sabato 15 marzo 2014

Odori di incenso




C’è molto da vedere a Saigon. Comincerò dalla parte più segreta, un pochino nascosta, tuttavia, proprio per questo, ancora più fascinosa e stimolante. Sparsi per la città, sono moltissimi i templi della tradizione sino-vietnamita. Della religiosità in generale di questo popolo, argomento molto interessante,  vi parlerò magari un’altra volta, oggi vorrei soltanto assaporare i piacere della scoperta che si avverte andando a visitare qualcuno dei moltissimi edifici religiosi sparsi nei diversi quartieri della città, partendo dal più antico, la pagoda Giac Lam. Come tutti gli altri edifici religiosi antichi, anche questa costruzione, giace seminascosta nel verde dei giardini. In Vietnam il tempio non ha la visibilità arrogante dei suoi pari che sorgono nei paesi vicini. Niente portali colossali, tipici dei templi indù, nessun fasto e vastità di proporzioni di complessi quali Angkor Vat o dei grandi santuari buddisti himalayani, né la grandiosità delle mosche o la posizione centralmente comunicativa delle cattedrali cristiane e neanche i luoghi paesaggisticamente straordinari dei templi cinesi, giapponesi e coreani. Gli edifici vietnamiti sono sempre di dimensioni limitate e non invasive. Li devi cercare tra le case e mancano generalmente anche di alte guglie e pinnacoli per farsi notare da lontano. Gli ambienti sono scuri e inducono al raccoglimento intimo. 

Superi il cancello, ti perdi nel giardino ammirando le piante antiche ed le collezioni di bonsai  collocate tra le rocce, poi vai al di là della soglia addentrandoti in passaggi stretti che ti portano davanti all’altarino, alla divinità di tuo riferimento o al luogo di culto per gli antenati. Un mondo fatto di lacche rosso scuro e dorate, di rilievi di legno scolpiti, di statue che sorridono e richiedono offerte. Ed ogni spazio libero è infatti occupato da cesti di frutta, banconote di piccolo taglio, fiori e scritti, mentre i fedeli, incuranti di quanto li circondano, dispongono bastoncini d’incenso, pregano, chiedono grazie concentrati e convinti. In generale la visita ad un tempio si svolge attraverso un percorso che conduce davanti a tutti i punti chiave in cui il fedele eseguirà le sue preghiere. A GiacLam parti dal grande albero dell’illuminazione, nato da un frammento di quello storico di Sri Lanka e cresciuto a fianco al biancore abbacinante della grande statua della dea Quan la pura. C’è un totale sincretismo in questo come in tutti gli altri templi vietnamiti, dove troverai le dee ninfe dell’antica religione viet, mescolate ai simboli del tao, del Buddha e di Confucio. Rimani incantato davanti al grasso Buddha dell’illuminazione che gioca con cinque bambini, alle file di Bodhisattva dorate, all’altare ad albero con le luci colorate e le foto dei parenti malati per cui si chiede la grazia con le offerte. Tutto che ti appare all’improvviso mentre ti sposti tra le quinte delle grandi colonne di legno, una selva di tronchi, foresta colorata in cui muoversi alla ricerca del santo. 

Sullo sfondo, in molte ore al giorno, senti il suono ritmato del gong, dei tamburi, delle campanelle, una scansione del tempo che aiuta al raccoglimento. Nel quartiere cinese, il tempio della dea  Thien Hau, lo confonderesti con l’ingresso di una ricca casa del secolo scorso e infatti è stata costruita come tanti altri edifici di questo genere come centro di riunione della congregazione dei mercanti di Canton. La dea, appartenente al pantheon buddhista come protettrice dei naviganti, è molto popolare a Hong Kong e Taiwan ed il tempio è visitatissimo specialmente dai turisti provenienti da queste aree. Rimani fermo davanti agli altari, tra la barca sacra che la rappresenta, le statue delle ancelle, mentre dal tetto ricoperto da elaboratissimi fregi in ceramica verde, scendono le mille spirali di incenso che la fede dei visitatori fa appendere da un addetto tramite una lunga canna. Infine nel cuore del distretto 1, tra le vie della città vecchia il tempio più affascinate della città, quello dedicato all’Imperatore di Giada, uno dei simboli del Taoismo. Devi superare all’ingresso, lo sbarramento delle venditrici di tartarughine, che i fedeli liberano poi nella grande vasca centrale per augurare a sé ed ai propri cari la lunga vita simboleggiata dagli animaletti. Poi ti farai strada lungo un percorso in cui rimanere incantato davanti alle trine colorate delle piastrelle di ceramica del tetto, la selva di statue di dei grotteschi ed eroi fantastici, le figure femminile che rappresentano vizi e virtù di questo sesso, i pannelli dove il fedele guarda attonito cosa lo attenderà se peccatore nei dieci inferi, le raffinate sculture incise con i caratteri cinesi d’oro, fino ad arrivare alla statua ricoperta di abiti preziosi dell’imperatore circondato dai suoi due generali. Un rutilare di rossi e oro, di fumi di incenso, facendoti strada tra la folla di statue e di fedeli intenti a chiedere grazie e quando ebbro e confuso esci  in strada, quasi non ti accorgi del rumore, del traffico della città, delle grida dei mercanti, forse le stesse di quando è nato il tempio, della vita convulsa e reale che a poco a poco ti fa rendere conto che le ore sono passate ed è arrivato il momento di andare a mangiare.


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SURVIVAL KIT 5

Tempio dell’Imperatore di Giada – 73, D. Mai Thi Luu. E’ nel distretto 1 quindi facilmente raggiungibile a piedi
Tempio di Thien Hau – 710, D. Nguyen Trau. Nel quartiere cinese di Cholon, si arriva con un taxi don qualche dollaro.
Tempio di Giac Lam – 118, D. La Long Quan. A qualche km dal centro, circa 5 $ in taxi.


I templi principali da non perdere sono i 3 citati, ne esistono comunque numerosi altri come nel distretto 1 il tempio di Trang Hung Dao e quello diXa Loi. Nel quartiere cinese, molti templi costruiti dalle congregazioni dei commercianti delle varie città cinesi assieme alla moschea di Cholon. Nel distretto 11 il tempio di Giac Vien e quello di Phung Son. Più fuori il tempio di Le Van Duyet.


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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi è piaciuto molto il pensiero finale del tuo serioso scritto, quando
hai liquidato rapidamente la contemplazione della reliligiosità e la
percezione del profumo d'incenso con un pragmatico futuro ed abbondante
pasto.Dalla spiritualità al materialismo più bieco: qualcosa di concreto
da mettere finalmente sotto i denti.

Paola

Enrico Bo ha detto...

@Paola - Non di sola fede vive l'uomo, anche di companatico, sai com'è per tenersi su...

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!