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mercoledì 18 maggio 2011

Fantasmi del passato.

Anche quando gli eventi della vita portano a grandi cambiamenti, anche quando le situazioni nuove ti fanno dimenticare fatti ed abitudini, ecco ogni tanto che un accadimento inatteso riporta alla luce fantasmi di un passato che pensavi ormai appartenere ad un' altra vita, ad un diverso modo di essere e tutto questo ti avvolge d'improvviso, nel bene e nel male in una sorta di ovattato limbo dei ricordi. Il fatto immediato perde di importanza, il filo del tempo si raccorcia e  riappaiono vividi i momenti che parevano sfumati negli angoli della mente che il tempo sa così bene oscurare. Basta una similitudine, qualche cosa che faccia scattare il contatto elettrico tra le sinapsi addormentate. Il catalizzatore per me, questa volta è stata la conclusione dei lavori all'interno della navata centrale del mio bagno, accusato come già vi ho detto di bagnare il soffitto del mio sottovicino. La banda di guastatori, penetrata con un colpo di mano nel mio compound, dopo aver dilaniato muri e pavimento, colpito con proiettili intelligenti il punto individuato dall'intelligence, ha lasciato il campo ritirandosi senza aver subito perdite, anzi dichiarando di averle riparate.

Io, prostrato dal blitz del commando, ho lasciato che il corso degli eventi procedesse, permettendo che la furia nemica passasse su di me e, usando la tecnica del milite iracheno nella prima guerra del golfo, ho nascosto la testa nella sabbia, lasciando che le truppe mi travolgessero per arrendermi senza condizioni, purché se ne andassero in fretta. L'occupazione però è durata a lungo e oggi che l'orda barbara di muratori, piastrellisti, idraulici ha lasciato il paese dopo aver preteso naturalmente il pagamento dei pesanti danni di guerra, mi guardo attorno smarrito sebbene finalmente libero. Certo questa situazione dà una certa serenità e lenisce la constatazione estetica delle pezze che costellano alla meglio il pavimento, ma la vista del nuovo water non riesce che ad incrementare la sensazione di sconforto profondo che ti prende inevitabilmente in questi casi. Lo so, ero io che dovevo prendere in mano il problema, ma quando sei prigioniero in balia del waterboarding (la sostituzione del water per chi non ha dimestichezza con le lingue) ti lasci andare e dici: fate voi, basta che finiate in fretta col vostro sporco lavoro, confesso tutto. Così il capo degli idraulici (quello che faceva la parte del buono) mi ha assicurato di stare tranquillo che avrebbe scelto lui la tazza più adatta ed io l'ho lasciato fare.

Ed eccomi qui a constatare tristemente che la tavoletta scelta per la bisogna è di un tipo leggerino, di minima qualità, di certo inadatta a reggere il peso di grossi personaggi come me. So già come finirà. Un giorno, quando, spinto dalla necessità irrefrenabile, mi lascerò andare, mentalmente impegnato in altre più impellenti urgenze, senza porre l'attenzione specifica, accadrà l' inevitabile tragedia. Già mi par di sentirlo lo schianto terribile, il rumore secco della debole plastica che si spezza minacciando danni e ferite anche irreparabili. Ed ecco, come accade di norma quando sei in grave pericolo di vita,  che riemergono i fantasmi del passato, le analoghe situazioni in cui le mie due perfide colleghe si facevano beffe di me dopo che per ben due volte la fragile plastichina dell'asse del cesso comune dell'ufficio si era frantumata rovinosamente al mio pur lieve passare, facendo di me, incolpevole vittima, oggetto di lazzi di ogni tipo, addirittura mettendo in circolazione odiosi pamphlet sull'argomento e indicandomi, a causa della mia pur contenuta massa corporea, come terminator implacabile della tavoletta di uso comune. Pensavo di avere ormai seppellito per sempre questi traumi del passato, ma non c'è niente da fare, nella debole psiche umana nulla si cancella e le ferite rimangono beanti per sempre. Toccherà cambiarla 'sta benedetta tavoletta.



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martedì 10 maggio 2011

Borotalco.

Immagine dal web (non è roba mia!)
Volete mandare una maledizione potente a qualcuno, fargli dare le testate nel muro, portarlo alla perdizione? Lasciate da parte bamboline vodoo, esorcismi e pozioni wannamarchesche apportatrici di negatività. Mandategli a casa i muratori. Non c'è verso, sia che decidi una pur minima sistemazione o che il tuo vicino di sotto denunci una perdita dal soffitto, ariva il Giorno del giudizio, l'Armageddon finale in cui apri la porta e la schiera dei dannati passa sul tuo corpo, inutile sbarramento al maligno e penetra irrimediabilmente nella tua intimità. Comincia così il vortice malefico che ti trascina in un gorgo senza fondo da cui è impossibile sfuggire. Intanto la macchia di umido c'è, quindi non se ne esce, bisogna spaccare. L'appuntamento è per il primo mattino e già questo basterebbe a tritare l'umore del pensionato vagotonico che non riesce a ragionare prima delle 10 della mattina, perchè se le canaglie si sono annunciate per le 8 in punto, ti devi levare alle 7 per rassettarti alla meglio per arrivare ad essere vigili al momento dello sbarco.

Naturalmente poi, la prima pattuglia di incursori non arriva appunto che alle 10, perchè si sa, gli impegni sono tanti e si fa quel che si può. Anche se hai provveduto a liberare l'ambiente da tutto il possibile, lo spazio non basta mai e tra attrezzi, cavi, picconi e trapani, oltre a sacchi di materiale che spandono polvere mefitica per tutta la casa comincia lo scavo del tunnel della TAV, che essendo stata stoppata in val di Susa deve forzatamente utilizzare uomini e mezzi da qualche altra parte. Subito viene estirpata a forza la tazza, che diventerà di colpo inservibile, tra ghigni di disapprovazione delle maestranze che buttano un occhio nella voragine crollando la testa e scambiandosi segni d'intesa. Qua è tutto vecchio, marcio, per forza che perde, bisogna senz'altro rompere tutto, bombardare, rifare da capo a piedi, sempre sperando che non si trovi di peggio e gettano gli occhi al cielo, invocando chissà quale santo protettore. Intanto tra scavi, trapani e tagli di piastrelle, nell'aria si spande un polverino sottile che ti impasta i denti di un sapore allo stesso tempo insano e carezzevole, come quando bambino venivo avvolto, a bagno finito da odiate nuvole di borotalco fastidiosissimo. I lavori comunque procedono con pause e laschi da incubo.

Capirai bisogna coordinare muratori e idraulici, due specie che probabilmente si odiano e si respingono per natura e sono impossibilitate a operare in coordinazione, forse dalla genetica che li ha resi incompatibili come tempistica. E bene va che non c'è bisogno degli elettricisti, diversamente il bailamme sarebbe totale. Marcano il territorio alternandosi, fiutando il lavoro di chi ha appena lasciato il campo e rilevandone gli irrimediabili errori appena compiuti che costringono ad accumulare altri lavori malfatti, ma sempre a causa dei precedenti. Ognuno dei due animali tiene comunque d'occhio la sua preda, anche se sa bene che alla fine se ne spartiranno le spoglie. Ce n'è sia per le iene che per gli sciacalli, basta saper aspettare il turno. Intanto i ritmi del povero pensionato, a cui i multiformi ed inderogabili impegni sono stati ormai sconvolti irrimediabilmente adegua la sua vita i cui ritmi circadiani proseguono ormai in funzione dei lavori in corso. La perdita è individuata, forse, ma tutto è sempre in grembo a Giove, speriamo che sia questa. Allora si procede con la sostituzione di braghe (i pantaloni non c'entrano, quelli bisognerà calarli solo alla fine) e tubi vari e dopo altre levatacce infami ricominciano finalmente le opere murarie di ripristino.

Naturalmente non ci sono più piastrelle idonee e vengono suggerite toppe fantasiose, ché in ogni muratore c'è l'anima dell'architetto. Alla fine non hai più le forze per controbattere, fate quello che vi pare, non posso mica morire, basta che mi rimettiate 'sto maledetto water. Calma, calma, ci vogliono almeno due o tre giorni perché il lavoro si asciughi, non vorrà mica mandare tutto in vacca? Ho capito, maledizione, ma se con lungimiranza non avessi investito la mia liquidazione in un secondo bagno, come la risolvevo? Per una settimana andavo al bar qui sotto o dovevo farla nel vaso e andare poi a riporla nei cassonetti in cortile, che non è neanche bello con tutti che ti guardano dai balconi! Fate quel che vi pare, ma vi avverto che se a bocce ferme, la tazza non è posizionata in modo che l'asse rimanga alzato, faccio un macello. Per ora se ne sono andati facendo spallucce e lasciando montagne di macerie e polveri coperte dalle attrezzature per il traforo.



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