venerdì 4 novembre 2011

L'orgoglio della bellezza.

Già, la bellezza Senegalese; ti assale dai mercati, dalle stradine tra le case povere, ai lati della strada, lungo i sentieri della brousse. La bellezza di questo popolo, i Wolof, alti e proporzionati, dalla muscolatura naturalmente forte ed asciutta; petti forti, ventri scolpiti, braccia e gambe potenti. Il loro nero è abbagliante, così perfetto sotto il sole delle ombre corte, che li lucida fino a farli apparire quasi blu, mentre camminano lentamente, diritti ed orgogliosi come tutti quelli che sanno di essere belli. La bellezza senegalese che permea le donne e che si mantiene anche col passare degli anni, come quella di Marie che si prende cura di noi, con l’attenzione maniacale a preparaci cibi raffinati appresi dalle suore francesi, che lava ogni verdura e sbuccia con attenzione e bolle a lungo, sapendo dei nostri delicati stomaci d’occidente. La bellezza straordinaria di Monique, una delle sue figlie, che ti pare appena scesa da una passerella di Parigi, magra e slanciata eppure perfetta, dallo sguardo buono e sereno, dalla voce bassa e dolce, che la mamma alleva assieme ai fratelli con l’intelligenza e la speranza di un futuro migliore, con la dedizione ed i progetti che solo le donne sanno fare. Adesso vi lascio con una poesia di Senghor dedicata a tutte queste donne africane, straordinarie e bellissime che sostengono la parte maggiore del peso enorme della difficoltà di vivere di questo mondo.

 Femme nue, femme noire
Vétue de ta couleur qui est vie, de ta forme qui est beauté
J'ai grandi à ton ombre; la douceur de tes mains bandait mes yeux
Et voilà qu'au coeur de l'Eté et de Midi,
Je te découvre, Terre promise, du haut d'un haut col calciné
Et ta beauté me foudroie en plein coeur, comme l'éclair d'un aigle
Femme nue, femme obscure
Fruit mûr à la chair ferme, sombres extases du vin noir, bouche qui fais 
lyrique ma bouche
Savane aux horizons purs, savane qui frémis aux caresses ferventes du 
Vent d'Est
Tamtam sculpté, tamtam tendu qui gronde sous les doigts du vainqueur
Ta voix grave de contralto est le chant spirituel de l'Aimée

Femme noire, femme obscure
Huile que ne ride nul souffle, huile calme aux flancs de l'athlète, aux 
flancs des princes du Mali
Gazelle aux attaches célestes, les perles sont étoiles sur la nuit de ta 
peau.

Délices des jeux de l'Esprit, les reflets de l'or ronge ta peau qui se moire
A l'ombre de ta chevelure, s'éclaire mon angoisse aux soleils prochains
de tes yeux.
Femme nue, femme noire
Je chante ta beauté qui passe, forme que je fixe dans l'Eternel
Avant que le destin jaloux ne te réduise en cendres pour nourrir les 
racines de la vie. 

2 commenti:

Ambra ha detto...

Splendido questo inno alla bellezza. Sottilmente angosciante il suo finale "Avant que le destin jaloux ne te réduise en cendres pour nourrir les racines de la vie".

Enrico Bo ha detto...

@Ambra - Purtroppo questo è il destino delle donne africane.

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