lunedì 6 maggio 2013

La storia di Yu Xuan Ji.

La poetessa Yu Xuan Ji
La dinastia Tang fu in Cina, l'epoca dei poeti e della cultura. Le stesse cortigiane erano apprezzate solo se assieme alle arti classiche della loro professione, mostravano di essere anche poetesse capaci. Una sorta di etere alla moda greca, che dessero ai clienti anche il piacere della conversazione, perché forse non è poi così vero che agli uomini piacciono solo le donne belle e stupide. Yu Xuan Ji, vissuta alla fine del IX secolo, fu una delle più famose. La sua vita spregiudicata e promiscua e le sue poesie scritte in uno stile autobiografico diretto e piuttosto crudo, l'hanno resa famosa anche nel mondo femminista degli anni '70, come esempio di donna libera e capace di vivere intensamente i suoi amori. Il suo nome 鱼玄机, significa Principio misterioso o anche Teoria profonda, in linea con le sue capacità, ma come nome d'arte assunse dapprima quello di You Wei 幼微(Giovane e magra, la flaca insomma), poi quello di Hui Lan  蕙兰 (Orchidea fragrante), perché poi alla fin fine all'uomo, che apprezzerà pure una bella testa, devi dare comunque questa impressione di bellissimo fiore da cogliere. Lei, bellissima dalle guance di albicocca e gli occhi come mandorle, all'età di sedici anni, cominciò a farsi cogliere dai molti studenti di letteratura che popolavano la capitale Chang An (l'odierna Xi An) e infine uno di questi, tale Lo Yi, conclusi gli esami imperiali, se la portò alla provincia di origine in qualità di concubina, dato che lei commise il classico errore, innamorandosene perdutamente. Qui la prima moglie del buon Li, le fece vedere i sorci verdi, isolandola in una specie di casa per amanti, dove la poveretta poteva vedere il suo amato, che la andava a trovare di rado, lasciandole il tempo di vergare versi strazianti anche se assai espliciti. Quando il bravo funzionario imperiale se ne stancò definitivamente, la bella Xuan Ji, si fece monaca taotista, ma di un ordine particolare che consentiva, diciamo, molta libertà. 

Tornò alla capitale dove teneva un cenacolo per poeti, che declamavano le loro opere ogni sera durante cene eleganti, al termine delle quali, la bella si concedeva al vincitore della tenzone letteraria. Beveva assai, ma tutti i poeti sono sempre stati amici del vino. Errare è umano ma perseverare nell'errore non è cosa buona e la nostra Yu ci ricascò, innamorandosi nuovamente del famoso poeta Wen Ting Yun, con il quale cominciò a peregrinare per tutto l'impero lasciando dietro di sé una scia di debiti. Naturalmente fu di nuovo abbandonata, perché si sa come è fatto l'uomo, se artista poi non parliamone. Ricominciò la sua vita ma a poco a poco i letterati famosi tra i clienti, lasciarono il posto, man mano che passavano gli anni ad avventurieri, ladri e farabutti ed alla fine la nostra Fragrante orchidea non fu più in grado di scegliere a chi concedere i suoi favori, ma obbligata a compiacere il primo che glielo chiedesse. Ma dichiarandosi poetessa, si rifiutò sempre di pagare la giusta tassa sulla prostituzione, da cui il governo ricavava fondi cospicui evitando all'imperatore la necessità di imporre una qualche sorta di IMU, mettendosi così in forte contrasto con le autorità fiscali. Un giorno una giovane cameriera al suo servizio fu trovata morta e la nostra povera Yu fu accusata di averla uccisa, gelosa della sua acerba bellezza. I funzionari di Equichina, che gliela avevano giurata, con in mano tutte le bollette di arretrato rimaste insolute, la accusarono di omicidio e Yu Xuan Ji fu giustiziata a soli trenta anni sul patibolo della piazza dei supplizi di Chang An. Allora non andavano troppo per il sottile e non è che ti rateizzavano il debito o ti pignoravano il quinto. Alla fine è sempre una questione di tasse. 

Sono rimasti di lei solo 49 poemi di cui, tralasciando per levità, quelli più espliciti e salaci, che potrete cercarvi con comodo nella rete qui, vi riporto una famosa e triste quartina.

Invano cerco parole
scrivendo sotto la lampada.
Sola non riesco a dormire,
il letto è vuoto, la notte lunga.



Refoli spiranti da:  C. Leed - Storia dell'amore in Cina - SEA -1966


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La poesia ha un prezzo.


2 commenti:

Unknown ha detto...

Sempre un piacere gustare i tuoi manicaretti

Enrico Bo ha detto...

@Tentare - Mi piace la cucina cinese...

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!