martedì 8 ottobre 2013

Il falco e la colomba.

Mi sembra che si stiano creando due mondi distinti. Il primo, quello dei giornali, TV e degli altri media dove si discute, si parla ma alla fine si sostiene una tesi generale più o meno simile, anche se vista da punti diversi e poi il resto del mondo, quello della gente che cammina per la strada, nei bar, nelle stazioni, che pare un pianeta del tutto diverso, dove i primi paiono alieni di un altro mondo, che parlano idiomi del tutto sconosciuti. Guardo lo schermo e sento valenti giornalisti e personaggi, molti dei quali stimo per la loro acutezza e profondità di giudizio, che recitano un deprofundis continuo e definitivo, il ventennio ormai concluso, un uomo sconfitto e ormai fuori dai giochi, nuovi gruppi e partiti formatisi in spregio a vecchie alleanze, il buon senso che finalmente ha sconfitto gli estremismi e la falconeria, l'accantonamento definitivo di certe posizioni verso un uomo che ha perduto tutto, carisma, soldi (un po?), parte della libertà (prossimamente magari tutta),  partito, amici, fedeli e soprattutto elettori. Poi esco e parlo con la gente, con gli amici, con persone che non conosco sedute vicino a me o col giornale dispiegato durante qualche attesa. Ma si rendono conto i primi di quello che accade, di quello che è il sentire comune della gente? 

Ho visto e udito cose che voi umani, con quel che segue. Ho visto signore quasi piangere e ripetere frasi smozzicate sulle ingiustizie e sull'accanimento che ha subito quel poveretto; uomini che spergiurano sulla sua innocenza; alcuni che sono certi che le donne neanche lo interessano più, altri dicono che è assolutamente giusto che faccia quello che gli pare, a casa sua e anche a casa d'altri e se volesse anche a casa loro che lo ospiterebbero volentieri. Senti un'ammirazione sconfinata, di chi ne invidia le possibilità e vorrebbe ricrearle, magari in piccolo presso di sé e di chi vorrebbe solo adorarlo in silenziosa ammirazione, di come è tanto buono e generoso con tutt(e)i assieme a chi vorrebbe darsi a lui incondizionatamente, con una assoluta fedeltà che ricorda le folle piangenti alla morte di tanti personaggi celebri da Stalin a Kim Il Sung. Vi direte che non è possibile, che i sondaggi non dicono le stesse cose, ma vi prego chiedete ai vostri vicini di sedia e trasecolando rimarrete attoniti a sentire cosa dice il popppolo. Bisogna farsene una ragione senza cercare spiegazioni sottilmente psicologiche o irrealistiche. Come diceva il grandissimo Giorgio Gaber: - Non ho paura di Berlusconi, ma temo il Berlusconi che è in me.- Credo davvero una grandissima verità.


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2 commenti:

Dottor Nomade ha detto...

Del tutto vero.
E ogni volta, alle elezioni, sento un fregatura e mi domando "MACCOSA?", poi mi accorgo che ci circondiamo delle persone che la pensando come noi, e abbiamo l'impressione che sia una cartina al tornasole dell'opinione pubblica. Finché non senti i discorsi degli sconosciuti in treno.

Enrico Bo ha detto...

@Doc - e non vorresti crederci, ma gli italiani sono così, niente da fare, altro che brava gente. Bravi fin che non li toccano nel portafoglio

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