mercoledì 29 novembre 2023

Barcelona

Barcellona, La Pedrera - novenbre 2'23




Un ingresso

In pratica la serata da trascorrere sulla nave che per la maggior parte dei croceristi rappresenta l'apice del divertimento ed in effetti anche il senso di questo tipo di vacanza, per me è costituita soprattutto dal giusto riposo per riprendersi dalle fatiche del pomeriggio che contamela come vuoi sono sempre un bel po' di chilometri a piedi percorsi con un certo ritmo per non rischiare di lasciare indietro qualche cosa. Mentre, tra sfilatini alla nutella e hamburger e patatine, continuamente sfornati negli appositi corner, la folla si addensa sulle varie piste da ballo mentre la musica pompa a tutto andare, i bambini sono stati relegati nei loro appositi spazi, qualcuno tenta di ibernarsi nei ponti esterni per cercare di godersi il tramonto che intanto scende sui marosi ed il bastimento esce dal porto in cerca della sua rotta. Esaurita poi la pratica della cena, bisognerà pur mangiare qualcosa ogni tanto, io mi godo lo spettacolo nel teatro da quasi mille posti, mentre intanto riparte la serata. Non c'è pace tra gli ulivi e intanto bisogna prepararsi alla giornata successiva che ci vede nell'ultima banchina del grande porto di Barcellona. Ormai la prassi è nota ma i passeggeri diventano sempre più scafati e la onerosa navetta viene sostituita da un comodo bus urbano e poi via con il turistico a due piani che ti consente con due tratte diverse che si incrociano di vedere dall'alto tutta la città, anche questa  a me completamente sconosciuta, con l'esborso di 28 euro per gli anziani. Se hai solo poche ore come noi questa è una delle soluzioni che ti permette di vedere di più anche solo a vol d'uccello, ma non credo si possa fare diversamente. 

Facciate del paseo de gracias

Questa è davvero una città che meriterebbe qualche giorno per poterne apprezzare i tanti punti di interesse e in sei ore è molto se riesci a buttare un occhio dall'esterno, almeno ai più importanti. Intanto, ricordando che comunque questa è la città di Gaudì, il grande architetto catalano che ne ha segnato inconfutabilmente lo spirito, disseminandola di opere straordinarie. Così dopo aver attraversato il grande parco olimpico con le belle vedute sul mare antistante, punteggiato di antiche costruzioni ed importanti musei come il MNAC, lungo tutta la parte occidentale della città percorriamo un lungo tratto della Diagonal, a partire da Piazza Pio XII, l'arteria più importante che attraversa come una spina dorsale la città per quasi dodici chilometri, per arrivare fino al Paseo de Gracias, il viale che all'inizio del secolo scorso era il centro residenziale dell'alta borghesia cittadina, che faceva a gara nel commissionare ai più grandi architetti del tempo i palazzi più sfarzosi ed essendo quello il periodo della cosiddetta belle epoque, bellezza ed eleganza significava disegno estroso e libero, con espressioni di straordinaria libertà stilistica che riportate nel campo architettonico hanno prodotto testimonianze ineguagliate. Tutto il grande viale infatti è percorso da una serie di facciate bellissime, una diversa dall'altra nella concezione dei maestri di quel tempo, scandite dal susseguirsi dei lampioni con le grandi altane ricurve in ferro battuto, elegantissime, ma tra tutte spiccano le opere del grande catalano, la cui genialità si mescola certamente ad una vena di di folle misticismo. La sua prima opera che balza all'occhio scendendo lungo il viale è Casa Milà detta La Pedrera che occupa un intero angolo della strada al numero 92. 

I camini di casa Milà

I cinque piani del palazzo commissionato dalla famiglia Milà dopo che Gaudì era già famoso per le molte altre opere progettate in città, è l'ultima opera civile del grande architetto prima di precipitarsi nel gorgo dell'avventura costruttiva della Sagrada Familla e proprio a causa delle sue visionarie e ardite stranezze fu teatro di molte problematiche e curiosità, tanto che Gaudì stesso in costante lite con il committente e la municipalità non la terminò, classificandola sempre come opera incompiuta nelle sue finiture che dovevano invece rappresentare un epitome religiosa concepita come una sorta di santuario alla Vergine del Rosario con tutta una serie di gruppi statuari e riferimenti iconografici in forte contrasto son i sentimenti antireligiosi dell'epoca. Inoltre ci furono molti problemi, oggi diremmo, di abusi edilizi contrari alle regole, come le colonne che andavano fuori delle linee previste per le facciate o l'altezza dell'edificio stesso, con la mansarda ed i famosi camini che fuoriuscivano dal consentito. Tutto questo si ritrova nelle gustose lettere sarcastiche stilate dall'architetto contro la municipalità in cui propone di segare le colonne e così via. Tuttavia ogni cosa alla fine fu consentita senza neppure la colossale multa prevista per l'abuso. In ogni caso l'insieme del colpo d'occhio del palazzo nel quale non riuscirete a trovare una linea od un angolo retto, ma solo un insieme continuo e debordante di curve e controcurve, un alternarsi di vuoti e di pieni dall'apparenza primordiale eppure elegantissimo della pietra sbozzata, di aperture simili a caverne trogloditiche al posto delle finestre, tanto da farla appunto denominare in seguito la Pedrera (la cava di pietra) rendono questa dimora un unicum onirico assoluto nel panorama dell'architettura mondiale. 

Lampioni del Paseo

La triplice facciata ti appare così come una colossale roccia scavata dalla forza della natura, erosa in grotte misteriose, plasmate dalla furia del vento e del mare secondo linee infinite che proseguono nei due cortili interni e nelle stanze, per terminare sul tetto in una serie di camini costruiti come forme oniriche di fiabe incantate. Certamente varrebbe la pena di passare le due o tre ore necessarie a goderne gli interni, magari con la moderna soluzione, mi dicono molto coinvolgente della realtà virtuale aumentata, ma badate altrettanto si dovrebbe fare con la vicina (cinque minuti a piedi) Casa Batllò, costruita prima e con una spettacolare visione della decorazione che lì si esprime con il massimo dell'eleganza del tratto dell'Art Nouveau, che assieme al neogotico e a larga parte dell'arte orientale influenzò il grande architetto, pur se il suo lavoro costituisce un unicum ineguagliato. A questo punto non sto a raccontarvi altro, un po' perché non sono all'altezza, un po' perché queste cose vanno viste direttamente, io stesso che ne avevo contezza da tempo e aspettavo con ansia l'occasione di goderne, non me le aspettavo di tanto interesse. E soprattutto per visitarne gli interni che devono essere ancora più interessanti nei particolari, occorre il tempo adeguato, considerato anche l'investimento non così popolare dei biglietti (da 29 a 49 € per Battlò e da 25 a 35 € per la Pedrera, considerando diverse alternative, cumulativo 60 €, che non è poi così poco). 

Pata negra

Bando alle ciance, scendiamo la rambla fino a Plaza Cataluna, un altro punto focale della città, dando spazio alla Bocheria, lo scenografico anche se turistico mercato, con presentazioni e colori assolutamente meritevoli di una sosta prolungata, premiata anche con un cartoccetto di jamon serrano Pata Negra, come si fa a negarselo, già che sei lì, aggirandoti tra montagne di frutta cosè coreograficamente ordinata da sembrare finta, da montagne di prosciutti in attesa di essere affettati sugli appositi trespoli, dai pesci e i mariscos che friggono in allegria prima di essere incartocciati per l'uso, dalle montagne di coloratissimi dolciumi, prima che del palato, gioie assolute della vista. Ancora il tempo di riprendere il bus per il giro della parte orientale della città, passando per la Barceloneta, per abbandonarsi finalmente al delirio assoluto della Sagrada Familla, questo monumento iconico in cui il grande architetto annullò se stesso rimanendovi fino alla morte e dedicandovi tutta la parte rimanente della sua vita. Da oltre cento anni la sua generazione continua, come una delle grandi cattedrali dell'antichità, un'opera per i secoli destinata a crescere per secoli. Si parla del 2029 per il suo definitivo completamento, ma così ad occhio siamo ancora molto lontani, visto che i pilastri della facciata principale sono ancora tronchi a metà con i ferri del cemento che fuoriescono com dita malevole e la torre centrale è ancoralungi dall'essere completata.

Sagrada Familla

E poi forse è proprio qui la sua ragione di essere, questo non finito perenne nel quale si rispecchia l'idea primigenia del maestro, quel suo lasciare piani costruttivi che fin dall'inizio prevedevano una crescita graduale per subire modificazioni e aggiornamenti in corso d'opera e le parti che dovrebbero essere finali, le ultime da creare, indicate in maniera ancora più vaga, proprio per lasciare libertà a coloro a cui toccherà questo onore, secondo il costume dei tempi che saranno di là da venire e che dovranno portare comunque una loro impronta distintiva. In ogni caso anche qui le torri straordinarie che svettano verso il cielo in misure diverse, la loro concezione di folle concorrenza, i temi delle tre facciate, le ornamentazioni che si sovrappongono alla costruzione nuda sottostante, come concrezioni muschiose di una foresta fatata, la foresta di colonne albero allìimterno, ne fanno una opera assolutamente visionaria, una delle poche da rappresentare, a mio parere, la vera genialità umana. Devo dire che mi ha davvero affascinato. Anche qui dovrete pensare in anticipo al biglietto acquistabile solo online (da 36 a 50 €) o all'esterno col telefonino e codice QR, essendo state abolite le biglietterie reali, largo al digitale insomma, con il relativo incentivante sconto di 3 eurini. Insomma lasciare questa città avendo dovuto rinunciare a tutte le visite interne e anche al parc Guell e al Barrio Gotico con la sua famosa Cattedrale è un po' una pugnalata, ma che ci possiamo fare, la vita dura del crocierista è una continua rinuncia di cui si deve poi essere consolati una volta tornati a bordo, ognuno secondo la sua modalità preferita tra le tre di cui vi ho fatto cenno a suo tempo.

Casa Batllò



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