culturale che ha sempre regnato in città. Facciamo il giro largo per passare anche nella Recoleta, il quartiere più elegante della capitale, che è anche quello che enumera la serie di palazzi architettonicamente più interessanti. Per la verità la vera attrattiva della Recoleta sarebbe il cimitero dove sono tumulati i nomi storici  più importanti dell'Argentina, in un famedio molto visitato anche dai turisti. Ricordo che quando ci andai, alla tomba di Evita, c'era un vero e proprio pellegrinaggio. Il personaggio è stato talmente idealizzato che il culto resiste ancora a così tanti anni dalla morte. 

La forza del populismo è incredibile e difficilmente si riesce ad avere un resoconto della realtà storica ed economica reale; chi scrive di storia non riesce mai ad avere la corretta distanza e l'imparzialità, per raccontare i fatti senza influenzare i giudizi o le tendenze pregresse del lettore e se il tempo che è passato dai fatti è troppo, diventa quasi impossibile separare la realtà dalla leggenda, perché alla fine anche il ricercatore più attento deve andare ad attingere a fonti di cui non può facilmente verificare quanto le tendenze non abbiano inficiato il racconto pedissequo dei fatti, oltre al problema che col passare degli anni è impossibile ricostruire il sentire del momento, il calore delle passioni, l'alito caldo della folla che acclama nelle piazze. Difficile il mestiere dello storico vero e scientifico. Noi intanto che siamo solo dei tritacarta poco profondi, percorriamo il lungomare ed il porto per arrivare alla Boca, il quartiere certamente più turistico della capitale. E' davvero un insieme molto caratteristico di case coloratissime e locali dove viene offerta in blocco tutta la paccottiglia classica, calcio, tango e pampas insomma. Le strade sono piene di gente in costume e un sacco di persone vestono ancora la maglietta a strisce del Racing, visto che evidentemente non sono ancora terminati i festeggiamenti per il trionfo nella Coppa appena vinta. 

In giro poi ci sono un sacco di aspiranti sosia adi Maradona e di Messi, gli idoli ormai immortali del pallone, anche se il primo in effetti è già morto, che inoltre campeggiano a statura gigante in diversi  murales che fano capolino sui muri delle case. Ci inoltriamo nel dedalo delle viuzze e dei vari negozietti. Di affari veri non ce ne sono, ma non possiamo esimerci dal lasciare comunque il nostro obolo. Io, in barba alla glicemia montante, mi lascio convincere da un paio di barattoli (giganti) di dulce de leche, la vera manna per i diabetici, visto che se bisogna peccare meglio farlo in grande e poi rimango a guardare l'orda dei visitatori calati dai pullman disposti ad acquistare qualunque cosa che si aggirano tra banchetti e negozi riempiendosi le borse di barattoli e calamite da frigo. Questo è certamente il dolce più famoso dell'Argentina, una crema spalmabile densa e dolcissima, una sorta di mou caramellato che si usa tal quale o in combinazione nella farcitura di ogni tipo di dolce. Te la trovi sempre a colazione, come la Nutella, o a fine pranzo nei vari postres che i ristoratori propongono. E' come una droga, una volta cominciato non riesci più a smettere, per noi dolciofili, poi, si rischia subito l'astinenza 

Non sia mai, meglio averne una buona scorta per quando si sarà ritornati a casa. Certo qui non senti povertà, d'altra parte di Porteñi veri, da queste parti non ne vedi di certo e quindi il giudizio rimane decisamente snaturato, tuttavia questo quartiere rimane un piacevole e gioioso intermezzo in una città, che mi ha dato comunque un senso di dimessa tristezza, in contrasto con l'immagine gioiosa e festaiola che avevo degli argentini in generale, come se da anni ci fosse in corso una lunga notte che non passa mai e della  quale non si scorge l'alba. Uscendo dalla Boca si fa una bella passeggiata sul lungo porto, per fortuna la giornata è bella e piacevole. Ritorniamo nel centro e ci fermiamo ancora a San Telmo, visto che anche se non è domenica, in una zona della piazza ci sono sempre delle bancarelle di giargiattole e per le signore il momento delle collanine e dei braccialetti mette sempre tutto in stand-by. A fianco ci sono dei bei negozi di antiquari ed all'interno scorgi pezzi molto interessanti. Tuttavia molte saracinesche sono abbassate e alla vista forse per sempre. C'è un po' in giro un senso di disarmo, che vedi serpeggiare nelle città quando le cose non vanno molto bene e il commercio minuto è il primo a risentirne. 

Sembra proprio di essere in certe vie della mia città, piena di negozi chiusi e di vetrine impolverate, che non è degrado, ma solamente abbandono causato da una resa, speriamo non definitiva, alla crisi economica, al venir meno della speranza che il commercio riesce a dare quando tutto gira e le luci sono accese. La nostra purtroppo è una città di vecchi senza idee e priva di iniziative e quindi in una certa parte questo si può anche comprendere, ma qui è pieno di gioventù e tutto questo non è bello. Alla fine, trotta di qua e trotta di là siamo anche un po' stanchi, ma è anche arrivata l'ora per andare al traghetto. che poi è una vera e propria nave che fa due vote al giorno la tratta Buenos Aires - Montevideo e ritorno. Ci sarebbe anche la possibilità di traghettare a Colonia, sempre in Uruguay e subito di fronte in un terzo del tempo, ma poi bisognerebbe prendere un pullman che ti porti fino alla capitale, per cui abbiamo optato per questa più comoda anche se più onerosa opzione. Così imbarchiamo i bagagli, dopo aver salutato l'amico tassista che ci ha scarrozzato egregiamente per tutta la giornata e ci apprestiamo a rendere posto sul grande catamarano che effettua la tratta, operazione che si rivela un po' lunghetta. 

Mentre si aspetta, per la prima volta nei trasporti argentini dobbiamo constatare un po' di ritardo, si mangiucchia qualche cosa al bar e devo dire che la capacità delle ragazze alla cassa a calcolare il resto accoppiato alla complicazione del cambio dollaro-peso, disarma veramente. Anche calcolatrice alla mano vedi fronti aggrottate e occhi dubitosi della precisione di un calcolo che non appare a prima vista così complesso, così che alla fine dello scambio di banconote, rimane negli occhioni sbarrati della ragazza quel senso di dubbio che cerco invano e senza risultato di tranquillizzare. Alla fine comunque riusciamo a procedere e a penetrare nei grandi saloni della nave, capace di molte centinaia di passeggeri, che nella realtà è poi semivuota e cominciamo la traversata che durerà alla fine quasi tre ore. Per la verità il panorama al di là dei grandi finestroni non ha grande interesse; le due linee dell'orizzonte sono piatte e senza significato e talmente lontane dall'essere quasi invisibili, mentre la superficie del Mar del Plata liscia come l'olio, per cui aspettiamo solo il momento di sbarcare. Così ecco che abbiamo messo piede anche in Uruguay, il quinto paese che tocchiamo in questa scorribanda latino-americana. Un altro dei paesi fatto crescere quasi completamente dagli Italiani con il loro lavoro ed il loro sacrificio di emigranti. 

Ed infatti ecco la sorpresa, ad aspettarci all'arrivo la famigli al completo dei parenti dei nostri due compagni di viaggio, che sono arrivati a Montevideo a metà del secolo scorso e qui hanno vissuto con i loro figli e nipoti per tutta la vita e che hanno accolto anche noi come amici di lunga data. Questi incontri sono alla fine davvero commoventi, perché c'è sempre molto di più che un semplice rivedersi di parenti che non si incontrano da tempo. Qui si mescolano tutta una serie di sentimenti profondi, che certamente hanno alla base il piacere di un ricongiungersi di famigliari che arrivano da lontano, ma anche certamente quel sentimento di nostalgia per quella che rimane comunque la tua terra di origine che è comunque per sempre parte di te e che l'incontro tra parenti lontani, ravviva per il senso di appartenenza ad una comunità di cui conservi per sempre l'orgoglio anche a distanza di generazioni. Devo dire che questa parte del viaggio ha rappresentato anche per noi, un piacere e un'esperienza unica, soprattutto per come ci siamo sentiti circondati dal senso di affetto e di benvenuto che ti fanno sentire davvero a casa. Così dopo un rapido passaggio in albergo, la cena di famiglia in un bellissimo ristorante a base di specialità uruguayane, dove la carne ha ovviamente fatto la parte del leone, ci ha fatto trascorrere una bellissima serata, chiacchierando con i nuovi amici della nostra esperienza e degli aspetti della loro vita attuale. Domani poi, ci è stata addirittura organizzata una giornata completa per visitare in dettaglio la città. Più di così, non saprei cosa dire.

Suonatore di Bandoneon

SURVIVAL KIT

Traghetto per Montevideo - Prenotato dall'Italia con Direct Ferries portale da cui puoi prenotare qualunque traghetto nel mondo, ma ho visto che teoricamente si può prendere anche lì direttamente perché è pieno sempre a metà, quindi forse risparmiando qualcosa.. Più comodo dell'opzione via Colonia + bus che consentirebbe però se prendete quello del mattino di dare un'occhiata anche alla città coloniale storica. Partenza alle 16 arrivo alle 19 circa. E' costato 119 € a testa. Bisogna presentarsi all'imbarcadero a Puerto Madero almeno due ore prima per l'imbarco dei bagagli e il chech-in.

Hotel Europa  - Colonia 1341- Montevideo Centro - Bell' Hotel 3 stelle in buona posizione centrale. moderno e pulito. Camere spaziose, bagno ottimo e fornito, letto queen. TV, AC, free wifi, frigo minibar, bella hall. Colazione inclusa, sontuosa. Probabilmente l'hotel migliore dell'intero giro, consigliatissimo. Camera doppia 54 €.



A San Telmo
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