lunedì 7 novembre 2011

L'isola delle conchiglie.

La costa senegalese è un  seguito di spiagge magnifiche e di zone umide, paradiso per i migratori che stanno arrivando dall'Europa. Le distese di mangrovia si alternano ai canali fangosi. Migliaia di trampolieri dalle dimensioni minute razzolano sulla superficie lucida becchettando qua e là con vigore. La strada si insinua tra le sabbie fino alla lingua di Joal, un grande villaggio sulla costa. Poi un lungo ponte di legno dove a piedi puoi raggiungere Fadiout, una cittadina di case basse e colorate che pare spuntare nella laguna. L'isola è formata unicamente da una massa di conchiglie che si sono accumulate nei millenni. Le viuzze tra le case basse sono strette e contorte e conducono a delle piazzette coperte dove gli anziani del paese si radunano a parlare. Nugoli di bambini e ragazzini di ogni età giocano della sabbia rosa formatasi con l'erosione dei gusci. In mezzo alla laguna i granai rotondi, sono difesi dai topi e dagli incendi dal fatto di essere circondati dall'acqua. Poi un altro ponte di legno conduce ad un isolotto separato. Il cimitero. 

Tra gli alberi, mentre il sole tramonta tra le dune lontane incendiando il cielo, è tutto un susseguirsi di croci e di tumuli mussulmani. Eh sì, perché qui il cimitero è comune, come del resto sull'isola, stanno a fianco la grande chiesa cristiana e la moschea. Qui in particolare, ed in generale anche nel resto del paese, mussulmani e cristiani vivono serenamente affiancati e senza contrasto apparente. Forse è l'abitudine alla convivenza di razze diverse, Peul, Bambara, Sehrer, Wolof , Fulani e tante altre minori, unite da un senso di tolleranza che forse è propria in molti paesi dove rimane fondamentale il rispetto per gli anziani e l'affetto infinito per i bambini. Oggi forse, molti amici cattolici andranno a trovare gli amici mussulmani per la grande festa del Tabaskì e mangeranno con loro il montone; in giro non c'è più un'anima viva, la festa è cominciata e non si vede più nessuno in giro, almeno fino a stasera quando si comincerà ad uscire per andare, secondo il rito, a trovare i vicini per chiedere loro scusa delle offese che ci si è rivolti durante l'anno. E' rimasto aperto solo un baracchino alimentari, dove andiamo a comprare il pane. Non abbiamo dietro neanche i soldi per pagare. Lasciamo un puffo di 600 CFA. Lui dice di non preoccuparci,, si fida. Forse non ha capito che siamo italiani. Con lo spread a 490 non ci avrebbe fatto più credito neanche lui. Forse il prossimo anno se gli amici torneranno qui, troveranno qualche famiglia locale che ha preparato per loro quaderni, biro e caramelle.

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