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| Sapa - Vietnam |
È l'alba a Sapa. Le nuvole salgono adagio dal fondovalle, nascondendo i gradoni ordinati delle risaie secche. I galli hanno già cantato a lungo, inascoltati per tentare di fermarle. Anche i cani hanno tentato un coro di latrati tesi e rabbiosi poi si sono placati, proprio prima che che il sole spuntasse dietro la cresta. C'è odore di umido nell'aria. Non ci sono ancora rumori in basso nella strada del mercato che ancora dorme. Lontano, in ogni punto della valle, decine, centinaia di donne, hanno vestito i colori della loro vita, i copricapi rosso vivo delle Zao o le bande multicolori delle H'mong, vestito le lunghe gonne nere o quelle corte tutte piegoline, hanno caricato la gerla di cose, un bimbo affagottato sulla schiena e uno per mano e hanno cominciato a camminare nel buio, lungo sentieri viscidi di fanghiglia rossa che la notte ha ammorbidito, risalendo lentamente dalla valle o scendendo dalle capanne isolate ancora più sul monte, per arrivare in città, cercare un quadratino libero di marciapiede, esporre qualche cosa, ricami, piccole borse, pesanti monili di metallo aspettando che passi uno straniero a cui offrirle chiedendo dieci per avere due, fingendo di litigare, per poi aprire la bocca coi pochi denti rimasti in un largo sorriso. È ormai giorno a Sapa.
4 commenti:
un'immagine suggestiva... peccato un po' quella gru sul lato sinistro della foto che, non so perchè, fa pensare a palazzinari sempre e dovunque in agguato. Un salutone, Fabio.
Uno spledido dipinto tra le righe del post.
Condivido il commento sopra sull'inquietante presenza della gru.
Beh, comunque una volta tornato a casa non è difficile togliere la gru con Photoshop.... E Sa PA certo non è avara di scatti stupendi.
Purtroppo Sapa è piena di gru, perché i palazinari sono in azione , ma coi fiocchi, non quei dilettanti di casa nostra. Ci sono molte cose da dire, ne parlerò con calma al mio ritorno. E benventuto a Mark
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