mercoledì 13 agosto 2014

Albania 23: Considerazioni finali


Montagne dell'est del paese

Ponte romano
Ormai è passato più o meno un mese da quando il traghetto Durazzo - Bari si è definitivamente staccato dalla banchina, su un mare piatto e calmo, quasi una lamina d'argento sotto una luna piena così grande da apparire quasi anormale. Si torna indietro nella grande nave carica di umanità, apparentemente diversa da quella dell'andata. La prima, ricca di gente con l'apparente allegria di chi torna a casa propria in vacanza, con la sicurezza di chi arriva da un mondo ricco e benestante di cui ha fatto parte e con l'ansia di mostrare il risultato del proprio sacrificio e delle umiliazioni subite, a chi non ha avuto il coraggio di partire. Questa invece, con il dolente carico di problemi che si porta sulle spalle l'emigrante che riparte per i luoghi dove cerca di costruirsi un futuro, ma dove farà comunque parte del fondo del barile, con tutto il carico di difficoltà e di dolori che questa posizione comporta. Facce tristi, cariche della fatica di vivere eppure forti della determinazione di non mollare. Eppure sono ogni volta le stesse persone, all'andata come al ritorno. E' l'eterna dicotomia di chi è costretto ad andare via dalla sua terra. Sempre fuori posto, là dove va, macerato dalla durezza della vita e dalla nostalgia, sia quando ritorna, in un luogo che gli è ormai estraneo, dove trova tutto inadeguato e non all'altezza, straniero a casa d'altri e casa propria. Ci ho pensato un po' in questo mese in cui vi ho raccontato, un po' grossolanamente quanto mi ha più colpito in questo viaggio. 

Una chiesa a Berat
Un tempo forse sufficiente per metabolizzare le tante sensazioni raccolte, anche se in  un tempo troppo breve per comprendere davvero questo paese. Intanto, direi che questa è la prima considerazione da fare. Una decina di giorni, anche per un paese così piccolo, grosso modo la superficie di una sola della nostre regioni, è insufficiente a vedere, anche seppure a vol d'uccello, tutto quello che l'Albania è in grado di mettere sul piatto di un turista superficiale e frettoloso. All'itinerario che ho seguito infatti, mancano diversi punti che si dovrebbero considerare importanti, la parte nord ad esempio, con Scutari e il suo lago, alcuni siti archeologici, meno fondamentali, ma tuttavia, a quanto ho letto, piuttosto interessanti, come ad esempio Apollonia; qualche giorno in più nelle città più importanti come Valona, Durazzo o la stessa Tirana per valutarne meglio i differenti aspetti e infine molte zone interessanti dal punto di vista naturalistico, parchi naturali e così via che di certo potrebbero da soli valere una visita. Naturalmente a parte andrebbe considerata una vacanza di tipo marino in completo relax, lungo una o più delle tante località ancora da scoprire lungo questa costa selvatica e bellissima. Tuttavia vorrei sottolineare che per un primo contatto col paese, un tipo di viaggio come il mio, è davvero indicato.

Baie della costa sud
 La scelta di percorrere strade e piste secondarie nell'interno e anche sulla costa con  mezzi fuoristrada, ti consente di vedere dal di dentro una natura selvatica e ancora intatta, come con altri mezzi non sarebbe possibile, di conoscere persone non abituate al contatto con un turismo invasivo e caciarone che le metterà prima o poi sulla difensiva, trasformando inevitabilmente i visitatori, da ospiti graditi in vacche da mungere o nel migliore dei casi in occasioni di business da sfruttare al meglio. E' proprio questo fattore "umano" la cosa che mi ha preso di più durante il viaggio, il punto di interesse maggiore insomma, il contatto con tante persone vere e reali, molte delle quali con delle storie da raccontare, qualcuna divertente, altre drammatiche, comunque mai banali. Direi che questi incontri, per lo più casuali ed inaspettati, costituiranno per chi deciderà di andare in Albania, un piacere unico ed irripetibile. Il secondo aspetto che vi colpirà è la natura spigolosa e selvatica, una montagna difficile da penetrare, ricca di boschi e foreste, una serie di catene successive e parallele alla costa, da superare con fatica a balzi successivi per raggiungere la costa, con panorami sempre nuovi e drammatici ad ogni curva, ad ogni passo superato. Stesso discorso per la costa, ancora tutta da scoprire. Un susseguirsi di baie e piccoli golfi, con spiagge deserte e i piccoli paesi arroccati sulla montagna antistante dove la strada si arrampica in su e giù spericolati che consentono di godere di vedute mozzafiato tra ulivi centenari e una macchia mediterranea ricca di odori forti. 

Affresco nella chiesa di Santa Maria
Per quanto riguarda le sistemazioni, anche qui bisogna rimarcare che il paese dà molto di più di quanto ci si possa aspettare, in quanto in generale, le strutture sono tutte piuttosto recenti e quindi si sa che nel nuovo è più facile trovare soluzioni moderne e soddisfacenti, sia sotto il punto della pulizia che delle comodità più attuali. Anche i due/tre stelle che abbiamo utilizzato, sono da considerarsi validi sotto ogni aspetto, così come gli appartamentini privati. Il wifi libero è poi disponibile dappertutto. I ristoranti, specialmente sulla costa, sono sempre ottimi. Un altro aspetto da rimarcare sono i prezzi, decisamente bassi per il nostro standard in riferimento alla qualità che si ottiene. Di sicuro Berat, Gjirokastro, Butrinto, sono punti fissi che non si possono perdere. Vi si respirano l'atmosfera e la cultura del paese e della storia che lo ha attraversato per due millenni e mezzo, lasciando ovunque tracce visibili nella terra e negli uomini. Di certo ho trascurato diverse cose, ma direi che a consuntivo di questa chiacchierata, non posso fare a meno di consigliare a tutti una visita in questo paese, in fondo così vicino e così poco conosciuto e forse un tantino misterioso. Ne verrete a casa di certo entusiasti, dopo avere finalmente rimosso i tanti pregiudizi e le molte impressioni negative con cui sarete partiti, con tanti episodi da raccontare e di certo con la voglia di ritornarci. Si dice che quando si va in un luogo, non bisogna vedere proprio tutto, ma è meglio lasciare qualche cosa indietro, così ci sarà di certo l'occasione di ritornare. Per rivedere l'Albania, forse non vi sarà necessaria neppure questa precauzione.

Kruja


SURVIVAL KIT

Ci sono molti modi per visitare l'Albania, non escluso il fai da te, visto che è un paese assolutamente sicuro, almeno questa è stata la mia sensazione. Tuttavia mi sento  di suggerire come uno dei modi più interessanti se non in assoluto il migliore, un giro in fuoristrada che preveda un itinerario nelle zone più remote del paese. Se scegliete questa soluzione consiglio: Dimensione Avventura, un gruppo carico di esperienza di Roma, che propone tour in Albania, sia per chi è dotato di auto che per semplici passeggeri su auto dell'organizzazione. Date un'occhiata al sito e parlate con Giuseppe e poi mi direte se non vi viene voglia di partire.

Una casa di Gjirokastro
Se meditate una vacanza al mare in appartamentini o alberghetti, sentite Enkeleda Dalla di Vacanze in Albania, v.vacanze.albania@g.mail -  vedere il suo sito, ricchissimo di informazioni turistiche. Vi farà proposte che, come si dice, non potrete rifiutare, dato che conosce bene vizi e virtù di noi italiani, con cui ha convissuto per 18 anni. 

Per viaggi particolari, offre soluzioni tematiche anche per gruppi che vogliono visitare i luoghi di guerra ad esempio o tour artistici e culturali, contattate Bashkim Hyka di Albania - Culture & Adventures. ( bashkim.alb@gmail.com ) Grande esperienza come tour operator maturata in Italia per 20 anni e grandissimo conoscitore del suo paese di cui ha segnato anche il più piccolo sentiero, disponibile a preparare tour personalizzati (biciclette, moto, camper, trekking). Non sarà difficile intendersi con lui grazie anche al suo italiano perfetto.

Le gole dell'Osum

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