La Cattedrale |
Beh come vi ho detto e come naturale conseguenza la serata si è conclusa appunto con le due attività crocieristiche principe, cena abbondante e coccolatissima e poi balli country fino alle due, che poi era lo scopo del nostro essere qui. Quindi tutto in regola, non ci si deve lamentare. La notte scende su un pelago nero come la pece, solo la scia bianca segue il mostro come la bava di una gigantesca lumaca, laggiù, così lontano che neppure si sente l'altezza dell'onda. Anche i borborigmi del drago sono soffocati dalla distanza delle sue interiora. Qui sul ponte dieci, le miserie umane che stanno sotto il pelo dell'acqua sono estranee allo schiamazzo ed alla piroetta. L'importante è che tutti si divertano. Percorrendo gli altri ponti per tornare in cabina, solo suoni ovattati che provengono dai bar dove le luci soffuse preparano la notte ad altri attesi piaceri. La mattina invece si apre nel porto di Marsiglia, si è navigato per tutta la notte e pare di essere qui da sempre. La colazione è rito obbligato e vedi cose che voi umani... Gente che da sempre, al mattino un caffè e via, va avanti e indietro con piatti ricolmi di uova, pancette, pancake gocciolanti di sciroppo di acero e dolciumi di ogni sorta. Una vecchia che si muove a fatica col deambulatore, avanza barcollando con in mano un piatto che straborda di sei bomboloni, metà alla crema, metà al cioccolato e aveva tentato di caricarsi il settimo, ma proprio non ci stava e anche il cameriere filippino che cercava di aiutarla nella bisogna ha dovuto rinunciare. Un delirio. Comunque sazi, abbandoniamo la nave dal ponte tre, riuscendo a saltare sulla navetta che ti fa uscire dal porto.
Un ristorante |
Nella crociera infatti impari subito ad essere veloce, per non rimanere intruppato nelle code, per riuscire a sbarcare tra i primi ed acchiappare il primo mezzo disponibile, a carpire le informazioni velocemente per non rimanere indietro guadagnando tempo. Comunque tutto è sempre previsto, ogni cosa è organizzata e non riesci a perderti neanche volendo. Eccoci allora sbarcare proprio davanti alla Cattedrale della Major che con le sue due torri è punto di riferimento obbligato e si può vedere da ogni punto di questa parte della città. La costruzione, con la sua pietra a righe alternate bianche e verdoline, è sicuramente imponente e mantiene lo stile magniloquente neobizantino delle chiese di metà '800 piuttosto comune in Francia e merita comunque un'occhiata. Purtroppo la vecchia chiesetta che risalirebbe addirittura al V secolo e che sorge proprio al suo fianco è in restauro e se ne riesce a scorgere solamente l'esterno, attraverso le barriere. Ma la parte decisamente più interessante è costituita dal quartiere che comincia proprio alle sue spalle, il Panier, il nucleo storico creato addirittura dai Greci al loro arrivo sulle coste francesi. La zona ha le classiche caratteristiche di tutti i centri delle grandi città di mare a ridosso dei porti, vicoli stretti che si insinuano tra gruppi di case serrate tra di loro e che scendono verso il mare. Come la analoga zona di via Prè di Genova, ha un passato recente piuttosto malfamato di piccola malavita e prostituzione di bassa lega, un angiporto frequentato da personaggi oscuri anche se un poco folkloristici.
La vieille Charité |
E' la zona resa famosa dai libri di Jean Claude Izzo, di cui mi ha fatto appassionare l'amico Leo e poter girare in questo dedalo di stradine tra profumi di socca e di pastis, ha un fascino assolutamente particolare. Deve essere fantastico alla sera quando è affollato dalla movida dei giovani gaudenti che ormai si appropriano via via di certi quartieri. Certo di mattina, par di sentire i suoi vecchi personaggi che dal fondo dei baretti oscuri ordinano gotti di Bandol confabulando di affari loschi, di contrabbandi e di donnine allegre. Tuttavia oggi il quartiere è stato decisamente rivalutato ed è pieno di locali, botteghe di artigiani, negozietti di specialità della costa, tra cui la birra marsigliese Cagole, specialità tradizionale che bisognerebbe assaggiare se solo si avesse il tempo di fermarsi un attimo. Ma il crocierista ha un problema, le ore di sosta nel porto sono poche e su tutto incombe la minaccia. Entro le 16:30 parte l'ultima navetta e la nave non aspetta nessuno. Dunque gambe in spalla che il tempo è poco. Così attraversiamo velocemente il Panier, fermandoci solo a guardare i tanti murales assolutamente di qualità che ormai sono diventati un'altra della caratteristiche di queste strade, un caffè e un pastis a place du Moulins di fretta, anche per approfittare del bagno, che è una santa istituzione della quale bisogna assolutamente tenere conto nelle varie tappe strategiche. Pensate che qui c'erano oltre 40 mulini ai tempi, oggi ne sarebbero rimasti solo due trasformati tuttavia in case, ma io non sono riuscito a riconoscerli.
Chateau d'If |
Rimane solo il tempo per passare davanti alla Vieille Charité l'imponente costruzione costruita nel XVII secolo come ospedale dei poveri e che rimane un eccezionale pezzo architettonico nel cuore della città. Stava andando tutto in rovina, ma la salvò Le Courbusier e adesso ospita tutta una serie di piccoli musei gratuiti, cosa assolutamente strana per la Francia. Colpo di fortuna, il sito è chiuso proprio oggi essendo lunedì, così non abbiamo il dispiacere di saltarne la visita perché non abbiamo tempo. Scendiamo dunque al vecchio porto, una bella darsena rettangolare in fondo alla quale si stendono con regolarità le strade della pianta ottocentesca. Mi ricorda un pochino Trieste questa impostazione, tutta tesa ad accogliere il forestiero che arriva dal mare. Già, curioso come tutto cambi nel tempo. Qui bisogna salire in alto, per non perdersi la vista della città da Notre Dame de la Garde, la bonne mère che veglia su Marsiglia. Si può salire col trenino turistico (più conveniente, 8 €) oppure col classico bus turistico a due piani che costa di più ma fa fare anche tutto il giro completo della città oppure se siete taccagni col bus 60 che porta fin su partendo appunto dal porto vecchio. La corniche è spettacolare e oggi che è una bella giornata di sole, ti fa apprezzare tutta la costa, con le sue spiagge, le rade rocciose e le isolette di fronte, tra le quali spicca quella del castello di If dalle memorie Dumasiane. La vista dall'alto meritava davvero la salita e la colata di case bianche a 360 gradi che scende verso il mare è splendida. Anche questa basilica è grandiosa con gli stessi tratti neobizantini della Cattedrale e all'interno anche decisamente più ricca con la sfilata di mosaici dorati che la riempiono.
Le vieux port |
La folla la gremisce e poi si disperde sulle ampie terrazze per godersi il panorama che la circonda: è tutto uno sparaflasharsi di selfie e di pose più meditate. Tra l'altro inerpicarsi lungo la serie di scalinate erte e ripidissime che portano fino alla chiesa, è piuttosto impegnativo e quando sei su devi tassativamente tirare il fiato se non vuoi che ti becchi il coccolone. Ridiscesi al porto ci godiamo un po' il quartiere, davvero bello ed elegante e facciamo una sosta premiata in un bellissimo locale dove servono delle croque madame imperiali e coppe giganti di chocolat liégeois. Che delizia ragazzi! Poco più in là, ecco una famosa pasticceria dove c'è una cascata di biscotti e torroni da rimanere esterrefatto, tra questi le famose navettes marsigliesi al profumo di arancio e a cento altri gusti. Il problema è che la gentilissima signorina ti obbliga ad assaggiarli e tasta qua, tasta là, te ne esci col tuo robusto pacchetto per il quale hai dovuto stipulare un piccolo mutuo. Ma dai, si vive una volta sola. E poi c'è il sapone, mica vuoi andartene via senza un tocco di sapone di Marsiglia, ma lo dice la parola! Però il tempo stringe e allora di corsa per arrivare alla navetta che tocca farla a piedi e ci vuole una mezz'oretta di buon passo, così sfili solamente al fianco al famoso e sicuramente interessante Mucem, un complesso museale modernissimo, orgoglio della città che ospita una ricchissima offerta di mostre e di altre attività culturali, dove ci puoi passare ben di più che mezza giornata. Bene, archiviamo così Marsiglia, una città che non mi aspettavo così piacevole ed interessante, anche stavolta ce l'abbiamo fatta in tempo, adesso bisogna andare a divertirsi o quanto meno a bordo è già partita l'ordalia della merenda. Niente da fare, toccherebbe ritornarci, se non altro anche per vedere il bellissimo parco naturale dei Calanques, che da tempo sta nel mio mirino. Ma quante vite sono necessarie, accidenti!
Notre dame de la Garde |
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