
Perché come almanacca lei stessa, madre rusticana che passa
attraverso le traversie della vita: ”Un bambino che sta per arrivare è fonte di
gioia ma anche di preoccupazioni. Potrebbe nascere morto. Oppure deforme o
cieco o scemo; o addirittura potrebbe essere una femmina”. In queste parole sta
tutto il tema della Buck e il personaggio, la madre, allo stesso tempo sacrificio, dedizione, amore.
La madre che va a cercare una moglie per il figlio nel villaggio vicino, in
quanto là “ci sono molte ragazze, perché per tradizione non le ammazzano”. Reliquia
di una civiltà morale che povertà, ignoranza e precarietà fisica sembrano
sommergere. Sempre lirico e naturalistico il racconto si dipana attorno a
questa figura centrale a cui tutti devono fare carico, mentre lontani, sullo
sfondo, rumori di fatti nuovi e sconosciuti, talmente diversi da un mondo
uguale a sé stesso da millenni, incombono con la loro rude spietatezza.
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2 commenti:
Pearl S. Buck.... che epifania...! ricordo che piaceva tanto a mia mamma. "La dea Fedele", mi vien voglia di rileggerlo...
@Luisa - Mi sto facendo una indigestione di Buck, un po' melensa ma sempre valida
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