lunedì 7 novembre 2011

Il giorno del Tabaski.

Anche la spiaggia oggi è deserta, solo qualche toubab color aragosta che si aggira qua e là sulla battigia come sperduto, non capacitandosi di non essere circondato da qualche venditore di collanine. Oggi è Tabaski, la più importante festa mussulmana, quella che ricorda il sacrificio di Abramo. Sono giorni che in giro c'è una eccitazione incredibile. I mercati ed anche i bordi delle strade dove di norma stazionano pochi venditori di ortaggi e frutta, sono invase da mandrie di montoni. Eh,sì, il problema è proprio questo. Ogni capofamiglia degno di questo nome, ha l'obbligo morale e materiale di acquistare un mouton il più possibile bello e prestante, che il mattino del tabaski, dopo la cerimonia in moschea verrà sgozzato nel cortile di casa dal capofamiglia stesso, tra il giubilo dei bambini che aspettano solo di impossessarsi delle viscere per andare a lavarli sulla riva del mare. Le donne di casa intanto preparano il riso e le verdure che accompagneranno la solenne grigliata. Naturalmente tutti devono essere dotati di vestiti e scarpe nuove, e al limite anche i tessuti e le tende di casa dovrebbero essere nuovi. Il prezzo del mouton è comunque il problema topico. Non si discute d'altro fino alla vigilia. I prezzi sono molto variabili a secondo della bellezza e del peso dell'animale da 20 a 500 euro e sale o scende a seconda della disponibilità all'avvicinarsi della festa. Ieri, Moussa, che non aveva ancora comperato, mentre ci guidava nella brousse a vedere i villaggi Sehrer, era continuamente tenuto al corrente via cellulare, dal cognato, dell'andamento dei prezzi che non accennavano a mollare anche se la sera si avvicinava. Giunti a casa, ha preso la decisione di acquistare stamattina prima della cerimonia in moschea, momento in cui se c'era ancora disponibilità, i prezzi erano destinati a crollare. 

Domani sentiremo come è andata. Il fatto è che un uomo per dirsi degno di questo nome e per assolvere i suoi doveri di padre e marito decente verso le diverse mogli, non può non acquistare il suo mouton. Sarebbe davvero il segno di una disfatta sociale, una vergogna per la famiglia, un dichiararsi fallito davanti a mogli e figli, per non parlare delle suocere. Così son due giorni che ogni venditore che si avvicina, non fa che pregare disperato di potere fare almeno una piccola vendita che gli mancano ancora tot soldi per l'acquisto del famigerato mouton. Chi non ce la fa, lo vedi subito da lontano. Il formaggiaio ci ha detto chiaramente: "Come faccio a dire ai miei figli che non posso comprare il mouton? Stamattina mi hanno chiesto come mai non ce l'abbiamo ancora in casa."  E se ne è andato con la testa bassa. Anche la guardia ha chiesto un piccolo aiuto e dopo averlo ottenuto era felice come un bimbo ed ha fatto con piacere il turno di notte. Ma questa mattina, mentre si apprestava a correre dalla famiglia per fare le abluzioni prima di andare in moschea, finito il turno, ecco che arriva il pacco. Il cambio non è arrivato e non si è fatto trovare al telefono; scappato in moschea e poi a casa a sgozzare il suo animale. Il povero Abdu, si aggirava nella sua guardiola come un animale in gabbia, con gli occhi gonfi di sonno, cercando qualcuno che lo aiutasse a risolvere la situazione, col telefonino che continuava a suonare, forse la moglie che lo cazziava chiedendogli come mai non fosse ancora a casa a fare il suo dovere e la schiera di figli che chiedevano ma perché papà non torna. Essendo già stato aiutato nell'acquisto del mouton, volgeva di tanto in tanto verso di noi uno sguardo disperato, in cerca di un aiuto morale, scrollando la testa e borbottando"c'est pas serieux". Il cambio è arrivato solo verso mezzogiorno e Abdu è corso a casa, ma per quest'anno, la festa se la è perduta. Il suo mouton, per fortuna però, glielo ha ammazzato il fratello.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ad Algeri per lavoro, festa dell'AID (mi pare si chiami così) che dovrebbe essere uguale a quella che tu hai chiamato Tabaski), in riunione col resposabile di stabilimento che ad un certo punto si alza e sospende i lavori poi dice."Vieni con me, dobbiamo andare a comprare il montone". Sguardo interrogativo da parte mia e segue spiegone sull'importanza della festa, con inviti e raduno di tutti i parenti ed insistente invito a me di fermarmi e partecipare, cosa che nonposso accettere avendo il ritorno già prenotato. Andiamo al mercato, come il tuo, e di tanto in tanto si metteva a contrattare; poi, con mia sorpesa, si abbassava e metteva un braccio tra le gambe posteriori dell'animale e con la mano gli prendeva i testicoli soppesandoli con cura! Alla fine "abbiamo" acquistato la bestia e siamo tornati in stabilimento. Mi aveva molto colpito l'incredibile coro di belati che nella notte si diffondevano su tutta Algeri ed ancor di più i rivoli di sangue che scorrevano lungo le strade. Il sacrificio era avvenuto.

Giorgio.

Enrico Bo ha detto...

@Gio - belle scene in ogni caso.

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!