martedì 16 settembre 2025

Seta 42 - Sempre verso nord

Fregio di un tempio - Pingyao - Shanxi - Cina - giugno 2025  (foto T. Sofi)
 

Per le vie di Pingyao

Indubbiamente la giornata passata a Pingyao è troppo poco per potersi godere con calma i tanti siti meritevoli di essere visti, inclusi quelli fuori città, infatti bisogna sempre considerare che questa cittadina viene considerata come una delle quattro meglio conservate del paese, al pari di Lijiang nello Yunnan, Xi'an e Suzhou, tutte classificate siti Unesco ed io posso ritenermi davvero fortunato avendole viste tutte. Comunque vi consiglio se vi capita di dedicarle almeno un altro giorno per potervela godere anche con tutta calma. Noi invece stiamo per cominciare un'altra giornata convulsa e che forse anche per questo si rivelerà fatale. Intanto i miei due amici Pierangelo e Lina, saranno obbligati oggi ad un tour de force piuttosto pesante. Infatti per loro, è la prima visita in Cina ed effettivamente mi avevano fatto notare l'assurdità di andarsene dalla Cina, forse per la prima ed ultima volta della loro vita e passare ad un tiro di schioppo da Pechino, senza poterle almeno dare un'occhiata. Prolungare ancora  il viaggio era impossibile ed allora abbiamo trovato questo stratagemma organizzativo. 

Poggiatesta

Mentre noi proseguiremo il viaggio verso Datong, la prossima tappa verso nord della via del Buddha con un comodo treno del mattino, percorrendo in meno di 3 ore i 370 km che ci separano da quest'altra città murata all'estremità nord dello Shanxi e ne daremo un'occhiata alle meraviglie nel pomeriggio tenendoci le ultime grotte, le più belle probabilmente del viaggio per domani, i nostri amici prenderanno un altro velocissimo treno per Pechino, dove trascorreranno la giornata, cercando di vedere il più possibile per poi raggiungerci in tarda serata a Datong. Non ci sono dubbi che sia un tour de force improponibile, per non vedere moltissimo, ma se è la tua unica occasione, forse, sarà pure una sfida al massacro, ma non te la lasci scappare. Così fidando sulla proverbiale puntualità dei treni cinesi, i miei amici avevano meno di 9 ore per trovare un posto dove lasciare i bagagli, prendere la metro fino in centro a piazza Tien An Men, vedere la città proibita e dintorni, potendo arrivare al Tempio del cielo e rifiondarsi alla stazione per prendere di corsa il treno per Datong. Con la calca che di norma c'è a Pechino, direi tanta roba. 

Telaio

Beh, intanto sono "diversamente giovani" anche loro e quindi ce l'anno fatta anche se con un po' di affanno. D'altra parte mettetevi nei panni d Marco Polo a cui continuo a fare riferimento, ma ormai è un'abitudine consolidata; arrivate fino a Pingyao, ormai ad una spanna da Cambaliq, dove vi aspetta il Gran Khan in persona nella sua reggia fantasmagorica, che già avete pensato di raccontare diffusamente per diversi capitoli nel libro futuro, che però, di certo, già gli frullava in mente e girate i cammelli e la saltate? Ma non se ne parla nemmeno e in effetti, io che nel passato l'avevo già frequentata almeno una ventina di volte, ne ho potuto fare anche a meno, ma perdere l'entrata della città proibita vista dalla gigantesca piazza, vero che adesso sopra l'ingresso principale c'è ancora il ritratto di Mao al posto di quello di Kublai, percorrere i palazzi interni e vedere il complesso delle costruzioni dall'alto della collina del Carbone posteriore, fatta erigere proprio da quel Kublai per poter ammirare meglio i suoi palazzi, che nella descrizione di Marco puoi quasi sovrapporre pari pari a quelli che riesci a vedere oggi, merita un po' di sbattimento. La piccola fatica a cui si sono dovuti sottoporre, quindi, è sicuramente valsa sicuramente la pena. 

Antico carro

Noi invece abbiamo una giornata decisamente più tranquilla, per arrivare con calma a Datong e, visto che  l'hutong che ci ospitava era tanto carino, ma per quanto riguarda la colazione era un disastro,  siamo usciti presto per andare a cercare un bar aperto in centro che servisse qualche cosa di simile ad una colazione occidentale, vista l'esperienza di Starbucks di ieri. Un locale era molto promettente e esibiva cartelli con tanto di caffè e cappuccino, ma una volta entrati, si scopre che le porte erano sì aperte ma il locale era ancora desolatamente chiuso. Delusissimi stavamo per uscire quando un ragazzo cinese che stava davanti al bancone ci apostrofa in un fluente italiano: - Buongiorno, volete un buon caffè italiano? Venite su in camera mia che ve lo faccio con la mia moka!.- Sorpresona, ma spiegabilissima, Giancarlo Zhang, così si chiamava il ragazzo, fa la guida per gruppi italiani e ha vissuto a lungo a Verona e il suo gruppone di 26 genovesi, si svegliava con calma. Lui alloggiava lì, che il bar aveva sopra anche qualche camera e così siamo scivolati grati e contenti nella sua camera, dove lui ha tirato fuori dalla valigia la moka da cui non si separa mai e ci ha servito un delizioso caffè che ci ha davvero tirato su il morale. 

Per le vie

Per sovrappeso è riuscito anche a farci la schiumetta, versando le prime gocce nello zucchero e mescolando il tutto come gli ha insegnato a fare un amico napoletano, le sa proprio tutte! Un grazie a Giancarlo, a cui auguriamo il migliore futuro possibile, visto che ci ha davvero tirato su il morale. Poi il ragazzo del nostro alberghetto ci aiuta a trasportare il valigione dei Procchio, detto la bara, che ci hanno lasciato in eredità, portandolo a mano fino al taxi con cui arriviamo in tempo perfetto alla stazione. Sul treno veloce che in realtà non supera i 239 km/h, non c'è molta gente, ma la distanza che dobbiamo percorrere è piuttosto breve. Sul treno ci sono dei francesi, visto che questa è la zona un po'' più turistica della Cina e si vede qualche occidentale in più. C'è una signora che sembra molto anziana (magari è più giovane di me) che viaggia da sola e ha uno zaino monumentale che si trascina dietro con una certa fatica. Non ha più parenti e se la campa così girando il mondo, visto che è appena rientrata dalle isole Marchesi. Mica male la vecchietta; che invidia! Di fianco a noi invece c'è una coppia di Desenzano, hanno chiuso l'albergo che gestivano dopo il Covid e adesso girano il mondo lasciando a casa figlia universitaria e madre di 104 anni. 

Sala di attesa

Insomma girare la Cina da soli si può, anche se non è facilissimo, basta un po' di buona volontà.  Ma intanto che si chiacchiera, siamo arrivati a Datong e anche se abbiamo qualche difficoltà col taxi, i malandrini infatti hanno certo un'area attorno alla stazione dove i Didi non arrivano, ma basta spostarsi un po' e non ci sono problemi, il taxi che ci prende su, ci fa il prezzo del Didi per di caricarci, per cui riusciamo ad arrivare in albergo in tempo utile per pensare ad uscire per sgranocchiare qualche cosa. Dopo attenta consultazione con Lucy si decide che per avere la certezza di poter ingurgitare qualche cosa di edibile, si vada subito dietro il nostro hotel dove c'è un McDonald che venderà porcherie, certo, ma si tratta comunque sempre di roba mangiabile e visto che fa un caldo orbo, anche ghiacciatamente piacevole, Come è noto infatti la quantità di ghiaccio che viene fornita in questo tipo di locali è percentualmente superiore a quello delle bevande e a quello di qualunque altro locale. Ed è proprio qui che il destino ti aspetta al varco e ti tende la trappola fatale che non ti aspetti. Infatti ci avviamo verso il locale seguendo il Gps e seguiamo quindi il percorso indicato nelle stradine dietro l'hotel.

Tetti

Tra le altre cose queste sono, stranamente per la Cina, ingombre di materiali vari, visto che ci sono diversi cantieri tutto intorno, il nostro albergo infatti è in un enorme complesso nuovissimo, appena terminato e tutto il quartiere sembra in subbuglio tra rifacimenti e gru in funzione. Sta di fatto che mentre le ragazze, spinte dai morsi della fame filano via veloci verso la meta che dovrebbe essere all'incrocio successivo, io mi attardo a controllare la mappa per essere sicuro di non sbagliare e dover fare della strada in più. Così ecco che mentre sto per attraversare la strada, mi distraggo un attimo e non pongo attenzione ad un mucchietto di detriti abbandonati sul marciapiede di traverso, maniera certo non consona al nuovo ordine cinese. E' un attimo perché, affardellato dal pesantissimo zaino delle macchine fotografiche e da tutti gli altri orpelli che mi trascino dietro, inciampo maldestramente nel cumulo di macerie e mi spatafascio a terra di schianto, allungandomi sul selciato durissimo a faccia avanti, senza neppure aver sentore di squilibrio, diciamo pure come corpo morto cade, come scriverebbe l'Alighieri. 

Aceto nero

In effetti non mi sono neppure reso conto dell'accaduto, come capita agli anziani, che fanno della caduta un'abitudine stabile e continuata, certo è che mi trovo lungo per terra e anche guarda caso fortemente dolorante, visto che, forse istintivamente per proteggere il braccio destro già gravemente infortunato e come sapete operato nel viaggio precedente, ho sbattuto il ginocchio e il braccio sinistro. Per essere sincero ho subito sentito, ma ho fatto finta di non sentirlo, un piccolo ma significativo crack, foriero di prossime e non augurabili sventure. Le due ragazze, per carità bravissime e servizievoli, sono subito corse al soccorso naturalmente e io ho tentato, sia pure con fatica sovrumana, ma con la mia proverbiale agilità del tricheco ferito a morte nel fisico e soprattutto nel morale, di alzarmi alla meglio, certo che il polso mi faceva piuttosto male e per dirla tutta stava a poco a poco gonfiando come una zampogna. Decidiamo dunque di arrivare rapidamente fino al McDonald dove, mentre le ragazze si sfamavano, io mi sono fatto dare dalle gentilissime addette un bel bicchierone di cubetti di ghiaccio, appunto, ero nel posto giusto, e alcuni sacchettini, con i quali ho cominciato a fare impacchi surgelati al polso suddetto che in men che non si dica si è sgonfiato subitaneamente. 

A questo punto, visto che comunque l'arto mi faceva piuttosto male, ho deciso di tornarmene a riposare in albergo, mentre le ragazze andavano a godersi la città antica e le sue bellezze. Ho cercato di trovare qualche cosa in una farmacia che era sulla strada, ma non hanno saputo fornirmi altro che una garza, neanche troppo stringente per fasciare il tutto in attesa di tempi migliori, oltre ad uno spay certamente qualche porcheria omeopatica che come si dice in Piemonte mi ha fatto l'effetto d'un papin 'n s'na gamba d'bosc (un impacco su una gamba di legno). Così vado a sdraiarmi in camera, che intanto riposo i piedi e nel mio letto di dolore, mi appresto ad aspettare il ritorno delle ragazze e degli amici che saranno più tardi di ritorno dalla trasferta pechinese. Qualche santo ci penserà anche questa volta. Certo che la fortuna non mi aiuta propri, ma bisogna mettere in conto che a questa età le cadute sono in agguato peggio dei borsaioli e quindi bisognerebbe sempre avere tre occhi per guardarsi intorno e forse non bastano neanche. Certo che in sei mesi ho già dato due braccia (come constaterò al mio ritorno a casa). Adesso rimarrebbero le gambe ma per quelle il prosieguo del viaggio si farebbe piuttosto impegnativo e non saprei proprio come cavarmela.

fregio

SURVIVAL KIT

Hotel della nuvola

Treno da Pingyao Gucheng a Datong Nan - D1038 - 09:31 - 12:20 - 142,50 Y - Km 370

Treno da Pingyao Gucheng a Pechino  - G792 - 07:15 - 11-03 - 239 Y - Km 570

Treno da Pechino Bei a Datong Nan - G2523 - 20:03 - 22:25 - 163 Y - Km 350

Datong - Fondata dagli Han nel 200 a.C., fu capitale della dinastia Wei, Oggi con quasi 4 mln di abitanti è la capitale del carbone cinese. Da vedere in città: Le mura cittadine da cui vedere la città dall'alto; Monastero Shanhua; La torre del tamburo; La antica moschea; La torre della campana; il Tempio Huayan; la residenza del principe Dai; il Muro dei 9 draghi; il Tempio Guandi; Il tempio Confuciano; il Tempio Fahug; la porta Heyang. Fuori città le famosissime grotte di Yungang; il monte Hengshan, una delle 5 montagne sacre taotiste; il Monastero sospeso.

Yunduo Hotel (Cloud Hotel - Hotel della nuvola) - Kaiyuan Street - Datong - Enorme, nuovissimo, molto bello. Hall grandissima. Camera molto spaziosa con 2 letti queen. Pulitissimo, alto standard e molti gadget, Tv grande, AC, free wifi. La doppia da 168 a 700 Y secondo i giorni con colazione occidentale. Personale come sempre gentilissimo. 

Una porta

Vicolo
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Torre del cavallo




















25 - A Xining

lunedì 15 settembre 2025

Seta 41 - Tra templi e antiche case

A Pingyao - Shanxi - Cina - giugno 2025 - (foto T. Sofi)
 

Dopo un'oretta di relax nel nostro alberghetto, che se appena butti l'occhio sul cortiletto, con le sue porte antiche e le panchine di pietra, ti pare di essere in una serie cinese dell'800 ed è davvero delizioso, usciamo di nuovo, che non si può perdere tempo a riposare nel letto, quando stai viaggiando. Mai come in questo caso il tempo è denaro e data l'età, non puoi impigrirti, mentre attorno a te le cose da vedere stanno lì ad aspettarti come leoni nella savana e tu sei gazzella dunque devi correr più forte visto che quelle che perdi non le vedrai mai più nella vita, mica hai 25 anni per dire, va' beh, ci verrò un'altra volta, adesso mi faccio sgonfiare i piedi. E poi davvero a Pingyao, è una meraviglia camminare per vicoli e stradine, senza meta, non smetteresti mai, anche se dopo un bel 20.000 passi sei autorizzato a chiedere pietà. Per carità sarà pure rifatta la città, ma vedere le tegole dei tetti ricurvi, corrose dal muschio sopra di te, le vecchie porte di legno dove le precedenti mani di lacca cadono scrostate, gli anziani lasciati a guardia dei negozietti che si tormentano la barbetta che li tradisce islamici e che come diceva Marco Polo, hanno solo pochi peli sul mento, non ha prezzo diceva la pubblicità ed in effetti bisogna dire che ne vale la pena. 

Negozio dell'aceto nero

Numerosi sono anche i negozi che vendono il vino di riso tradizionale, evidentemente vanto locale. Li noti subito per la fila di orci di color marrone scuro enormi che si allineano davanti alla porta o sulle pareti laterali, fino al retro, ricoperti di ideogrammi augurali o che ne magnificano la qualità. Non saranno proprio gli stessi che ha visto lui, ma di certo la descrizione che ne fa Marco, potrei farla io stesso oggi: "...ma in alcune locande non si vende null'altro se non vino di riso del paese, che si prepara in ogni periodo dell'anno e si vende a buon prezzo...". Mi sembra di camminare lungo la strada affiancato a lui che butta l'occhio qua e là con lo sguardo vivo, del mercante attento a capire quali siano le occasioni più ghiotte, che chiede prezzi per far paragoni, traducendoli nella sua mente in grossi veneziani. Ma per la verità, la città è nota soprattutto per la produzione del famoso "aceto nero" di Zhengjian, di cui molti negozi vendono serie infinite di boccettine. E' un prodotto interessante che viene fato col riso glutinoso e altri cereali e poi fatto invecchiare in botti di legno per un periodo di tempo di tempo variabile da alcuni mesi a molti anni. Il prodotto assume quindi un sapore dolciastro e maltato, viene utilizzato come condimento in molti piatti  ed è una tradizione che dura da secoli. 

Cortile

Viene usato per i brasati e le zuppe, ma anche come salsa per intingere ravioli, polpette e marinare la carne. Come vedete le rassomiglianze col nostro aceto balsamico, non sono poche, a riprova che certe cose nascono quasi uguali in molte parti del mondo, come le varie tipologie di pizza e forme di panificazioni similari, spaghetti e agnolotti, a prescindere dalle conoscenze reciproche. Intanto vediamo il tempio e la torre antica al centro della città e poi ancora capitiamo per caso nella casa museo di una importante famiglia, che aveva creato una delle prime banche della città, che è stato importante centro finanziario (qui nel 1923 fu creata la prima banca della Cina), forse la più bella, costruita a metà del '700 e perfettamente conservata, dove sono state girate molte scene del famosissimo film Lanterne rosse, il capolavoro del 1991 che ha reso noto al mondo il regista Zhang Yimu, con la sua trilogia sulla condizione della donna cinese, la cui musa ispiratrice era la meravigliosa attrice Gong Li, che io magnificavo in continuazione al mio amico Ping e che lui sottovalutava dicendomi: - Abbiamo di molto più belle... -. 

Un letto di epoca Qing

La storia racconta di una ragazza diciannovenne sposata nel 1920, da un anziano commerciante di Pingyao, come quarta moglie, che si trasferisce in questa casa dove si svolge tutto il film. Qui si trova naturalmente in una lotta senza quartiere con le altre tre mogli in un contrasto insanabile che la condurrà alla follia. Fotografia straordinaria naturalmente, che ti rimane incancellabile nella mente e qui ripercorrendo le porte eleganti tra i cortili, entrando nelle varie stanze e osservando il piccolo letto, che è lo stesso dove si ritirava ad attendere il marito, dopo che le era stato praticato il massaggio ai piedi dall'anziana servitrice, dopo che nel cortile erano state appese le lanterne rosse, per segnalare la sua visita notturna, dà un certo brivido. E queste lanterne rosse che compaiono dappertutto nella città, in special modo nei cortiletti degli hutong e degli alberghetti tradizionali, non appena scende la sera, conferiscono alla città un fascino assolutamente unico. Visto che però siamo ancora in tempo, facciamo un salto fuori città con un taxi. A sei chilometri infatti c'è un famoso tempio che risale addirittura la V secolo, lo Shuanglin, detto anche il tempio delle sculture colorate, visto che contiene oltre 2000 statue, la maggior parte a grandezza naturale che risalgono addirittura al XII secolo, dalla dinastia Son in poi. 

Vesti Ming

Nel tempio è conservata una tavoletta di pietra che racconta come il tempio sia stato ricostruito nel 571 dopo un incendio. Effettivamente l'insieme delle costruzioni che coprono una vasta superficie inframmezzata da vari giardini, è molto interessante e le dieci sale di cui è composto, sono una continua sfilata di statue grandi e piccole che si alternano in un caleidoscopio di colori un po' sfumati dal tempo, ma assai suggestivi. Alcune sale sono in restauro e bisogna dire che c'è anche poca gente, evidentemente la maggior parte dei turisti preferisce aggirarsi in città. Cerchiamo invano l'antica stele dell'anno mille, ma non troviamo il luogo in cui è nascosta. Straordinaria invece la sala dei 1000 Buddha, che ne contiene in realtà circa 500 e risale al periodo Ming, così come gli affreschi che la abbelliscono. Il particolare interesse di questa sala consiste nel fatto che dipinti e statue vengono costantemente presi ad esempio per studiare e ricreare gli abiti di quel periodo, raffigurati qui in una straordinaria varietà. Altrettanto interessante la sala dell'Avalokiteshvara con Guanyin, la dea della compassione con i molteplici volti e le mille braccia, una delle statue che riceve più devozione. Infatti come già diceva il semprecitato Marco: - Alcuni de' lor idoli ha quattro braccia, altri dieci e tal'altri ancora cento, che chi àvvi di più son considerati più potenti e quindi più venerati...-. 

Piatti turchi

Insomma il posto è davvero interessante e sarebbe stato un peccato trascurarlo, tanto c'è ancora il tempo di rientrare in città e andare a fare un giro al corso principale della zona sud, nella Nanda street o via Ming-Qing, l'area più fighetta della città, piena di localini eleganti, anzi proprio per regalarci uno sfizio scegliamo un bellissimo ristorante turco, ricavato da una casa antica con mobili d'epoca. So già che mi direte, ma come sei a Pingyao, assaggia i piatti tipici del posto, insisti per avere l'aceto nero o le famose tagliatelle alle melanzane o il brasato di manzo (niurou) o i famosi ravioli Jiaoze, niente da fare quando vedi il locale che ti affascina, i camerieri gentili, il tovagliato elegante, non ce n'è per nessuno e allora giù di zuppa di verdura, focaccette, plof all'uvetta e spiedoni di pollo. All'uscita per consolarmi sono poi stato morbosamente attirato da una specie di piramide colorata che offrivano diversi negozi, sicuramente gelato alla frutta che si taglia a spicchi in modo che ognuno abbia una parte di ogni colore, di certo delizioso. Davvero bello e folcloristico, non so resistere e ne prendo subito uno stecco, che però cola da tutte le parti. Cercando di sporcarmi o colarmi tutto addosso, lo addento golosamente. Maledizione, altro che gelato, si tratta di una specie di pastone di farina di mais dai colori artificiali sicuramente dannosissimi alla salute e per di più caldo, una vera schifezza. A volte cosa può fare la fantasia! Andiamo a dormire, va' che è meglio.

La via centrale

SURVIVAL KIT

La campana
Da vedere a PingYao - Molte le cose da vedere in città oltre a passeggiare per le antiche vie. Sarebbe meglio rimanere almeno due giorni per vedere la maggior parte delle cose. Tenete conto che esiste un biglietto unico che consente di vedere le 20 attrazioni principali di PingYao (che costava 150 Y, ma ricordate che per gli anziani è sempre tutto gratis). Cominciate dalle imponenti mura di cinta che si possono anche percorrere per vedere i tetti della città dall'alto. Poi il Daxitai, uno dei più antichi teatri conservati, in legno coi palchi coperti di epoca Ming, il Rishengchang, (prosperità all'alba) la più antica banca cinese, appena fuori città il tempio Shuanglin (il bosco doppio), il tempio di Confucio con la campana che poteva suonare solo chi prendeva i migliori voti agli esami imperiali e veniva promosso con il titolo di , kui, eccellenza, che nessuno di Pingyao è mai riuscito ad ottenere, le molte case museo antiche, la chiesa cattolica se l'hanno aperta, la via Ming-Qing, la più elegante della città, ancora fuori città il tempio Zenguo con le sue straordinarie sculture a 10 km dal centro, la residenza della famiglia Wang a 35 km e quella della famiglia Qiao a 40 km. 

Tempio Shuanglin

Gattini poggiatesta
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25 - A Xining

domenica 14 settembre 2025

Seta 40 - Tra le case di Pingyao

Il tempio Er Lang - Pingyao - Shanxi - Cina - gigno 2025 - (foto T. Sofi)
 

Le mura

La capovagone, come mi aveva promesso, viene a controllare se ci siamo svegliati, con una buona mezz'ora di anticipo, ma noi eravamo già in piedi, lavati e vestiti, come meglio si è potuto, già da un'oretta, quindi dopo i dovuti ringraziamenti, con tanto di inchini rispettosissimi, scendiamo con calma, tanto i treni lenti, non hanno nemmeno fretta di ripartire subito come quelli veloci o peggio ancora, velocissimi, che si fermano al massimo due minuti. La stazione di Pingyao invece non è certo come quelle a cui siamo abituati, anzi sembra decisamente sgarrupata. Vecchio stile insomma, anzi il problema è che non ci sono tracce di scale mobili e trascinarsi il valigione su è giù per le lunghissime scale che hanno gradini di cemento piuttosto corrosi, in cui non vorrei inciampare, comincia a diventare un problema, visto che ho un solo braccio utilizzabile, l'altro, vi ricordo solo che è ancora sofferente per la rottura dell'omero in Mauritania, per cui mi sarebbe sconsigliato di portare pesi. Per la verità, le scale hanno previsto una specie di scivolo laterale, ma questa rampa è così ripida e malandata che tirare su la valigia ancorché ruotomunita, diventa un vero supplizio. Alla fine optiamo per sollevarla in due e portarla di peso, accidenti che brutta la vecchiaia!

Una via

Alla fine di riffa o di raffa riusciamo ad uscire dalla stazione, che per fortuna è vicinissima alle mura della città vecchia, non più di 200 metri e data l'ora, non vedendo taxi a portata di mano ci avviamo a piedi, trascinando zaini e bagagli, visto che il nostro hotel dovrebbe essere solamente a qualche centinaio di metri, proprio in una delle vie principali, la North street, che si incrocia nel quadrato perfetto della città, che ha la classica forma dell'accampamento romano. Entriamo da una delle porte di accesso, appunto quella a nord e ci avviamo lungo quello che potremmo benissimo chiamare il Decumano. In giro non c'è ancora quasi nessuno, anche se la città è una delle mete turistiche più frequentate, specialmente da Pechino. L'hotel dovrebbe essere proprio qui nella via principale, ma come sempre, nulla è chiaro in Cina, in particolar modo gli indirizzi. Di chiedere non se ne parla visto anche che non c'è nessuno in giro. L'abitato è costituito di antiche case, gli Hutong tradizionali che da un ingresso sulla strada immettono in un cortiletto circondato di camere a uno o due piani. Moltissime di questi sono stati trasformati in alberghetti tradizionali, che hanno un aspetto davvero allettante. In sostanza basterebbe trovare il nostro. 

Davanti all'albergo

Alla fine, dopo un po' di girovagare improduttivo, abbiamo la sensazione di essere nel punto giusto ed entriamo in un negozietto appena aperto per chiedere informazioni. Guarda caso è proprio lì, il negozio è dell'hotel e la reception è una scrivania in un angolo. Visto che sono solamente le 7, ci fa lasciare le valigie e visto che le stanze saranno pronte tra qualche ora, forse non sono ancora neppure libere, per cui andiamo a fare un giro per la città. In effetti anche la città è ancora addormentata e non c'è ancora quasi nessuno in giro, cosa che ti fa godere la passeggiata senza la pressione della folla, di certo è il momento più bello per passeggiare lungo le strade e i vicoli semideserti. Questa è la classica cittadina antica, molto ben conservata, che è stata trasformata in attrazione turistica, dove converge la gente dalla grande città per vedere come si viveva un secolo o due fa. L'impianto architettonico è quello tipico tra le epoche Ming e Qing. Quindi devi aspettarti tutti negozi e locali preparati per i turisti, ma l'impianto dell'abitato è ancora molto godibile e le case malandate sono tutte in via di restauro, che non sia mai che non ci si possa ficcare un alberghetto o un negozio di souvenir, un po' come capita a Dali nello Yunnan o a Fenghuang nello Hunan. 

Un cortile

Comunque ridendo e scherzando non abbiamo fatto colazione stamattina e qualcosa di caldo non farebbe dispiacere. Essendo ormai arrivati nella Cina moderna ecco che ci si para davanti uno Starbucks, tipico locale cinese direi. Chissà perché, l'Italia, che ha inventato il caffè ristretto, macchiato e altre 100 varianti oltre al cappuccino, il marocchino e chissà quante altre cose nel campo della caffetteria, non riesce a creare una catena specifica per poter diffondere nel mondo the Italian way of coffee? Ci ha provato Illy, mi sembra, ma con scarsi risultati mi sembra, eppure se ci riescono gli americani e anche con una certa facilità, dovrebbe essere un'impresa alla nostra portata. Vedremo, per adesso bisognerà contentarci. Aspettiamo un quarto d'ora, perché sembra che non sia ancora aperto, poi entriamo di forza e le ragazze addette al servizio accorrono festanti, anche se devono ancora tirare fuori i materiali di conforto che dovrebbero arricchire le vetrinette esposte davanti al bancone. Comunque noi ci disponiamo ordinatamente ad un tavolo e ordiniamo i cappuccini con occhi bramosi, poi penseremo eventualmente alle briochine. 

Una porta

Dai visi sgomenti che accolgono la nostra ordinazione capiamo subito che c'è qualche cosa che non va, eppure questa dovrebbe essere la consumazione più frequente in questo locale e poi, in un angolo, eccola lì, la grande macchina con su scritto appunto Cappuccino in caratteri romanici. Dopo essersi assicurate che questa è proprio la nostra ordinazione, le due addette vanno alla macchina e cominciano a trafficarci davanti con movimenti approssimativi e almeno apparentemente piuttosto maldestri. La cosa non deve essere così semplice, forse bisognerà caricarla e poi accenderla, quindi ficcargli dentro il caffè o la polvere di latte, posto che non ci sia già dal giorno prima, che so io. La cosa si protrae per un po', poi una delle due corre via e va a chiamare qualcuno, evidentemente un suo superiore pratico nel risolvere queste situazioni, che dopo un po' arriva, palesemente assonnato e si mette a trafficare anche lui, ma con un'aria da "ma guarda cosa mi tocca fare con queste due incapaci". Fatto sta che dopo un po' di tramestio, dai beccucci non scende ancora niente. Allora cambia di colpo il mood; tutti cominciano a telefonare non si sa bene a chi, eventualmente per chiedere lumi, ma con poco risultato pratico, visto che rimaniamo sempre allo stesso punto. 

In una casa

Dopo un altro quarto d'ora di sguardi disperati e ogni tanto una occhiata di sottecchi verso di noi per capire se eravamo spazientiti o se il nostro ridacchiare era solo una reazione isterica e non offensiva, sembra che non si riesca ad arrivare ad una soluzione. Ma ecco la svolta, arriva un altro tizio con aria trionfante con in mano un libricino. Niente di meno che il famoso Ming Shu (Il libro della luce) che poi sarebbe niente altro che il nostro libretto di istruzioni, quello che l'uomo italiano non deve leggere mai, ma il Cinese invece legge con cura e attenzione, smanettando attorno alla macchina, staccandone pezzi e cercando poi di rimettere insieme il tutto. Intanto sono passati circa tre quarti d'ora, c'è ancora un po' di confabulare sottovoce, poi una ragazza viene mandata al nostro tavolo e con aria contrita ci comunica che al momento il Ca pu ci no, oggi non è disponibile. Usciamo disperati ed in un negozietto vicino prendiamo un paio di dolcini secchi secchi, che non vanno né su né giù e poi cominciamo a girare per il paese, che oltre alla bella sfilata di case vecchie con i negozi che cominciano ad aprire, propongono anche di tanto in tanto vere case antiche di particolare rilevanza trasformate in museo e piccoli templi mescolati tra le case. 

Vasi

Ci sarebbe un biglietto collettivo che consente di visitarne un certo numero, ma visto che l'anziano non paga, entriamo in tutte quelle che ci capitano a tiro ed effettivamente ne vale la pena. Ti sembra di essere trasportato in una Cina tra il '700 e l'800, tutte le camere sono riccamente arredate con mobili e suppellettili d'epoca, cosa che ti consente di vedere la vita di quel periodo come se gli abitanti fossero appena usciti di casa. Molte le fotografie d'epoca alle pareti e sui mobili è esposta una ricchissima serie di ninnoli e oggetti artistici, vasi, oggetti d'arte, quadri, piccole sculture, e naturalmente attrezzi di uso quotidiano. Ogni casa è diversa, ma ne ravvedi lo stile comune più o meno ricco a seconda se la famiglia che la abitava era solamente ricca o se ci viveva qualche sapiente, uomo di legge o un insegnante con una ricca biblioteca. Le camere da letto poi, sono deliziose addobbate perfettamente con in letti a nostra vista di piccolissima dimensione, in realtà come da noi nel medioevo, si dormiva quasi seduti, appoggiati a montagne di cuscini ed il letto era una sorta di scatola dalle pareti di legno completamente intagliate con scene di vita, in cui si entrava di fianco, oppure la massa delle coperte era disposte sul kang, un supporto di mattoni molto alto, sotto il quale dall'esterno le domestiche immettevano carbone per scaldarli, visto che le temperature invernali qui sono piuttosto rigide. 

Disegno

Insomma ogni parte delle case presentano molti aspetti interessanti da vedere con calma. Anche i templi sono molti belli e ricchi di opere artistiche notevoli, statue, legni intarsiati, dipinti e affreschi che colorano splendidamente ogni ambiente. Naturalmente non manca vicino alle mura una chiesa cattolica, visto che anche qui erano presenti anche nel medioevo quei famosi Cristiani Nestoriani a cui fa spesso cenno Marco Polo, anche se in questo caso siamo rientrati nei canoni del Cattolicesimo. Ma la chiesa, piuttosto antica, è in restauro e non ci si può entrare per il momento. Al centro sotto una splendida torre antica, c'è il cosiddetto tempio del Dio della città, particolarmente ricco di opere d'arte e poco più in là il tempio confuciano, come sempre molto più semplice e solamente con i simboli della cultura, ornato unicamente con pannelli e dipinti che riportano le frasi del maestro. All'interno si può ancora vedere una costruzione che risale al 1100, la più antica ritrovabile in città. Qui puoi apprezzare l'eleganza della semplicità che si esprime con linee pulite e spazi lasciati senza ornamenti e orpelli barocchi come in quelli taotisti o buddisti. Insomma proprio una città gradevole da girellare, anche adesso che comincia a popolarsi di turisti che a poco a poco mettono il naso fuori degli alberghetti che li hanno ospitati durante le notte. Noi torniamo intanto in hotel, posto che lo ritroviamo a riposarci un paio d'ore visto che la notte in treno lascia sempre degli strascichi di stanchezza.

Negozio


l'albergo


SURVIVAL KIT

Red Lantern Inn - 35, North Street, Ancient city - Pingyao - Hutong tradizionale, molto carino. Camere disposte attorno al cortiletto interno. Colazione inclusa ma solo cinese. Camere semplici ma con AC, TV, letti king. Il wifi non funzionava nella nostra camera. Comunque molto carino e molto comodo perché all'interno della città vecchia, quasi nel centro. La doppia sui 150 Y seconda delle date. 


Soffitto

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