domenica 30 ottobre 2022

São Tomé 7 - La storia di Tiziano


Ce n'è anche per te


 Una bella notte di riposo tranquilla e serenamente cullata dal solo rumore delle onde che si si frangono sulla riva, è quanto di meglio ti puoi augurare all'arrivo in un nuovo paese. Gocciolava quando abbiamo portato il nostro valigione nel bungalow nella foresta che ci ospiterà per qualche giorno, ma cosa vuoi, se scegli un periodo che si chiama stagione delle piogge, non è che devi aspettarti altro o lamentarti, è così e devi accettarlo con rassegnazione; è vero qualche cosa perderai, ma considera anche che potrai appezzare anche questo aspetto del luogo che ti appresti a conoscere. Accoppiamo il tutto alla cena sontuosa che ci ha accolto con un trancio di cernia alla griglia cotta con rara perizia e ricoperta da un delizioso sughetto, sulla grande terrazza davanti all'oceano e puoi goderti una soddisfatta dormita, aspettando di risvegliarti presto, complici le due ore di fuso, circondato da un delicato e variegatissimo concerto di cinguettii, canti, fischi e zufolate di una serie davvero differenziata della ricchissima avifauna che popola il bosco. Nessun altro rumore a turbare il chiarore di un alba illuminata da un poco di sole che occhieggia tra la nuvolaglia diradatasi nella notte. Mentre scendiamo a goderci la colazione su un tavolo della grande balconata, seguiti dall'occhio buono di un paio di asinelli che brucano nel prato, bisognerà pure dire due parole su questo luogo davvero piacevole. Il Mucumbli, posizionato nel distretto di Lembà, una delle primissime strutture turistiche presenti sull'isola e ancora oggi sicuramente la migliore tra le poche sorte successivamente, sotto tutti i punti di vista, è nato da una decina di anni dall'intuizione del veterinario bergamasco Tiziano Pisoni e di sua moglie Mariangela Reina, due cooperanti che dopo un po' di peregrinazioni per il mondo, sono approdati quaggiù una trentina di anni fa per seguire un progetto di produzione zootecnica. 

Diciamo pure che rimanendo qui per un paio di anni, è scattata una sorta di innamoramento per il posto e per i suoi abitanti, uno staterello di due isole sconosciuto ai più, tagliato fuori da tutte le rotte turistiche e di sviluppo del mondo e da quel momento è stato tutto un moltiplicarsi di interessi e attività in favore di questa nazione, che ormai la coppia ha eletto a loro casa, tramite l'ONG Alisei, a partire da progetti sulla viabilità, a quelli sulle costruzioni rurali, un altro per la produzione di farine vegetali e molti altri che hanno preso vita in questi anni, addirittura fino alla costituzione della federazione ciclistica nazionali, sport di cui Tiziano è grande appassionato e cultore, che organizza la Volta do cacão, un giro ciclistico internazionale in quattro tappe che in Africa ha raggiunto una certa notorietà. Ma una decina di anni fa, convinto dalla soddisfazione e dalla meraviglia di quanti venivano a trovarlo per dargli una mano e che rimanevano altrettanto innamorati di questo ambiente assolutamente incontaminato (e vi assicuro che questa parola non è spesa vanamente come in molti casi nelle relazioni turistiche), decise di cominciare in parallelo con le altre attività, una nuova avventura e nel terreno che aveva avuto a disposizione per i progetti di agricoltura e allevamento, situate in una vecchia piantagione abbandonata  su una scarpata di fronte al mare, cominciò la costruzione di un paio di bungalow, immersi nel bosco, seguendo la filosofia dei vari ecolodge che nel mondo stanno propugnando un tipo di turismo poco invasivo e meglio sostenibile. Negli anni questi sono diventati una decina, con il piccolo ristorante a fianco e oggi questa realtà dà lavoro ad una quarantina di elementi, tutti locali e formati nel miglior modo possibile per fornire una accoglienza di livello, agli ospiti che vogliono venire a scoprire questo piccolo mondo nascosto. 

Tiziano segue personalmente la struttura ma lascia molta mano libera ai suoi dipendenti che sembrano aver perfettamente compreso la filosofia dell'operazione; il tutto produce un risultato che gli ospiti, che cominciano ad arrivare da ogni parte del mondo, gli italiano sono ancora pochissimi, sembrano apprezzare molto. Ora sapete bene come la penso su tutto il mondo del biologico e dell'interpretazione che va per la maggiore sul campo della naturalità e della ecosostenibilità, ma bisogna confermare che questa via è destinata ad avere un crescente successo, perché ha un approccio molto moderno e piace assai soprattutto in termini di marketing a tutto il mondo occidentale, tanto che il business più sveglio se ne è già appropriato, snaturandone spesso il concetto di base. Il turismo, secondo me naturalmente, di pari passo con l'agricoltura, sono due delle attività più contronatura che esistano e ogni sforzo per farle apparire sane ed "ecologiche" rappresentano una forzatura non realistica. Considerando che ogni attività umana è destinata a deteriorare la natura che ci circonda, per l'inestinguibile esigenza propria di questa specie di vivere e moltiplicarsi indefinitamente, è soprattutto il numero di individui presenti che definirà se il potere tampone di un territorio sarà capace di sopportare questa attività, attraverso naturali meccanismi di compensazione. L'uomo, obtorto collo, è uno dei tanti parassiti del pianeta e inevitabilmente per espandersi, come proprio di tutte le specie, lo consuma e solo una sua diminuzione di numero potrà portare un equilibrio accettabile prima che lo distrugga completamente Ugualmente l'attività turistica è destinata a cambiare in profondità la vita e la cultura di una popolazione "vergine" da questo punto di vista. 

Quindi accanto ad indubbi vantaggi di natura economica e materiale, con l'aumento delle opportunità di lavoro e di benessere, inevitabilmente le ricadute negative arrivano a pioggia e ad ondate successive, in termini di inquinamenti culturali, banalmente l'arrivo di McDonald, della pizza e della Coca Cola, ma anche col mutare, in parte in meglio, ma in parte in peggio, di comportamenti e atteggiamenti, come la ricerca più ossessiva di un benessere prima sconosciuto e adesso desiderato ma non raggiungibile, sommovimenti sociali ed inevitabili aumenti di contrasti, che peggiorano le relazioni tra individui e tra questi e i nuovi arrivati, non ultimo il desiderio di abbandonare la propria terra in cerca di migliori opportunità, fatto che impoverisce spesso un paese privandolo dei suoi giovani migliori. Insomma anche il turismo, per quanto ecosostenibile, non è mai neutro di fronte ad un territorio, figuriamoci per un paese piccolissimo e isolato per secoli, pensate che la televisione qui è arrivata per la prima volta nel 1992! Tuttavia dobbiamo considerare che trattandosi comunque di un processo inevitabile, la gente se ne avrà le possibilità vuole andare a vedere i posti più belli, qualunque cosa si faccia per trattenerli, questo sistema è quello migliore, meno invasivo e che tenta, spesso con successo come in questo caso, di minimizzare gli aspetti negativi, massimizzando quelli positivi. Ecco così che da Mucumbli vengono organizzati giri esplorativi, a piedi e in bicicletta nelle parti più segrete dell'isola, che ricordiamo per quasi la metà è parco naturale assolutamente impenetrabile ad ogni mezzo meccanico, mentre l'isola minore di Principe, popolata da meno di 8.000 abitanti, è stata dichiarata Patrimonio Unesco della Biosfera. Un mondo insomma, da centellinare col piacere della scoperta e soprattutto cercando di mantenerne inalterate le bellezze e le caratteristiche unico. 

Questo è un po' il fine che sta cercando di conseguire Tiziano e mi pare che ci stia riuscendo molto bene. Un esempio minimo: i bungalow sono stati costruiti in una posizione che a prescindere dalla bellezza panoramica, tiene conto che lo spirare delle brezze del mare, che scottono attraverso finestre senza vetri (ma dotate di zanzariere!), rendono inutile l'aria condizionata e data la situazione climatica del luogo mantengono una temperatura piacevolissima durante tutto l'anno. Nel ristorante poi, per quanto possibile, viene utilizzato valorizzandolo al massimo ogni tipo di prodotto locale, dando come risultato una straordinaria commistione tra cucina "all'italiana" con quella creola saotomense. Insomma, con un po' di umiltà vale la pena di venire a dare un'occhiata a questa realtà, costruita in anni di amore verso l'isola da Tiziano, che è non a caso, anche console onorario e di sicuro anche una autorità sull'isola e naturalmente da sua moglie. E adesso dopo questa lunga e meritatissima marchetta, lasciatemi sedere al mio tavolo, accarezzato dalla brezza dell'oceano, mentre la deliziosa Maria, che ormai parla un ottimo italiano, ci fa servire frutta a tocchetti appena raccolta, deliziosa la papaya e la carambola, un bel bricco di caffé locale dal gusto intenso e carico, ma per chi lo vuole c'è un thé di una particolare erba dai sentori di limone, che cresce qui attorno, seguite da una bella omelette, marmellate fatte in casa e soprattutto da una spremutta appena frullata di cajamanga, un frutto che non conoscevo, proprio dell'area equatoriale, una sorta di mango acido, che non si può mangiare tal quale, ma che viene utilizzato solo in questo modo, fornendo un succo denso e gradevolissimo che non finiresti mai di bere. Al tavolo, graditi ospiti, vengono anche piccoli uccellini, passeracei colorati di azzurro in cerca di briciole che inteneriscono; mentre il selélé, un uccellino un po' più grande con un becco leggermente curvato verso il basso e una lunga coda variopinta, che dà anche il nome al nostro bungalow, sta appartato un po' più lontano, forse perché un po' più timido e meno sfrontato. Lasciateci godere in pace. Grazie Tiziano per tutto questo. 

Cernia con riso e banane fritte


P.S. E se volete seguire una intervista radiofonica a Tiziano Pisoni clikkate qui.


La terrazza del ristorante del Mucumbli
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