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sabato 21 aprile 2018

Euroflora 2018

Qualche aiuola di Villa Grimaldi

Uno dei più bei bonsai esposti
E' tornata, Euroflora è tornata! Già, la si era data per dispersa e invece sembra che ce l'abbiano fatta a resuscitarla dalle ceneri, un po' araba fenice, un po' occasione per Genova. Dunque, tanto per informarvi, io sono un ultradecennale assiduo frequentatore della manifestazione, per motivi tecnici, in quanto sono stato chiamato, come nelle passate edizioni, a partecipare alle giurie internazionali per l'assegnazione dei premi ai tanti concorsi che sono istituiti nella mostra, quest'anno erano oltre 250, con più di 150 persone impegnate nelle giurie. Cosa c'entro io con tutto questo? Vi ricordo sommessamente che io non sono stato sempre nullafacente cronico come qualcuno di voi pensa, ma nella mia vita precedente a quella del pensionato sono stato agronomo e quindi un qualche minimo titolo a trovarmi in questo mondo lo possiedo. Dunque anche quest'anno ho avuto la convocazione che mi ha condotto a trascorrere una piacevole giornata, con un tempo splendido, in riva al mare a godermi in anteprima quella che è stata in passato giudicata come una delle più importanti floralie del mondo. Come forse sapete, le vicende della Fiera di Genova dove si svolgeva la manifestazione e la crisi economica e dei fondi da dedicare a queste cose, aveva provocato la sospensione di questo appuntamento quinquennale, che è stato ripreso quest'anno dopo sette anni dall'ultimo appuntamento, ma con un approccio diverso. 

Una delle vedute dal parco
Se le passate edizioni volevano soprattutto avere un approccio economico al mondo del florovivaismo, settore importantissimo per la Liguria, con la partecipazione convinta di moltissime realtà commerciali e addirittura una intera parte dedicata alla vendita ed alla promozione del settore e delle attività ad esso collegate, questa volta, l'approccio è, almeno apparentemente, più rivolto alla fruizione turistico paesaggistica di questo mondo da parte degli amatori e di chi cerca spazi da fruire nella bellezza della natura, degli alberi, dei fiori, pur rimanendo legato al mondo delle scuole del settore (fondamentale l'approccio dato da loro con centinaia di ragazzi volontari) e delle aziende che promuovono questo comparto produttivo, che va dalla progettazione dei giardini, al florovivaismo più spicciolo, con un occhio ancor più rivolto al crescente interesse verso l'architettura del paesaggio. Quindi le novità sono state rappresentate soprattutto dalla location scelta, che invece di essere costituita dalle fredde superfici di cemento di una fiera, dove al termine della manifestazione entrano le ruspe e fanno spazio a chi arriva dopo, si svolge invece nei tre parchi contigui di una delle più belle zone di Genova, quella Nervi delle ville famose affacciate sul mare. Quindi una bella area di verde pubblico che occupa ben 8 ettari delle tre ville più famose della zona. La scelta dell'area è anche interessante perché, la logistica nega al buon senso l'approccio in macchina, data l'assoluta mancanza di parcheggi. 

Orchidee
Sono pertanto state previste molte possibilità di navette dai vari punti della città e soprattutto l'ingresso principale è situato proprio all'uscita della stazione ferroviaria di Nervi, che ne rende quindi comodissimo l'accesso. Naturalmente nei 15 giorni di apertura ci saranno un sacco di eventi e di manifestazioni collaterali, che potrete vedere qui nel sito, oltre alla concomitanza in città della bellissima mostra su Ligabue. Insomma una occasione interessante per fare una scappata al mare, anche se dovete, per onor di cronaca dimenticarvi dei fasti e degli splendori espositivi degli anni passati, quando i soldini scorrevano a fiumi. Io, dopo aver ottemperato al mo dovere di giurato, me la sono goduta in tutta tranquillità potendo essere già all'interno fin dal mattino e spaziare tra gli spazi ancora privi delle attese folle oceaniche. Privilegi di casta insomma. Per onor di cronaca e di orgoglio di casta vi informo comunque che il primo premio assoluto della manifestazione (e assicuro che io non ero in quella giuria, a scanso equivoci), è stato vinto dal mio compagno di scuola Castagno Vivai di Ceretta (To), date pure un'occhiata al sito, è una marchetta che faccio più che volentieri. Anzi alla sera ho potuto anche approfittare della cena di gala offerta ai magazzini del cotone al porto vecchio. Per onestà di cronaca, vi certifico, che data l'età ed il calo di resistenza fisica di un reduce etiope, verso mezzanotte me la sono filata all'inglese senza usufruire del biglietto graziosamente offerto per un giro sulla adiacente ruota panoramica, previsto come dulcis in fundo dopo la torta monumentale. Giornata piena insomma che vi invito a non negarvi. (Il biglietto di ingresso intero costa 23 €).



mercoledì 24 aprile 2013

Gatti neri a Genova.

immagine dal web


Genova a novembre, nelle giornate grige in cui mare e cielo si mescolano in un fondale cupo e un poco triste. Genova quando la sera scende da ore, ma la notte sembra non arrivare mai e tutto si si attenua a poco a poco, mentre un vento forte che ti gela  le ossa corre tra i vicoli che vanno al mare. Non sei mai vestito abbastanza a Genova quando comincia a fare freddo. C'è sempre quell'idea che in fondo sei al mare, così la spina umida e sferzante, ti prende alle spalle e sembra trafiggerti la gola. Manu tornava a Genova dopo molti anni. Anni vissuti in paesi caldi e colorati, pieni di profumi intensi e di ricordi diversi. Mentre l'oscurità calava nascondendole i pochi punti di riferimento a cui riusciva a dare un nome e un senso, si stringeva sempre di più nella sua giacchetta leggera, barriera fragile ai refoli impetuosi che scendendo da nord facevano sbattere imposte mal tenute e immondizie abbandonate negli angoli dei carrugi. Forse l'ora, forse quel tempo fastidioso, ma non c'era proprio nessuno in giro, solo l'umidità sul selciato sconnesso e un senso di inquietudine ambiguo. Proprio non se la ricordava quella parte della città, a lei sconosciuta e non frequentata neppure quando a Genova ci viveva, prima di lasciare tutto in un gesto di protesta e di libertà. Affatto diversa da come se la ricordava, come una città straniera che incontri per la prima volta. Aveva solo un quartiere ed un indirizzo in testa. Una nuova amica conosciuta per caso, un invito simpatico, una serata da costruire. 

Si alzò alla meglio il bavero colorato come i suoi sogni e si infilò più a fondo tra le vie storte e nascoste. Dietro ogni angolo cambiava direzione, guardando in alto i nomi dei vicoli, leggibili a fatica sulle targhette sbrecciate, alla luce fioca di lampioni vecchi e malandati, senza trovare il nome che cercava. La seguiva solo il rumore dei suoi passi, quasi un rimbombo, un eco sordo che rimbalzava tra le pareti alte delle case ricoperte di scritte sugli intonaci sfioriti dal tempo. L'umidità nell'aria era quasi mutata in pioggerellina minuta e fastidiosa che infradiciava i suoi bei capelli lunghi dalle sfumature rosse. Manu continuava a girare angoli, a percorrere piccole salite spossanti. Ad un tratto le sembrò di essere già passata davanti a quella saracinesca abbassata e coperta di ruggine, un po' sfondata e rigonfia da un lato. Si era persa. Proprio nella sua città di ragazza inquieta che l'aveva respinta e che adesso dopo tanti anni non la rivoleva indietro. Se almeno ci fosse stato con lei Richard, che le faceva sempre da guida a Caracas, anche nei quartieri più difficili, pur così allegri e pieni di colori. Certo la sua taglia da istruttore di palestra, le aveva sempre dato una sicurezza che ormai sembrava essere sua, trasmessa dalla sua vicinanza, così che anche tante altre vecchie paure se ne erano ormai andate. Ma qui, col buio sempre più fitto, tante certezze sembravano venire meno. Un'inquietudine quasi fastidiosa che sembrava tornare dal passato. Come le mancavano quelle spalle robuste, quel sorriso sornione, quei capelli neri e folti, i baffi sottili e la voce a toni bassi sempre gentile.

 E le sue magliette nere e la pelle che sapeva di buono. Ancora un angolo stretto e neppure un lampione acceso a illuminare in alto un nome illeggibile. Manu si fermò senza sapere più quale direzione prendere. In un angolo, in basso sopra un gradino di ardesia, vicino ad un grande vaso di rosmarino seccato, due occhi gialli la fissavano nel buio. Stavano lì ad aspettarla, ipnotici, leggermente rivolti verso l'alto, quasi infastiditi per il prolungarsi dell'attesa, come stizziti verso chi arrivasse in ritardo ad un appuntamento. Manu rimase immobile a guardarli, poi il grande gatto nero allungò la coda verso l'alto, inclinò un poco il muso, osservandola con attenzione come per essere sicuro di aver trovato la persona giusta, stirò la schiena, scese il gradino e si avviò verso la strettoia in fondo al vicolo. Senza darsi una spiegazione, Manu lo seguì dietro l'angolo. Fecero quasi insieme diverse deviazioni, prima una via larga, poi un carrugio stretto e male illuminato; dietro ogni angolo, il grande gatto nero, si fermava un attimo, si voltava verso di lei come ad essere sicuro che lo seguisse. Ancora una curva, una ripida scala e di colpo, ecco il gatto si era fermato davanti ad un grande portone di legno, una piccola lampada che illuminava un numero: 16. L'indirizzo cercato. Il muso nero la guardò un momento dal basso con un ronfo leggero, sembrava sorridere sotto i baffi lunghi e sottili, il pelo nero e folto, poi si girò di scatto sgattaiolando via leggero. In un attimo scomparve, come non fosse mai esistito. La porta si aprì e Manu, con uno scrollone alla giacca inzuppata, poté entrare finalmente nel calore della casa amica.


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giovedì 21 aprile 2011

Euroflora 2011.




Euroflora è una magia che si ripete ogni cinque anni, sempre uguale e sempre diversa. Sarà che l'uomo si sente naturalmente affascinato dal verde dagli alberi, ma soprattutto dai fiori, per giustificare il successo travolgente che ha questa, come del resto altre manifestazioni simili. Un sacco di persone sono ben contente di pagare un biglietto per passeggiare, ammirare, godere di piante che arrivano da tutte le parti del mondo. Certo si dirà che questa edizione è in tono leggermente minore a causa della crisi e dei soldini che mancano. Certo tutti, se possono, limitano le spese, ma non rimarrete comunque delusi da questa che comunque rimane un punto fermo tra le floralies europee.




Io, essendo stato coinvolto per fare il giurato in 5 dei numerosissimi concorsi, me la sono potuta godere, diciamo in privato e con più calma, nella giornata che ha preceduto l'apertura, evitando la folla pressante che sicuramente ci sarà nei prossimi giorni. Che delizia passeggiare tra i vialetti, facendosi largo tra le fronde, confrontando i concorrenti, valutando la consistenza dei capolini, la grandezza di petali, i colori, la rispondenza varietale. Discutere sulla bellezza è sempre una cosa straordinaria, farlo con la simpaticissima e competente signora con cui mi sono accompagnato è stato anche un piacevole privilegio. Un tripudio di colori e di cose belle, anche se alla sera il gonfiore ai piedi si è fatto sentire in tutta la sua potenza distruttrice. Per fortuna che i delicati piatti a tema floreale della cena della premiazione, hanno saputo attutire il grido di dolore. Accompagnati da fragranti focaccine, ecco incedere bagnati da un profumato pigato, pinzimonio nel bambu, riso con seppioline, spigola ripiena di verdure e gelato al cioccolato elegantemente presentati, mentre i membri delle varie giurie si mimetizzavano tra le felci per sottrarsi alle ire di chi aveva mancato di poco gli ambiti premi. Per dare gioia anche a voi ecco le foto dei piatti, per i fiori, mi spiace, ma dovrete pagare il biglietto.











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