domenica 6 novembre 2011

La storia di Awa.

Awa era una bambina bellissima. Veniva sulla spiaggia a giocare e le piaceva fermarsi per stare vicino a qualche toubab, quegli stranieri con la pelle così rosa che dopo un giorno o due diventava rossa vermiglia come il nastro che teneva per fermare le sue bellissime treccioline. Fece amicizia con una famiglia a cui quella spiaggia sembrava un sogno meraviglioso e che andandosene decisero comunque di ritornare prima o poi solo per gli occhi meravigliosi di quella bambina. Passò qualche anno e la bambina era diventata una ragazza molto bella dalla pelle di ebano e dal portamento regale. Continuava a venire sulla spiaggia per tentare di vendere qualche collanina o qualche statuetta, ma la vita era molto difficile. Una sera però, quando i turisti se ne erano andati tutti nello loro belle case sulla spiaggia e la notte era scesa di colpo come accade qui, né la sua bellezza, né le sue preghiere bastarono per fermare la furia di possesso di un ragazzo che da qualche giorno le stava appresso con insistenza. Se ne tornò a casa piangendo, come già a molte sue amiche era accaduto, con la sola speranza che quel giovane tornasse a sposarla per evitarle la vergogna. Ma lui tornava solo ogni tanto per averla e quando ebbe la bambina, sparì per un po'. Era troppo per la famiglia, che come si fa in questi casi la cacciò di casa, con la bambina a cercare rifugio in una baracca vicino alla spiaggia. Sapeva che il suo futuro sarebbe stato terribile come a tante altre la cui colpa era quella di essere state violate perché troppo belle. 

Ma la ragazza era intelligente e decisa. Per la sua bambina avrebbe fatto qualunque cosa. Cominciò a proporre ai turisti di fare loro le aragoste alla griglia sulla spiaggia, sapeva che questo piaceva molto. Si faceva anticipare i soldi, andava al mercato dei pesci di Mbour e tornava alla spiaggia dove vicino alla baracca le cucinava, per loro. Forse piangeva cullando la sua bimba, quando accadde una cosa talmente imprevedibile da non potere essere neppure sognata. Davanti alla baracca passava proprio quella famiglia che anni prima l'aveva conosciuta ed amata. Si riconobbero subito come se qualche cosa avesse preparato con cura quell'appuntamento. La aiutarono e poco a poco riuscì ad avere un localino dove accogliere i bianchi che venivano, dopo averla conosciuta sulla spiaggia. La aiutarono poi a costruire una piccola casa e avendo ormai recuperato credibilità sociale si sposò ed ebbe altri figli. Adesso le cose vanno bene, il localino fa sempre le meravigliose aragostine alla griglia assieme alle brochettes di pesce con un riso e cipolle da sballo ed anche il negozietto di souvenir, sembra marciare bene. Oggi Awa è serena, con la sua famiglia senegalese e con la sua famiglia italiana. Quella sua prima figlia è adesso una stupenda ragazza di 16 anni, che parla un italiano quasi perfetto e ama moltissimo gli spaghetti e quando sorride ti riempie il cuore di gioia. Adesso il sole è alto nel cielo e non ci sono ombre nei suoi occhi.

2 commenti:

Dee ha detto...

Una bellissimo finale di riscatto e solidarieta'.

Enrico Bo ha detto...

@B - Una ragazzina d'oro, che farebbe innamorare anche quelli del partito del dito medio.

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!