sabato 19 aprile 2014

Montagne e risaie

Risaie a Mai Chau

Le montagne del nord sono lì, ad un pugno di chilometri da Hanoi.  Sono montagne selvatiche, piene di dirupi scoscesi, scavate da torrenti impetuosi che formano serpentine d’argento. Forre angosciose in fondo a valli dai fianchi ricoperti di foreste fitte e vigorose. Sembrano luoghi isolati dal mondo e inadatti all’uomo e invece tutta quest’area è sorprendentemente popolosa. E’ la terra dei montagnards, le tribù del nord. Un misto di etnie provenienti dalla Cina, dalla Thailandia e dal Laos che, mescolati all’inverosimile, colorano di arcobaleno questo mondo perduto e lontano. Un universo di popoli con lingue e costumi diversi che da millenni hanno colonizzato questo territorio impervio piegandolo alle regole di una agricoltura impossibile eppure vitale e sufficiente a farli sopravvivere. Di acqua ce n’è tanta, arriva dalla montagna e dal cielo, aprendo varchi, frane e smottamenti di terra, pare impossibile piegare la natura alla presenza umana, eppure particella dopo particella, ogni spazio possibile è stato conquistato. Dapprima ogni pezzettino di terra libera è stato spianato, suddiviso in piccole porzioni dai confini ondulati e rilevati, le camere di risaie microscopiche e poi giorno dopo giorno, la pervicacia dell’uomo e le sue necessità di sopravvivere hanno rubato ai fianchi del monte altre piccole porzioni, una fettina alla volta, risalendone i versanti qualunque fosse la loro pendenza e trasformando tutto il nord montuoso del Vietnam in uno dei paesaggi più incredibili e fiabeschi che si possano vedere. 


Capanna di Thai bianchi
La strada sale da una catena all’altra, superando passi e contrafforti in sequenza e ad ogni curva si apre una nuova scalinata di risaie che hanno  trasformato il monte in ritagli d’argento che precipitano nel vuoto, mezzalune frattali in cui si specchia il cielo sempre coperto di nuvole bianche. A tratti la nebbia ti impedisce la vista, poi, quando si dirada un poco, ecco un nuovo quadro pararsi dinnanzi, altri gradoni infiniti che precipitano verso il basso. Capanne sparse o a gruppi si aggregano su qualche anfratto più scosceso o dove le rocce impediscono di formare altre risaie. Bufali grigi e pelosi sbuffano con le zampe piantate nel fango. Rivoli d’acqua scendono da una camera all’altra verso il basso. Più sali per la montagna è più l’agricoltura diventa difficile e faticosa. Dove la risaia non è più possibile e il precipizio più ripido, rimane spazio per il mais, seminato chicco a chicco in piccole buche. Qui è terra dei H’mong, i più poveri e isolati, forse arrivati per ultimi e per questo rimasti con le condizioni più difficili. Il fondo valle invece è appannaggio dei Thai bianchi e dei loro villaggi su palafitte circondati dalle risaie digradanti. Mai Chau è al centro di una delle valli più belle. Dovunque giri lo sguardo ti sembra di vedere un quadro perfetto, risaie lussureggianti, canali che gorgogliano, speroni di roccia che strapiombano carichi di verde. Piccole stradine e sentieri a zig zag la percorrono tutta. Le percorri in bicicletta ed entri nel quadro. 

Allevamento di anatre
Le ragazze a mollo che trapiantano le piantine verdi, fanno grandi saluti con le mani, alzando i cappelli a cono. Un uomo tenta di mantenere diritto un aratro di legno mentre il bufalo tira ansimando, le zampe tese piantate nel fango. Ecco un altro gruppo di capanne. Non c’è quasi nessuno, sono tutti nei campi. Orti pieni di zucche, insalate e steli diritti di cipolle. Le foglie larghe e frastagliate dei cavoli coprono il terreno scuro. Nel pantano un gruppo nutrito di anatroccoli gialli starnazzano disperati al tuo passaggio. Qualche bambino seminudo che corre tra la polvere dei cortili, sotto una grande palafitta, un telaio. Ne senti i colpi secchi già da lontano. Una ragazza sta lavorando ad una lunga tela colorata: con movimenti secchi lancia la navetta da una parte all’altra, il filo rosso si tende ancora e ancora, i piedi alternano l’ordito, la lama batte e ribatte, la ragazza ride di gusto quando provi a tua volta goffo e lento a muovere ordinatamente i vari pezzi del telaio. Un altro gruppo di capanne, qui la risaia è già verde. Gli steli sono spuntati forti e diritti, il raccolto sarà buono. In mezzo, tra le case, nella palafitta più grande, la famiglia del signor Cuong ci aspetta in piedi vicino al pozzo.


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