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Ciudad de les Artes - Valencia - novembre 2023 |
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Il ponte dell'Assut d'or |
Dopo la bellissima ed intensa gornata barcellonese, che mi ha definitivamente fatto innamorare di Gaudì e della sua follia geniale, il gorgo della nave ci ha accalappiato completamente e quindi via di corsa per non perdere nulla tra offerte gastronomiche, coreutiche e di spettacolo, che comunque si rivelano sempre qualitativamente interessanti. Insomma alla sera crolli nel letto spossato e non solo per la veneranda età. Certo in cabina ci stai solo per il tempo per dormire e in effetti non riesco a capire il senso di chi prende quella col balcone, soprattutto in inverno, pagandola giustamente molto di più. Comunque corri di qua e corri di là, la mattina ci svegliamo nel porto di Valencia e anche oggi eccoci con una bella giornata di sole pieno come i precedenti, alla faccia di tutte le fosche previsioni che davano pioggia a catinelle. E allora giù a rotta di collo per non perdere troppo tempo, strozzandoti con la pancetta e le uova strapazzate, capirà, se non le mangi qui..., questa volta la navetta per uscire dal porto è addirittura gratis e proprio lì fuori ti aspetta la fermata del bus n. 4 che porta proprio in centro allo stop del bus turistico (Euro 22) che per noi ormai rappresenta un modus operandi sensato per sfruttare al meglio le poche ore di sosta. L'itinerario compie il giro completo della città passando davanti ad ogni costruzione o monumento degno di nota e ci consente quindi, tanto per cominciare, di vedere tutto lo splendido e modernissimo quartiere detto Città delle arti e delle scienze e l'Oceanografico che ormai rappresentano un importantissimo polo attrattivo per la città stessa, sia per l'aspetto architettonico davvero importante e modernissimo, sia per i contenuti museali che esprime.
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Il nuovo stadio |
Noi non possiamo fare altro che contentarci della sfilata esterna di questi palazzi dai disegni arditi e comunque spettacolari. L'insieme degli edifici del valenciano Calatrava è ormai considerato il simbolo della città e ne caratterizza l'orientamento culturale che l'ha imposta come una delle città spagnole più vivaci da questo punto di vista. E' una serie continua di straordinari edifici che vanno dal cosiddetto Oceanografico, con l'esposizione del mondo sottomarino più grande d'Europa, l'Hemisferic, un cinema digitale 3D con uno schermo concavo di 900 metri, un modernissimo museo della scienza dove è vietato non toccare, il Palau de les art per gli appassionati di musica, con spettacoli continui, l'Umbracle, un giardino, orto botanico di tutta la flora mediterranea, l'Agora dove si svolgono spettacoli vari e il ponte dell'Assut d'or, che collega le due rive dell'ex fiume della città. Si possono fare biglietti per i singoli palazzi o cumulativi (una cinquantina di euro) a secondo dei propri interessi per i vari luoghi, ma è evidente che a questa zona della città andrebbe dedicato almeno un giorno intero. Tuttavia solo il passaggio davnti alla sfilata di queste costruzioni avveniristiche è un piacere per gli occhi e permette di comprendere cosa è necessario fare quando una città pretende di fare un deciso salto di qualità nel futuro. Il giro, superata la zona del circuito motoristico, procede poi verso Las Arenas e le spiagge magnifiche vicino al porto dove ci sarebbero tutti i famosi ristoranti di pesce, ma anche questa è un'altra avventura che prevederebbe una bella serata in riva al mare a godersi il tramondo tra profumi di griglia e di mare. Come sono romantico!
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Il mercado central |
Infine il bus percorre quello che rappresenta un'altra delle caratteristiche cartoline della città. Valencia infatti era attraversata dal fiume Turia che divideva in due parti tutta la città araba e provocava spesso inondazioni disastrose. Così il fiume fu deviato e infatti ricompare a valle con il suo nuovo sbocco al mare, mentre il vecchio letto del fiume in secca, lungo oltre 9 km e largo centinaia di metri è stato trasformato nell'immenso polmone verde della città, che ospita infiniti impianti sportivi di ogni genere, giardini ombrosi e parchi divertimento di ogni tipo, tra i quali il famoso scivolo antropomorfo lungo 70 metri ed ispirato ai viaggi di Gulliver. Numerosi sono gli antichi ponti in pietra dorata che attraversavano il fiume e che ancora ne collegano le rive e che aumentano la bellezza e l'attrattiva del luogo, mentre il lungo giro passando davanti alle antiche porte della città prosegue nei quartieri nuovi, costeggiando l'enorme stadio in costruzione fino alla estrema periferia con il suo Biopark, un giardino zoologico di nuova concezione in cui gli animali vivono nella ricostruzione dei loro ambienti naturali di savana, completamente liberi. Ed infine eccoci al centro storico, dove il giro a piedi ci consente una presa di contatto diretto con la parte più antica e parimenti coinvolgente di Valencia. Il centro del centro non può essere meglio rappresentato che dal Mercato Central, una riedizione della Bocheria barcellonese, parimenti interessante e fotogenica, con la sua confusione di colori, di profumi e di colori tipici e comune di tutti questi luoghi. Andateci comunque al mattino perché dopo le due tutto si avvia alla chiusura.
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La cattedrale |
Appena fuori non riesco a resistere all'offerta di una paella, che se non la mangi qui, dove? I prezzi poi sono sorprendentemente bassi e più o meno equivalenti nei vari locali, Comunque per una abbondante porzione di paella de mariscos (lo so che bisogna assaggiare la tradizionale valenciana con pollo e coniglio, ma se a me piace di mare, mi volete ammazzare?) e una sangria, 12 Euro mi sembran davvero pochi, oltretutto nel pieno del luogo turistico. Il piatto comunque, fatte le ovvie riserve per non essere in un ristorante di alte pretese, non è niente male ed i tavoli sono tutti pieni zeppi, le cameriere corrono qua e là con vassoi ricolmi di tapas e bocadillos, insomma tutto il repertorio più atteso della cucina e della tradizione spagnola, compreso il posteggiatore vestito da torero che canta evviva Espania, tra gli applausi dei turisti tedeschi che allungano mancette metalliche. E non ho neppure potuto approfittare della famosa agua de Valencia, un bel beverone di spumante, succo di arancia e un goccio di vodka e gin, che ornava molte tavole vicine, sarà per la prossima. Le due ragazze russofone che stavano al tavalo di fianco al nostro ne hanno ordinato un paio di caraffe, che sono scivolate giù apparentemente senza danni, merito o del comunque basso tenore alcoolico, necessarioa calmierare il prezzo o della abitudine inveterata di quei popoli verso questo tipo di libagioni. Ma via di corsa a girare il quartiere, con il palazzo della Lonja del la seda, proprio davanti al mercato, in stile tardo gotico che oggi ospita un museo tematico su questo prodotto, che un tempo era appunto il luogo dove si commerciava la seta, una delle attività per cui la città era nota nel passato e poi via verso la bella cattedrale che si ragginge attraversando le vie più belle.
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il palazzo del Marchese de dos Aguas |
La grande piazza antistante è piena di gente e di locali. La costruzione è notevole e imponente a partire dal grande campanile e dai tre portali di accesso e le dimensioni e l'assommarsi degli stili, è dovuta ai successivi ampliamenti che si sono succeduti, considerando che la base risale addirittura ad un tempio romano (ingresso 12 euro). Di qui ci siamo fatti ancora una passeggiata fino alla porta della città, fino alla torre de Serranos, attraversando tutto il barrio del Carmen, quartiere di grande movida serale, ma che a quest'ora del primo pomeriggio, presenta ancora quasi tutte le serrande abbassate. Insomma basterebbe questo per averne molto da vedere, trascurando quella che viene chiamata la cappella Sistina di Valencia, la chiesa di San Nicola di Bari e San Pietro Martire da poco riaperta dopo quello che viene definito il più imporante restauro pittorico a livello internazionale per la magnificenza dll'operae per le tecniche impiegate. (ingresso 12 Euro). Se capiterete qui di lunedì non perdetevi la camminata di San Taddeo, il patrono delle cause perse che dicono molto frequentata e spettacolare. Se poi tornando butti un'occhiata a quello che secondo me, è uno dei più begli edifici antichi di Valencia, il palazzo del Marchese de dos Aguas, che oggi ospita il museo delle ceramiche, uno spettacolare esempio di barocco spagnolo con tutta la facciata ricoperta di lavori in alabastro che lo rendono un gioiello smagliante all'jnterno della città, la giornata non sarà comunque persa. Ancora un salto per vedere da fuori l'arena della plaza de toros ed eccoci pronti, just in time, sempre pronti, primi della fila, davanti alla fermata del 4 per ritornare al porto, ligi come soldatini a cui scade la libera uscita. La notte è ancora lunga ed i mille delle scuole di country si aspettano ancora una nottata di ballo sfrenato, mai sazi e non domi neppure dall'uscita a cui molti hanno aderito ieri, rinunciando pure alla visita di Barcellona, per andare a ballare a El Barn, uno dei più famosi locali di ballo country catalano della Spagna. Ma la passione è passione se no, che ci sei venuto a fare. Insomma non è mai abbastanza.
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Plaza de toros |
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