lunedì 17 settembre 2012

Museo Léger a Biot.


 La Provenza e la Costa Azzurra, hanno per diversi motivi esercitato un richiamo irresistibile per molti artisti del secolo scorso ed è facile capirlo, basta fermarsi un momento a guardare il mare tra gli uliveti della costa o rimanere all'ombra avara della vegetazione mediterranea ad aspirarne i profumi,  per essere abbagliato da una luce e da colori che non hanno uguali. Quindi, per chi ne ha voglia, tra un bagno e l’altro c’è occasione per dare un’occhiata ad una serie di musei tematici davvero interessanti. Lasciate dunque Cagnes-sur –Mèr, dove avrete visto lo splendido museo Renoir, di cui se non sbaglio vi ho già parlato, e dopo qualche chilometro eccovi a Biot, villaggio dove potrete perdervi nel vecchio centro e girovagare tra i tanti atélier de poteries e vetrerie che lo fanno famoso , ma appena fuori del paese troverete una grande costruzione che ospita un lascito degli eredi di Ferdinand Léger, con oltre 300 opere di questo straordinario artista. A partire dal giardino, dove sono esposte diverse grandi sculture, alla costruzione stessa, letteralmente foderata con giganteschi mosaici progettati dall’artista per sedi di tutto il mondo.

All’interno, ben esposte, assieme ai suoi primi rarissimi (perché nella maggior parte Léger stesso distrusse le opere di questo periodo ritenendole indegne di rappresentarlo) lavori postimpressionisti e qualcuno in cui compare netta l’influenza di Cézanne, ecco diversi lavori cubisti e poi ecco subito le grandi tele che fanno riconoscere al primo colpo d’occhio il suo stile caratteristico, dove dominano i colori primari ricchi e gioiosi, e la forma netta che lo contraddistingue. E’ tutto un rutilare di immagini gigantesche dove vince il suo amore per il ritmo, per le macchine, la poesia degli oggetti e la bellezza della città moderne, un tema che ha affascinato anche tanti altri artisti di quel periodo. Accanto al lavoro e alla città industriale, ancora lo splendore evocativo del colore riempie la natura dove si inneggia alla gioia della vita o il fantastico universo del circo. Vedere il lavoro di certi artisti riprodotto in un libro o averli di fronte nella realtà, non ha davvero paragoni. La forza e la poesia che ti comunicano I tuffatori policromi, i costruttori o i suoi ciclisti baffuti, visti da vicino, ti lasciano davvero senza fiato. Per riprenderti è almeno necessario pensare alla bouillabaisse che ti aspetta al porticciolo di Villefranche, un poco più indietro.


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2 commenti:

Unknown ha detto...

Bello questo tuo unire sempre "utile" e dilettevole, sai vivere la vita.
Cristiana

Enrico Bo ha detto...

@Cri - Non si vive di solo pane, ma ....anche di salame.

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!