giovedì 9 dicembre 2021

Il colore della neve

Forte di Fenestrelle 

La neve è tanto bella in montagna quanto brutta e fastidiosa in città. Su è bianca, pulita, soffice, manto delicato che copre e sopisce le magagne, diciamo che sembra una dolce coltre che aiuta il letago. Giù è spatascia molle e fracicosa, sporco liquame e fastidioso lerciume che ti impedisce il cammino, che tutto macchia come le coscienze, pronta a diventare trappola scivolosa di giaccio. Così ieri la giornata lassù me la sono proprio goduta; prima la discesa da Sestriere lungo la valle mentre i fiocchi larghi scendevano densi, il silenzio attutito dei boschi carichi di bianco, la lentezza che ne consegue e poi giù, giù fino a Fenestrelle, sempre circondato dall'odore metallico della neve, il freddo pungente ma non esagerato, il camminare a fatica sprofondando nel mantello vergine (d'altra parte non era l'Immacolata?), la bella cerimonia a ricordare una caro amico che non ha voluto essere messo alla prova dalla pandemia. Chissà cosa ne avrebbe detto se fosse stato ancora qui con noi. Il ritrovarsi con gli amici attorno a un tavolo a ricordare, a raccontarsi, a volersi bene, perché questo è l'unico modo di stare meglio. Poi la discesa a valle a ritrovare la neve già sporcata e viscida, nel tumulto del fastidio cittadino, per carità, tuttavia assai comodo. Ma sì, oggi metterò il becco fuori per rendermi conto che ormai qui l'odore della neve è solamente puzza di sporco.


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