domenica 30 agosto 2015

A Monaco col Museo 1

La Svizzera dopo il San Bernardino




Il municipio di Lindau
Eccomi qua anche se con forte ritardo a raccontarvi dell'annuale giro organizzato dalla Italian Wine Travels, dell'amico Fassino per il Museo dell'Agricoltura del Piemonte. Questo è l'anno dispari, quindi toccava all'estero ed è stata la volta di Monaco e dintorni. Inutile dire che il giro è a tema fisso, pensato proprio per chi ha interessi legati al mondo dell'agricoltura e delle produzioni correlate, ma girolare per luoghi così pieni di cose da fare e da vedere, consente dopo aver esaminato il tema, di buttare un occhio anche a quanto di magnifico ti passa di fianco. Il pullman è un modo piacevole di viaggiare, se sei partito a ore a cui non sei abituato, ti consente di sonnecchiare, se vuoi chiacchieri coi vicini, se no mediti sul senso della vita, al limite guardi il DVD sulle Langhe e sogni fino al San Bernardino, dove le caprette ti fanno ciao dai fianchi delle montagne svizzere. Poi un picnic sul lungolago del Bodensee, ti consente di godere dell'atmosfera del luogo, assolutamente impagabile ed allo stesso tempo del salame e dei tomini  di Castelnuovo Don Bosco, forniti dall'organizzatore, che sarà che quest'anno ricorre una data importante per il Santo, ma anche la freisa ha il suo perché. Comunque il giro delle viuzze di Lindau, le sue case giocattolo, il delizioso municipio affrescato, le chiese e l'atmosfera di vacanza lacustre, un po' triste, un po' mitteleuropea, valgono la sosta anche senza il picnic, credete a me. 

Il porto lacustre a Lindau
Non rimane che passare di fianco a Vaduz e considerare come mai, pur essendo uno dei posti più frequentati dai soldi di tutto l'universo e dintorni, il Liechtenstein risulti, secondo una ricerca del Touring Club Italiano, al quartultimo pasto al mondo come visite turistiche con pernottamento. Delle due l'una: o chi ci va a fare affari, seppure miliardario è talmente taranga da andare poi a pernottare fuori dal Principato per spendere meno, o è meglio lasciare meno tracce possibili del proprio passaggio. Imparate gente, su come ci si deve comportare quando vincerete il superenalotto (io il mio piano ce l'ho già). Comunque di lì in poi, Germania pura, anzi Baviera, con le sue dolci colline che digradano sempre di più verso il nord, tra un verde sano di pascoli che diventano prati, fattorie dai muri segnati dalle travi di legno e piccoli paesi dove pare si viva davvero magnificamente. Qui vedi un solido stato di benessere, in cui tutti i vecchi edifici e le costruzioni di un tempo sembrano nuovi, tanto sono curati e ben conservati e quelli nuovi al contrario sembrano vecchi per come sono bene integrati nell'ambiente, senza infastidire con linee troppo invadenti o estrosità del moderno obbligatorio. Ebersberg non fa eccezione, anzi. Poche case  attorno a una piazzetta, qualche negozio, una birreria, insomma sarà noioso, ma alla fine non deve essere male vivere da queste parti, specialmente se ti piacciono i wurstel e i crauti. 

Manzi Angus
C'è anche la gradevole sensazione che non ti abbandonerà nei giorni successivi, che tutto, o per lo meno la maggior parte delle cose, funzionino come devono e che anche se ci saranno dieci volte più immigrati che da noi, non sia poi tutto 'sto problema. Saranno i politici a essere diversi? Chissà, ah saperlo! Comunque qui intorno c'è una azienda agricola sperimentale. Pensate un po'. Ognuna delle 300 vacche della stalla, razza Simmenthal per il latte e Angus per la carne, ha un chip con GPS che consente di sapere esattamente ed in ogni momento cosa, quando e quanto mangiano, quale tipo di zona della stalla scelgono per riposare, ce ne sono di diverse soluzioni, quando scelgono di andare alla mungitura effettuata automaticamente da un robot, per capire quali siano le soluzioni migliori e più gradite agli animali e che ovviamente corrispondono ad una migliore produzione, che questo alla fin fine è quello che conta, alla faccia degli animalisti. Razioni misurate con il bilancino a qualcuna, ad libitum per altre, per capire, valutare, calcolare quale sia la il miglior metodo di allevamento per ottenere il massimo rendimento. Di latte, carne e cacca ovviamente che viene gestita in un impianto di biogas per produrre l'energia che serve alla fattoria. Che bellezza per chi studia zootecnia, un paradiso. Tranquilli, anche qui stanno tagliando i contributi statali, diciamo che siamo in tempi di vacche magre, appunto.
Stalla sperimentale nei dintorni di Ebersberg


SURVIVAL KIT

Hotel Hoelzer Brau - Ebersberg - Gradevole albergo, molto comodo ed economico per visitare l'area circostante e anche Monaco. Di norma 65 € la doppia con colazione abbondante, ma ci sono anche offerte in vari periodi. Camere piccoline, ma moderne e pulitissime, free wifi, bottiglia d'acqua gratuita in camera, che in Germania costa come l'oro. Personale molto gentile, tutti parlano inglese. Annesso il ristorante, elegante, dove si può cenare con una ottima qualità. L'unico problema è che alla sera nel paesino non c'è niente da fare, per contro tranquillità e silenzio garantiti.


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mercoledì 26 agosto 2015

Cronache di Surakhis: Immigration

Risultati immagini per ragni
Da Wikipedia

Tempi duri anche a Surakhis. Pur essendo alla fin fine, con le sue miniere, uno dei pianeti più ricchi di questa parte periferica della galassia, da qualche anno la crisi intergalattica mordeva anche qui; gli schiavi ormai non avevano più nulla da impegnare se non la loro vita e le banche non accettavano più in pegno gli organi oltre alla terza generazione. Tuttavia anche questa situazione era vista come una posizione di privilegio dai pianeti vicini ancora più miserabili, dove ormai da anni infuriavano guerre senza quartiere che inducevano tutti quelli che ancora ne avevano la forza a fuggire verso lidi più sicuri e Surakhis era un buon luogo di passaggio per arrivare verso i pianeti più ricchi del centro della galassia. Erano nate così delle compagnie specializzate che si occupavano di utilizzare portali di teletrasporto clandestini per superare le vie ufficiali degli spazioporti, controllatissimi e ormai invalicabili, facendo arrivare a gruppi i fuggitivi nelle zone più aride del pianeta, lasciandoli poi al loro destino per proseguire la loro odissea. In cambio trattenevano tutti gli averi delle famiglie in partenza, gli organi non essenziali e almeno una figlia vergine da piazzare sui mercati della galassia orientale, sempre affamati di quegli articoli. Soprattutto i fuggitivi dai sistemi periferici di Andromeda erano quelli che subivano le peggiori angherie fisiche. I mercanti di carne umana, si giustificavano col fatto che essendo i fuggitivi, per la maggior parte appartenenti a specie aracnidi, anche se venivano mozzati loro due o tre arti, ne avevano in ogni caso altri cinque o sei e per la più parte ricrescevano, ma gli amputati non erano molto d'accordo. 

C'era anche il problema che essendo i portali quantici di pessima qualità e spesso guasti, la rimolecolarizzazione non avveniva e la materia di cui era costituito il migrante si disperdeva nello spazio interplanetario, ma in fondo chi li contava quei disgraziati, comunque se ne perdessero nello spazio, sempre altri ne arrivavano. Inoltre la popolazione surakhiana, pesantemente provata dalla crisi, non ne poteva più di queste orde che, sempre più numerose, almeno a detta dei media e dei partiti di opposizione, si affacciavano dalle dune del deserto sudoccidentale. Per la verità nessuno faceva notare che la maggior parte dei fuggitivi, saltellando sulle poche zampe che erano loro rimaste dopo la traversata, cercava di raggiungere i portali di Surakhis Nord da dove filarsela nei pianeti vicini, ma tant'è la sensazione della gente comune era che che fossero comunque troppi e fastidiosi, con quelle loro zampacce nere e pelose e la bava che lasciavano dietro per tessersi un giaciglio durante le notti fredde dell'inverno surakhiano. Paularius si barcamenava abbastanza bene in fondo, in quanto aveva preso una partecipazione in una società di "traghettatori" e riceveva un organo ogni dieci asportati, e inoltre aveva anche una compartecipazione nella spedizione dei portali ai pianeti vicini, a cui inviava quelli fallati, prodotti nella sua fabbrica e che venivano rifiutati dalla commissione di vigilanza, che non era riuscito a corrompere meglio del suo concorrente di Arturus IV. Inoltre aveva creato una cooperativa che convinceva i nuovi arrivati a concedersi come schiavi temporanei senza paga nella sua miniera di Rufus 2, con la promessa di avere al termine di una ferma di 3 anni, il passaggio su un pianeta vicino a scelta, in cambio di un occhio (tanto ne avevano otto) o qualche altro organo non vitale. 

Accettavano quasi tutti di buon grado, anche se là sotto la vita media era al massimo di un paio d'anni, ma si sa le regole le detta il mercato, diceva sempre Paularius allargando le braccia e scrollando la testa sconsolato. D'altra parte era tutta gente che rendeva poco, scansafatiche pretenziosi, ma con la manodopera oggigiorno è così, devi prendere quello che trovi. Merdini invece, il capo delle Gilde, spalleggiato dalle Sorelle di Minchia, un gruppo di sacerdotesse dei postriboli di stato, cavalcava l'onda e ad ogni nuovo arrivo di un gruppo di disperati dal deserto, lanciava proclami alla folla, preannunciando malattie tremende, calo del cibo locale, senza ricordare che quelli venivano fatti cibare delle loro feci, scatenando l'odio popolare sul fatto che quella gentaglia avrebbe portato via il lavoro con la cessione degli organi, che comunque a loro ricrescevano. Anche Kricket che era in calo di voti e cercava disperatamente qualche argomento per riconquistare il consenso, aveva scatenato una battaglia con lo slogan Dagli al ragno, sperando di coinvolgere tutti gli aracnofobici, ma la base rumoreggiava e per poco temette di essere dato in pasto alla folla per avere denunciato uno scontrino di caviale e champagne durante uno dei suoi soggiorni di vacanza, come spesa di rappresentanza. Non stavano simpatici a nessuno quei ragnacci, neri e pelosi come la pece come si ritrovavano, inoltre pur cercando di mangiarseli tutti, lasciavano sempre parte dei loro escrementi qua e là e ogni giorno i consensi per le Gilde aumentavano. Già era stata approvata la caccia sportiva libera, per cui ogni fine settimana, i rampolli della jeunesse dorée di Novigorad, andavano tra le dune a sparare al ragno, ma il pericolo per Paularius era che alle prossime elezioni, Merdini passasse in maggioranza e gli togliesse la licenza ufficiale di usare i clandestini, costringendolo a lavorare in nero sui neri, in sostanza a pagare ulteriori tangenti sugli utili al nuovo governo. Sia come sia, gli immigrati continuavano ad arrivare. 

Hibblaha era in viaggio da un anno. Era partita incinta da un piccolo pianeta di un sole alla periferia di Andromeda devastato dalla guerra. Il suo compagno,  prima di lasciarsi divorare completamente, l'aveva abbracciata dicendole, vai almeno tu e cerca di farcela. Mentre lei gli sgranocchiava la testa per ultima, il boccone migliore, sentiva ancora la tenerezza del suo messaggio, quello di renderla il più forte possibile per portare a termine il viaggio. Aveva partorito quasi cinquecento piccoli aracnidi quando era arrivata, gonfia come un otre, sulle scogliere di Aldebaran VI. Nessuno dei passeur aveva cercato di violentarla per la verità, dopo aver visto l'ampiezza delle sue trance boccali, ma avevano preteso tutte le femmine della nidiata e gli organi della metà dei rimanenti, molto richiesti essendo ricrescenti, dagli anziani ricchi che se li cambiavano ogni dieci anni per non avere rughe. Le rimanevano ormai solo più una sessantina di piccoli, che si teneva stretti per paura di perderli, al massimo, quando era allo stremo, ne mangiava uno ogni tanto, ma ormai la meta era vicina. Pochi chilometri la separavano ormai dalle dune di Chot Vipit, dove c'era la base di un trasporto verso il nord, la libertà e la vita. Dovette cederne altri dieci ai mercanti di organi per salire sul trasporto. Dopo alcune ore le tre lune di Surakhis scesero dietro l'orizzonte e il trasporto piombato, lentamente si mise in moto. Ancora poche ore e sarebbe stata la salvezza. Poi un colpo secco, uno stridore di cinghie e tutto si fermò. Per un attimo rimase nell'aria solo un silenzio irreale. Hibblaha si strinse ancora di più ai suoi piccoli, poi le porte si spalancarono di colpo e nel buio della notte, la milizia dei Sardar di Paularius irruppe all'interno. Li trascinarono via in pochi minuti. La nuova merce per le miniere era pronta.


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La notte del Sabba.

lunedì 24 agosto 2015

Taste of Bhutan 2



Scende la nebbia
e avvolge il monastero.
Dura salita.


domenica 23 agosto 2015

Northeast India - Considerazioni finali


Ragazze Mishin


Le gabbie di attesa in coda
E' arrivato finalmente il momento di fare il punto su questo viaggio e mi sembra giusto farlo solo adesso, quando sono passati ormai quasi cinque mesi dalla sua conclusione. Un tempo che mi sembra corretto per poter lasciare da parte gli entusiasmi e le depressioni del viaggio quando questo è appena finito. Insomma una riflessione a mente libera da pregiudizi, come se questo fosse possibile. Di certo non è l'itinerario da consigliare a chi visita il paese per la prima volta, forse neanche la seconda. Diciamo che questa è un'India da amatori, per chi conosce già bene il paese e vuole vedere qualche cosa di più, completare il quadro insomma, vedendo anche qualche cosa fuori dagli schemi. Si sa che questo è quasi un continente, con aspetti molto diversi, che è impossibile vedere anche solo parzialmente in una volta. Un'altra cosa da considerare è che per chi è particolarmente interessato agli aspetti etnografici, i luoghi di cui vi ho parlato, sono assolutamente unici ed inoltre bisogna considerare che gli appartenenti alle etnie periferiche del nord est dell'India, mantengono le loro straordinarie ed interessantissime abitudini e caratteristiche solamente nelle persone anziane ed è facile prevedere che entro una ventina d'anni,scomparsi questi, non ci sarà più nulla da vedere se non in qualche festival che verrà organizzato dalle locali Proloco, se ancora avranno voglia di ricordare le abitudini dei loro nonni.

Traffico
Allora sì, che da queste parti, gli spunti di interesse si ridurranno davvero completamente. Però ricordatevi che per vedere nella maniera migliore e più consapevole questi aspetti bisogna affidarsi a persone che conoscano davvero bene la questione ed il territorio, come vi indico più sotto. In questa parte dell'India, non ci sono, palazzi di Maharaja e templi famosi dalle architetture fantasiose, né santuari dove accorrono i fedeli e neppure spiagge incantevoli, ma il loro fascino di luoghi perduti nel tempo ne fanno una metà difficilmente paragonabile con le altre. Intanto dovrete partire da Calcutta, una megalopoli, che forse rappresenta quello che in India non si vede quasi più da nessuna parte, quell'India disperata, preda negli strati più provati della sua società, di quella povertà marcia e senza speranza che trovate soltanto nei libri di Lapierre, gli slums, la gente che dorme e vive per le strade, il paese ancorato all'eredità di quella Inghilterra di cui non riuscirà mai a liberarsi fino in fondo. Questa è l'India che contrasta quell'altro paese che vuole diventare moderno, con l'economia che, ultima tra i Brics, oggi invece, è rimasta l'unica a correre; dove vedi la lotta politica, ogni giorno presente nelle strade, che mostra i vantaggi e gli svantaggi accoppiati, di essere la democrazia più grande del mondo. E questo già da solo varrebbe il viaggio.

Bimbe di villaggio
Andare poi, attraversando quel fragile istmo che vi porta al di là del Bengala, alle sconosciute pianure dell'Assam, bagnate dall'immenso Bramaputra, vi porterà in una terra incognita, che lo stesso governo centrale ha trascurato, forse perché troppo periferica, forse perché di tanto in tanto crea problemi e quindi va lasciata un po' a se stessa, con le sue grane e la sua arretratezza. E' una terra povera ma genuina, dove incontrerete persone interessanti, intanto, stupite perché vi trovate da quelle parti, ma sempre ansiose di mostrarvi quanto questo mondo ha da offrire. Piccole città e templi di campagna, dove troverete genuine ed estreme espressioni di fede, da osservare con rispetto pensando a cosa significano le religioni nel mondo. E parchi selvatici di cui non sapevate l'esistenza, con elefanti e rinoceronti e animali sconosciuti, in una atmosfera di colonia inglese che ritenevate ormai perduta. Affrontare poi i territori di Nagaland e dell'Arunachal Pradesh, rappresenta uno sforzo di volontà in cerca di un premio che alla fine non verrà negato. Saranno, è vero, ore e ore di macchina su strade impossibili, tra foreste maestose e zone negate al turismo, ma ogni villaggio che troverete tra le radure, ci sarà una scoperta inattesa, ogni volta che sarete invitati, e accadrà continuamente, in una capanna, troverete ad attendervi un mondo che non potete pensare ancora esista in questa società globalizzata.

Bandiere di preghiera sul lago
Dove vi capiterà nel mondo di oggi, di parlare faccia a faccia con un Re, sia pure di una trentina di villaggi, mentre si fa una pipa di oppio con un dignitario birmano in visita o di chiacchierare amabilmente con qualcuno che da giovane guerriero se ne tornava a casa portando sottobraccio la testa mozzata di un nemico? Vedrete una terra selvatica e difficile da penetrare, con allegati i sentori salgariani della vostra giovinezza, quando cercherete di attraversare ponti tibetani senza precipitare o traghettare fiumi sconfinati su barche dondolanti assieme a ricchi indiani con dieci anelli su due mani. Insomma luoghi che meritano di essere visti per quello che sono e perché, forse, scompariranno presto. Infine rimane l'area himalayana, che dà ovviamente ancora altri stimoli e garantisce altre sorprese. Sikkim e Bhutan sono un poco le due facce di una stessa medaglia. Terre di montagna estrema che colano e scendono a valle sotto i picchi degli ottomila, ma che contengono tutte montagne che non si possono scalare, per rispetto agli dei, strano ma vero, in questo mondo dove tutto è in vendita. Di nuovo strade difficili e tortuose che portano da un monastero ad un castello e via di nuovo verso altri luoghi santi, laghi, boschi e chorten contenenti sacre reliquie, capelli e denti di Buddha, ma quanti ne aveva accidenti!

La sposa
Il Sikkim è India a tutti gli effetti con i pregi ed i difetti che questo comporta, confusione, traffico, sovrappopolazione, ma anche prezzi bassissimi e facilità con cui alla fine si riescono a risolvere tutti i problemi, coi tempi giusti naturalmente. Monaci e monasteri bellissimi, panorami severi e necessità di molta fortuna per vederli, perché il capriccioso tempo delle montagne sarà il padrone del vostro destino. Per il Bhutan bisogna fare un discorso a parte, perché se è vero che offre gli stessi paesaggi ed una cultura simile, qui tutto è più calmo e ordinato e la sensazione che i luoghi siano più belli e godibili è forte. Però c'è un prezzo da pagare, che i turisti fai da te noalpitur ahiahiahi, saccopelisti implacabili, troveranno assolutamente insopportabile, in quanto il paese si visita solo a certe condizioni, intanto un bel pacco di soldi non trattabili e poi tutto previsto e calcolato nel pacchetto tutto compreso e senza variazioni. Bisogna dunque rispettare tutta la gran fuffa del paese di sogno i cui abitanti non si curano del denaro ma solo della felicità, della natura e della tradizione. Bisogna stare al gioco della Shangri-La perduta tra le montagne, ma a prezzo e menu fisso. Qui la televisione è arrivata obtorto  collo solo nel 2000, non ci sono semafori, se siete nel sistema o nel pubblico potete vestirvi solo in abiti tradizionali per dare l'impressione che tutto sia come un tempo, tutto organico, tutto naturale, vietato fumare e viva sempre il Re che trova sempre la giusta soluzione tra passato e futuro, poi il parlamento approva.

IN attesa del festival
Anche i partiti li ha inventati il Re perché nessuno voleva stare all'opposizione, ma fino a quando? Rimarrete incantati dalla bellezza delle cittadine, dai paesetti, dalle case dipinte ed ordinate anche se con i tetti di lamiera, ma non si può avere tutto, dalle donne che arrivano dalle montagne coi cappellini di vimini anti spiritelli, dalle ragazze che ridono allegre nella loro kira stretta ed elegante e dalla casacca colorata, dai ragazzi che tirano con l'arco lungo la strada prendendosi in giro l'un l'altro e dandosi pacche sulle spalle, dagli affreschi antichi, dalle statue benedicenti, dai tanti monaci che incontrerete lungo il vostro cammino. Un fascino a cui nessuno riesce a sottrarsi, tra storie antiche di monaci che si reincarnano e vanno a meditare per mesi tra le grotte delle montagne, senza neppure la grana dei cinesi che li perseguitino. Un paese davvero straordinario che va visto almeno una volta senza farsi innervosire, per chi la soffre come me, dalla facciata new age, che evidentemente fa il gioco del marketing che oggi riesce anche a far vendere mele mezze marce al doppio del prezzo di quelle sane. Intanto le ragazze, i ragazzi ed i monaci che smanettano continuamente sui loro smartphone, tracceranno presto la loro strada e di tutto il resto, forse e purtroppo, rimarrà solamente la facciata per i turisti. E con questo direi che basta.

Ragazzi di Paro


SURVIVAL KIT

Per la strada
Come vi ho detto per effettuare questo giro nel modo migliore, economicamente più conveniente e che sfrutti al meglio il tempo che avrete a disposizione, conviene a mio parere affidarsi ad una agenzia valida che si occupi della molta burocrazia necessaria, permessi, visti, ecc. e che abbia tutte le conoscenze per far fruttare al meglio la visita, coordinando le date degli eventuali festival e con le entrature presso le etnie locali.

Io vi consiglio assolutamente avendolo già provato due volte a distanza di qualche anno (e presto ce ne sarà una terza) il Signor Ashish Mishra che con suo padre Sig Srikant (etnologo esperto) gestisce l'agenzia seguente:

Alternative tours Pvt Ltd - Specialized in conducting Ethnic tours
Room No. 4 & 5,
B.D.A Market Complex
Palashpalli
Bhubaneswar 751020
Odisha

Phone : +91 674 - 2593463 ,2590830
Fax : +91 674 2590819
91 9437129983 

Intanto date un'occhiata al sito e chiedetegli un preventivo, intanto vi stupirete dei prezzi e della flessibilità con cui potrà organizzarvi le proposte e in ogni caso considerate che collabora già con importanti tour operator italiani.


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