venerdì 21 marzo 2014

Il delta


Lavorazione dei cocchi

Capanna di pescatori sul Delta
Andare a sud, sempre più a sud, dove la terra diventa sabbia e fango, dove si mescola con l'acqua, presente in rivoli sempre maggiori, dove la presenza del fiume non è più episodica ma sostanziale, dove alla fine prende il predominio e si sostituisce alle strade ed i canali ai sentieri, dove conta di più la barca che l'auto. Di nuovo il Mekong, l'immenso fiume dell'Indocina. L'ho seguito per anni, da quando ancor piccolo, ma già minaccioso e prepotente scendeva dalla forre tibetane, a quando più calmo e disteso, già largo diventa confine tra Thailandia e Laos, percorrendolo al battito lento del motore di grandi barche che risalgono la corrente e più a sud quando ingloba in sé isole grandi quanto intere provincie o si spezza in mille rivoli, popolato da genti che vivono sul fiume e del fiume, dove non ci sono ponti e lui è barriera che unisce. E poi ancora in Cambogia, dove diventa lago e mare, immenso, dove quasi non distingui più l'altra riva, potente motore di vita. Lo ritrovo qui, dove si spezza in nove bracci, i nove draghi capricciosi, ognuno immenso e ansioso di giungere ad abbracciare quel mare che sembra non arrivare mai, anche se ci sei sempre più vicino, con la corrente che le maree fanno rientrare e le barche gigantesche che lo percorrono come globuli nel sangue vivo di questa nazione, dove questo fiume ha contato tanto. Più nulla scorgi dei luoghi della guerra, che pure qui è stata terribile, la corrente si è portata via i morti e il loro ricordo è storia lontana. Adesso è il tempo del lavoro, delle attività, degli affari che percorrono il fiume. 

Albero di pomelo
Certo ci arrivi in macchina, ma non ti senti a posto, ne rimani estraneo, perché nelle terre d'acqua ti senti a tuo agio solo sull'acqua, andando lungo la corrente al suo ritmo, sentendo l'onda leggera che scivola sul fianco mentre vai e ti lascia il tempo di osservare quanto passa vicino, quanto accade sulle rive. La vita tranquilla dei fiumi. Intanto i pescatori lo popolano numerosi, con piccole reti o grandi bilancieri lasciati a mollo nella corrente, oppure nelle zone lasciate più tranquille dalla corrente, nelle mille anse un po' defilate, che diventano campi di raccolta cosparsi di nasse e altre trappole d'ogni misura, dove la gente di fiume viene a mietere. Sulle rive coperte dal rigoglio del tropico, una vegetazione fitta e verdissima, palme, mangrovie, cocchi di acqua, felci e tanti alberi d'ogni forma e dimensione. Molti carichi di frutta, manghi, rambutan, frutti del drago, papaye e banane, tante e d'ogni dimensione. Qui non è difficile vivere, la natura è generosa e invita a passare le ore più calde su un'amaca tesa tra due tronchi vicini, a godere il riposo nell'afa umida del meriggio. Sono poche le risaie della fatica, della vita trascorsa a mollo nel fango. Qui pare che basti allungare le mani e raccogliere. Tante piccole attività però fioriscono ad ogni caletta isolata, Un pontile traballante ed ecco una montagna di cocchi da cui ricavare di tutto, fibra per stuoie, olio, pasta, caramelle. Di là arnie selvatiche da cui raccogliere miele, più oltre si tesse il rattan.

In barca sul Delta
La barca si inoltra in canali sempre più piccoli. L'acqua è uno specchio verde che si infila in gallerie naturali di alberi e foglie. Scendi a vedere un frutteto che pare un giardino dell'Eden, tanta è la varietà. I grandi jackfruit, anomalie genetiche che pendono dai tronchi, attaccati a piccioli che paiono incapaci di reggere tutto quel peso, mangostini piccoli e numerosissimi, un alberello gracile che è letteralmente ricoperto di pomeli dalle dimensioni mostruose, quasi fossero palle artificiali appese ad un albero di Natale troppo piccolo per sorreggerle tutte. In fondo ad un viottolo, una serie di grandi orci ben chiusi da coperchi di legno. Un odore terribile ne emana, puzza di marcio insopportabile. E' la fermentazione del pesce per produrre il nuoc mam, la salsa alla base della cucina vietnamita, che viene poi imbottigliata e vi troverete sul tavolo in ogni ristorante. In fondo non è altro che il garum dei latini, ma che puzza, ragazzi! Sbarchi su una riva rialzata. Isola o terraferma, è impossibile distinguere nelle terre del delta. Qui solo piccoli sentieri che conducono da una capanna all'altra. Ogni tanto incontri piccoli agglomerati di case, qui si tesse, là si intrecciano stuoie o si lavora il riso, frutto di qualche campo occultato dal verde. Girare in bicicletta su queste stradine è cosa d'altri tempi, senti solo il rumore dell'acqua ferma, qualche ronzio di libellula sui canneti, il frusciare di foglie secche. 

Cocchi d'acqua
La casa del signor Nguyen è nascosta dietro un piccolo canale, dove lui ha ripulito uno spazio trasformandolo in praticello, con un paio di tettoie, qualche amaca, tavoli e sedie. Una piccola attività che col tempo diventa prevalente alla fatica del pescatore. Intanto ti porta in tavola una sapida zuppetta coi ravioli, gli onnipresenti involtini fritti, un maiale stufato in bocconcini morbidi e saporosi, delicati ed enormi gamberi di fiume bolliti da bagnare appunto nella salsa nuoc mam ed uno straordinario pesce orecchio d'elefante, dalle carni morbidissime che ti mette in pace col mondo. Un bicchierino di grappa di riso fatta in casa per finire. Ride, ride sempre di gusto il signor Nguyen, le cose non vanno male adesso. Guarda con occhio tenero le nipoti che aiutano a portare via i piatti. Non è come una volta, quando arrivavano gli elicotteri dalla parte del mare e quel rumore tambureggiante, voleva dire terrore e morte e tutti scappavano dietro i terrapieni sperando che quella volta se ne andassero oltre a scaricare il loro veleno. Ma sono storie vecchie, il signor Nguyen non ha voglia di raccontare, non gli va forse di ripensare a quei tempi, sia che fosse un semplice pescatore che voleva solo salvare la pelle, sia che di notte uscisse dai nascondigli tra le risaie per assaltare i posti di blocco dei soldati di Thieu sulla nazionale. Adesso in verità, gli interessa solo che tutti i giorni qui gli arrivi qualche gruppetto di turisti a mangiare, a stare un po' distesi sulle amache e se sono americani, meglio ancora, che adesso invece di napalm scaricano dollari.
Il pesce orecchio di elefante

___________________

SURVIVAL KIT 9

Escursioni nel delta vengono offerte da tutti gli alberghi e da tutti i bugigattoli che fungono da agenzia. I prezzi variano, ma attenzione che a prezzi troppo bassi corrispondono servizi scadenti. Ho sentito molti che si lamentano. Io come sempre mi sono trovato molto bene con Asiatica travel

E' possibile arrivare anche in barca dalla Cambogia con un itinerario di tre o quattrogiorni. Anche qui le testimonianze dei viaggiatori sono contrastanti. 

Nella zona tra Ben Tre e Vinh Long è possibile fermarsi a dormire in famiglie locali, quelli che noi chiameremmo agriturismi per assaporare la vita locale.

Comunque il fascino principale rimane quello di girare in barca a motore lungo i rami del fiume o a remi nei canali più piccoli per godersi il fiume e le sue attività. Consigliatissimo un giro di una mezza giornata in bicicletta (si trovano facilmente in affitto).


Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:


2 commenti:

Unknown ha detto...

Non so il perché ma, a questa tua cronaca sentita e precisa mi s'aggancia — come quando una volta, la rapida in canoa sul Suriname, andai a sentir cantar di vecchi idioma che in Africa ormai morti, i fuggiti da schiavo da cent'anni, i bush negroes — questa frase da Un viejo que leía novelas de amor di Luis Sepúlveda che dice: come loro, ma non uno di loro

Un saluto

Enrico Bo ha detto...

@Tant - sempre diversi dal volersi uguali, ma rapito l'udito dai credito al caso .

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!