mercoledì 26 ottobre 2016

Cronache di Surakhis 73: La congiura dei frighi

da Municipioroma


La notte era buia sulla capitale. Le tre lune erano tramontate da quasi un'ora e le ultime sacerdotesse erano già rientrate al tempio della Fellazione dopo una dura giornata di sacrifici, effettuati direttamente nelle case dei fedeli. L'illuminazione pubblica su Surakhis era stata interrotta da tempo, almeno da quando, a causa della crisi che ne aveva impedito l'alimentazione, causandone la morte per inedia, i gruppi di schiavi addetti, avevano smesso il loro lavoro pedalatorio alle dinamo ciclabili che il gruppo di consegna a domicilio dei cibi, aveva proposto come interessante alternativa allo stipendio. Ti rendi utile alla tua comunità, consegni cibo, opera meritoria e intanto ti diverti e fai sport. Tuttavia con la crisi sempre più dura, i rifiuti venivano consumati direttamente da chi li produceva, così gli addetti alla consegna erano morti di inedia e addio all'illuminazione pubblica. Il servizio consegne si sarebbe comunque interrotto, dato che nessuno più ordinava cibo all'esterno essendo invalso l'uso di consumare, previo trattamento, anche i propri rifiuti corporali, anzi era una dieta molto di moda, dato che non contenevano né glutine, né olio di palma. 

Questo aveva prodotto di conseguenza anche un calo delle consegne alle centrali a merda e di conseguenza un'ulteriore diminuzione di energia. Insomma un cane che si morde la coda. Ma da quando Cricket ed i suoi seguaci che, dopo la decerebrazione generalizzata, erano aumentati in modo esponenziale, avevano preso il potere nella capitale, orde di invasati ne percorrevano le vie ad ogni ora del giorno, urlando Morte al tiranno, Non ci sono più le mezze stagioni e altri slogan classici che comunque andavano sempre bene. Ma quando calava il buio notturno anche loro dovevano rintanarsi nelle caverne di monnezza a distillare liquame, che serviva poi durante le loro cerimonie di purgazione, in cui avvenivano le pubbliche espulsioni, gettando i corpi dei malcapitati che non avevanfatto le sufficienti pubbliche genuflessioni al capo, attraverso un gigantesco ano artificiale direttamente nel digestore massimo della centrale. 

Così Sturix e Kronk, due arturiani bipenici, che da poco nella capitale, avevano trovato lavoro in una casa di divertimenti per signore mature, avevano deciso di prendere la palla al balzo, per guadagnare spazio nei loro loculi, usufruendo dei favori dell'oscurità. Silenziosamente, badando a non essere visti neppure dagli occhi elettronici controlla scontrini che i Crikkettini avevano installato dappertutto, uscirono dalla loro caverna con la carretta che usavano per spostarsi durante il giorno. Con cura e senza il minimo rumore vi caricarono il grande frigo ormai inutile causa la mancanza di elettricità e si avviarono verso il fondo della strada spingendo le ruote lungo la salitella del vicolo. Nel buio più assoluto si sentiva solo un leggero cigolio, attutito quando calpestavano qualche cadavere di clandestino andromediano che quando moriva all'esterno o veniva ammazzato da qualche plotone di ragazzi delle Gilde in caccia, di norma veniva lasciato a marcire sull'acciottolato, tanto la puzza si confondeva subito con quella dell'ambiente ed i resti sparivano in un poche ore, forse in parte mangiate dai suoi simili. 

Anche procedendo a tentoni capirono di essere ormai arrivati nei pressi di una delle piazze centrali. Era andato tutto bene e inclinarono il carretto per cominciare a scaricare il grande frigo inutile. I generatori laser si accesero di colpo quasi accecandoli e la pattuglia di Crikkettini li circondò e li gettò a terra in un attimo. Il capo, con voce esagitata pronuncò il solito concorso di condanna ormai conosciuto che richiamava le malefatte ladronesche della congiura giudoplutarcomassonica e li giudicava colpevoli di gomblotto contro l'Illuminato, per tentato e protervo abbandono di frigo su discarica pubblica. Vennero subito portati alla Fossa dei Leoni e dati inpasto ai poveri della città che li sbranarono in pochi minuti, assieme a due o tre Crikkettini che si erano dimenticati di pronunciare la giaculatoria contro l'imperatore e le dodici benedizioni all'Illuminato. Intanto la prima luna cominciava a schiarire il cielo della capitale in attesa di un nuovo giorno radioso.


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