Vi avevo detto che non è facile trovare libri sul Vietnam che non parlino della guerra. Ecco invece che mi capita tra le mani questo bel libro che potrebbe benissimo essere una delle tante storie che a me piace raccontarvi. Due ragazzini davanti alla televisione vedono scene di gente famosa su un'isola, che soffrono la fame che litigano tra di loro e poi su un'altra isola, altra gente e bambini, questa volta non famosi affatto, qualcuno che muore, mentre altri vengono salvati. Il più piccolo non capisce e si chiede perché i primi lo fanno quando potrebbero mangiare tranquillamente a casa e gli altri invece non vengano aiutati a vivere in maniera umana e decente. Il più grande cerca di spiegare la situazione, quando il padre dice: "Anche io sono stato, bambino, su un'isola come quella e ho avuto fame". E qui comincia il flash back. Loi, il padre quando aveva 11 anni nel 1969, nel momento più difficile per il Vietnam, è fuggito su un barcone.
E' stato uno di quei tanti boat people che da sempre preda dei trafficanti di anime, fuggono dai loro paesi per salvarsi dalla miseria o perché non in linea col regime o semplicemente anelando alla libertà. I suoi genitori, hanno raccolto i 1000 dollari necessari e hanno pensato di dargli una occasione di vita migliore, ben sapendo che rischiavano la sua vita o quantomeno di non vederlo mai più. La storia racconta la fuga, l'orrore del viaggio, la paura della morte e quei tanti bambini morti e finiti tra le onde, i momenti di speranza, i tradimenti, la fame, fino alla vista di quella grande nave, la Vittorio Veneto che noi avevamo mandato in quei mari in missione a salvare vite, in un momento in cui forse eravamo molto più poveri di adesso, ma molto meno egoisti. Così la casualità ha portato Loi in Italia dove ha potuto costruire la sua vita e la sua famiglia. E' una bella storia, adesso sono passati 35 anni ormai, ma la cosa più incredibile però, è che è stata scritta da Lorenzo, il figlio di Loi, a soli dodici anni, quasi gli stessi che aveva il padre al tempo della sua avventura. Adesso ne ha sedici e frequenta un liceo classico di Torino e anche se l'ha scritta così bene, per lui ormai questa è solo una storia lontana. Un libro che ti permette di pensare.
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