mercoledì 30 ottobre 2013

Asti. Vigne e antichità.

Le Cattedrali sotterranee della Ditta Bosca. - Canelli.



Il museo dello zucchero FPP - Nizza M.to.
Ti intristisce la novembrina uggia umidiccia e grigia? Ma dai, questo è il momento giusto, inforca la macchina e vai in giro per le colline del basso Piemonte. Anche se la visibilità è poca, anche se il mattino tarda a rischiarare e la sera arriva in un attimo, sempre troppo presto, non ti curare, i colori dei rari boschi, i rossi e gialli dei filari di vite a cavalcapoggio delle colline basse e le piante a giropoggio di quelle più scoscese ti faranno subito innamorare se non ci sei avvezzo, ti riscalderanno a lungo se le ritrovi da vecchio amico che sa dove ritrovar compagnia. Su e giù per queste colline mai ti sazi di colori e di profumi di terra, in questa stagione così forti, intensi, pieni. Le cantine ormai esternamente ferme, ma ricolme del materiale prezioso, che quest'anno dovrebbe dar frutto di gran qualità, paiono avvolte da calma ingannevole, mentre le loro viscere ribollono di lavorar di lieviti. Se vuoi hai solo la difficile scelta di decidere quale visitare. Il museo delle cantine Bosca a Canelli ti potrà stupire con quel suo abbinare l'arte della spumantizzazione, imparata sì dai francesi, ma ormai portata qui ai massimi livelli, grazie alla materia straordinaria che vi cresce, alla maestosità quasi sacrale del luogo. Non per nella queste cantine, di cui il sottosuolo della cittadina è pieno, forse più estesa è la Canelli sotterranea di quella epigea, son chiamate cattedrali ed aspirano con buona ragione a diventare patrimonio dell'umanità. 

La chiesetta romanica di Viatosto. - Asti
Qui senti storie antiche di fatiche, ma anche di intelligenza che ricerca il miglioramento tecnologico, quello che porta davvero all'eccellenza e che spesso si confonde con la fasulla nostalgia del passato, inutile e fuorviante. Potrai assaggiare e poi naturalmente è probabile che tu te ne venga via con un cartone sotto il braccio, perché dispiace lasciar lì tutta quella delizia. I panorami non ti bastano, non ti sazia far girare lo sguardo sui colori da far invidia ad un foliage degno del New England? Sei un amante delle curiosità? Spingiti allora fino alla periferia di Nizza ed ecco per gli amanti dei nuovi collezionismi, il piccolo Museo delle bustine di zucchero, organizzato dalla Figli di Pinin Pero, una delle aziende più importanti di questo settore. Meglio di una esposizione di francobolli, condita anche dalla storia e dalle curiosità legate alla produzione dello zucchero. E se le colline non ti hanno dato la pienezza dei sensi ecco Asti, una città sottovalutata, certo rilanciata dal Palio, ma che non è soltanto vino e squisitezzea alimentari (buttale via), ma anche una serie di palazzi e parti storiche di notevole importanza. Intanto non perdetevi (non si sa per quanto tempo si potrà ancora goderne) una visita all'Arazzeria Scassa, dove si può ancora apprezzare il lavoro dell'arazzo, forse uno degli ultimi esempi disponibili in Italia. 

Il museo dlel'arazzeria Scassa - Asti
Rimarrete incantati dall'esposizione dei lavori fatti su cartoni dei più grandi artisti moderni, da De Chirico, a Kandinsky, a Klee, senza perdere d'occhio i colori del magnifico giardino. Poi scendi in città e ti basterà partire dal Duomo che ti incanta già dall'esterno romanico che si muta in gotico, ricoperto dalla bicromia tipicamente astigiana dell'arenaria grigia alternata al rosso del mattone e che poi subito ti stravolge appena varcato l'ingresso con la sua rivoluzione barocca che ricopre le altissime colonne di volute e tralci e le vele dei soffitti di dipinti immaginifici. Parte del fascino è anche data dalla trasandata sensazione di disfacimento che l'umidità incontrollata ed incontrollabile, aggredisce il basso delle pareti, tutto avvolgendo  in un tentativo di corrodere, tara pervasiva dell'umano sentire, quando inutilmente tenta di accedere al divino. Vi lascerei passeggiare a lungo nel delizioso centro storico, ma vi prego non perdetevi almeno gli interni della Collegiata, qui severa all'interno come all'esterno, del Battistero di S. Pietro, così antico e monacale nel suo aspetto scevro d'orpello e della Cripta di Sant'Anastasio, un vero piccolo tesoro nascosto nelle viscere del centro della città, ringraziando naturalmente Piera (a cui vi consiglio di rivolgervi se volete avere una spiegazione puntuale e competente su ogni cosa). Nutrire la mente è sempre un dovere oltre che un piacere, ma non dimenticatevi anche del corpo, ma di questo  magari vi parlerò domani.

Il chiostro di S. Pietro - Asti

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2 commenti:

Ferox ha detto...

NO COMMENT
P.S. - Meglio un commento inetto come questo piuttosto che 0 commenti. Dimmi se e' poco......
FEROX

Enrico Bo ha detto...

@Ferox - Grazie per la buona volontà...

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!