giovedì 4 dicembre 2025

Seta 64 - Considerazioni finali segue

Grotte buddiste - Via della seta - Cina del nord - giugno 2025 - Foto T. Sofi
 

Completamente diverso il discorso se parliamo di Cina e più specificatamente dell'itinerario a nord del paese che percorre per intero la cosiddetta via della seta, che parte dal confine Kazako e da Kashgar, attraversando tutta la parte settentrionale percorrendo quasi completamente la frontiera mongola, per arrivare a Xian e di seguito fino a Pechino, per poi proseguire fino all'ingresso in Mongolia. Se non ci siete mai stati, questo paese vi meraviglierà in assoluto e se invece, come me ci siete già stati molte volte, sia per lavoro che come turisti, vi stupirà ancora di più. La cosa più straordinaria con cui non potrete fare a meno di scontrarvi, è la velocità con cui qui avvengono i cambiamenti. Io ne ho visti di assolutamente incredibili con il passare degli anni, a partire dall'oceano di biciclette degli anni '90 fino alla crescita dei grattacieli di Shanghai, che venivano su un piano al giorno come funghi attorno al 2000 e poi la crescita sempre più frenetica fino ai giorni nostri. Uno sviluppo così tumultuoso che non ha avuto uguali al mondo e che ha fatto passare un popolo di contadini a cui bastava la proverbiale scodella di riso al giorno ad un paese tecnologicamente avanzatissimo, capace di andare nello spazio e di portare la sua gente ad un tenore di vita europeo. L'ultima volta che ci ero stato, attraversando la parte sud del paese, mi ero ancora una volta stupito di quanto velocemente camminasse la Cina, ma in questo viaggio, e sono passati solamente cinque anni, devo dire che c'è stato un altro successivo ed incredibile salto in avanti. 

Vi troverete di fronte ad un paese dove non circola più la cartamoneta, ma tutti i pagamenti avvengono ormai attraverso i telefonini, dove il trasporto è ampiamente elettrificato, il pubblico completamente ed il privato oltre il 50%; dove una rete fittissima di trasporto ferroviario ad alta velocità attraversa il paese e della quale è previsto un ulteriore rapido aumento così come le autostrade che raggiungono ormai le zone più sperdute del paese; dove le grandi città sono attraversate da una fittissima rete di metropolitane modernissime e da nuovissime arterie a dodici corsie; dove negli immensi spazi deserti di un paese vastissimo e molto popolato solo in alcune sue parti, gli investimenti in energie rinnovabili sono stati mostruosi; dove l'aria delle città stesse, ricchissime di spazi verdi e di parchi perfettamente manutenuti, è cambiata profondamente, finalmente pulita e respirabile. La gente stessa è cambiata molto, si avverte dovunque meno confusione e rumore, molto più ordine, la gente fa le code senza problemi, attraversa sulle strisce e non sputa più per terra e nei bagni si potrebbe mangiare per terra, tanto per usare una espressione banale. Un'altra cosa mi ha colpito molto, mentre venti anni fa, moltissimi giovani studiavano e si sforzavano di parlare inglese, oggi avrete grandi difficoltà a trovare qualcuno che lo maneggi anche solo approssimativamente, quasi che il mondo anglosassone ed occidentale in generale non sia più un polo attrattivo da emulare, ma anzi gira netta la sensazione che ormai il loro sistema venga considerato superiore al nostro. 

Insomma è finito il tempo in cui noi dicevamo, sbagliando ingenuamente, che era solo gente capace di copiare, ma anzi, ora questa gente cammina decisamente da sola e anche con la pretesa di essere avanti a noi. Esternamente tutto sembra funzionare assai bene e avverti un benessere abbastanza generale, anche nelle località più periferiche. Avverti un tenore di vita medio ed una capacità di spesa che continua ad aumentare e la marea infinita di mercati e di negozi sono pieni di gente che acquista merci anche costose, mentre le merci di importazione non sono poi così frequenti, tanto è vero che latitano anche le copie dei marchi famosi che un tempo invadevano ogni mercatino. Intanto milioni di persone girano per il paese dando vita ad un turismo interno così massiccio, da cominciare a diventare un problema e quando una spesa voluttuaria come questa diventa generalizzata significa che l'economia in generale è in buona salute. Probabilmente questo può essere un segnale che il paese è stato saggiamente governato negli ultimi tre o quattro decenni, anche se di certo ci sono e ci saranno errori e problemi. Uno che appare evidente è la programmazione immobiliare che ha creato quartieri e vere e proprie città fantasma di case invendute e che nessuno abiterà mai, che si vedono nelle periferie di tutte le grandi metropoli, una bolla già scoppiata che ha fatto tremare la loro economia in generale. Poi l'invecchiamento della popolazione che non riesce a risolversi, anche dopo la fine della politica del figlio unico e visto che ora, epoca in cui si possono avere tutti i figli che si vogliono, nessuno più li fa, la cosa sta creando e creerà gli stessi problemi che preoccupano noi. 

Inoltre è piuttosto inquietante la piega che sta prendendo il controllo generalizzato della popolazione attraverso il cosiddetto riconoscimento facciale, che a noi, così gelosi della nostra privacy, dà una sensazione non del tutto gradevole, ma che sembra invece non rappresentare un problema per il loro sentire. Di certo è uno dei pochi paesi del mondo dove avverti chiaramente di vivere in un clima di assoluta sicurezza, privo quasi completamente di delinquenza spicciola, cosa direi molto gradevole. Insomma girare la Cina oggi, se ancora non la conoscete vi farà cambiare molte idee preconcette che ancora girano su questo paese e che potrete toccare con mano essere addirittura il contrario in positivo di quanto si pensi comunemente. Questa almeno per me, è la sensazione che ti dà il paese, quanto all'interesse del viaggio, bisogna rimarcare che la Cina rimane sempre uno dei paesi con un enorme numero di cose straordinarie da vedere, sia dal punto di vista storico, che artistico, che naturalistico oltre che di costume. Noi pur avendo trascorso un mese intero nel nostro itinerario che ha percorso, come ho detto, passo passo, l'intera via cinese della seta, un percorso secolare classico, abbiamo dovuto sacrificarne dolorosamente molte, anche di importanti, a causa della mancanza di tempo. In questo percorso intanto, verrete a contatto con tutte quelle minoranze dell'Occidente cinese, che legano indissolubilmente il paese all'Asia centrale e alla sua storia legata ad essa solo da pochi secoli, mentre in precedenza, aveva marciato in direzione autonoma e specifica secondo le sue origini turcomanne, mongole e anche tibetane, visto che che in un certo periodo anche questa etnia aveva avuto una decisa predominanza in questa area. 

Oggi tutto giace sotto la cappa un po' pesante della gioiosa e armonica pax cinese ed ogni considerazione al riguardo che troverete, nei musei o nelle manifestazioni pubbliche, tende a sottolineare come questa assimilazione sia del tutto naturale e conveniente a tutti, anche se sotto sotto qualche malumore, tacitamente ma decisamente stroncato, bolle ancora. Un'altra cosa che potrebbe darvi fastidio, ma è del tutto naturale, è che l'overturism che ormai predomina in tutti i siti fondamentali del paese, impone che si sia dovuto organizzare molto approfonditamente ogni luogo di grande interesse, attraverso grandi parchi tematici, pieni di attrazioni secondarie e gran quantità di servizi accessori per accogliere i milioni di visitatori attesi, cosa che dà ovviamente fastidio, ma consente di regolare in qualche modo l'afflusso, anche se lo stile e gli interessi dei turisti cinesi sono molto diversi dal nostro e non voglio aggiungere altro per non apparire troppo critico. D'altra parte non si può pensare che cose così belle e importanti non vogliano essere viste da tutti e ormai nessuno più pensa di poter vedere i Musei Vaticani o la Gioconda in completa solitudine, fermandosi per tutto il tempo che si desidera. Il lato positivo della medaglia è che in questo modo, l'organizzazione di ogni luogo è perfetta e l'accessibilità facilitata a tutti. 

Comunque rimarco che lungo questo itinerario che vi consiglio, naturalmente dopo aver già visitato le zone più classiche (Pechino, Shanghai, Hangzhou, Canton, Hong Kong), potrete soddisfare molti interessi, con zone uniche dal punto di vista geologico e naturalistico. Grandissimi poi saranno gli interessi artistici e storici, con un'infinita serie di templi, palazzi ed antiche città, non ultima la famosa Grande Muraglia, che potrete avvicinare anche in zone poco note. La serie della via delle grotte che si sovrappone puntualmente alla vostra strada, consentirà, oltre all'apprezzamento di opere d'arte uniche e assolute, anche la comprensione del fenomeno religioso, che qui intreccia islam e buddismo, importantissimo nello sviluppo storico della regione. Non ultimo l'interesse etnico, visto che si attraversano aree a maggioranza uigura, hui, salar e anche tibetana, popoli con i quali potrete venire facilmente in contatto, verificandone gli usi, la cucina, le modalità di vita, seppure oggi siano abbondantemente sinizzati. Insomma per concludere, un viaggio di grandissimo interesse, che presenta un numero di punti specifici e di cose da vedere così enorme che dovrete forzatamente e con dispiacere escluderne alcune. Vi ricordo infatti che questo, assieme all'Italia è il paese con il maggior numero di siti classificati dall'Unesco come patrimoni dell'umanità. Questo vi invoglierà sicuramente ad effettuare altre esplorazioni in altre parti di questo magnifico paese, che oltretutto sembra voler facilitare al massimo il turismo straniero, non ultimo con l'abolizione del visto fino a 30 giorni di permanenza.

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34 - Il terminal della via della seta







martedì 2 dicembre 2025

Seta 63 - Considerazioni finali sulla Mongolia

Mongolia - giugno 2025 - Foto T. Sofi
 

E' certamente difficile ed anche un po' presuntuoso tentare di fare delle considerazioni sensate dopo essere stati in un paese delle dimensioni della Mongolia per una sola settimana, men che meno trinciare giudizi, visto che il tempo che si è potuto dedicare a cercare di capire una realtà così diversa e lontana dal nostro usuale modo di vita, è stato talmente poco da consentire solamente una corsa velocissima e quasi disperata attraverso una, tutto sommato, piccola parte di questo immenso paese. Tenterò quindi di elencare qui solamente una serie di considerazioni epidermiche che ho avuto dopo questo fugace contatto, senza avere pretese di sparare giudizi troppo sicuri e sperando di non aver preso cantonate esagerate. Dunque il primo impatto che riceverete, in particolare arrivando dalla Cina, è qui si torna davvero molto indietro nel tempo. Lasciatevi alle spalle tutta la futuristica tecnologia che avrete appena lasciato alle vostre spalle ed i passi in questa direzione di cui avrete fruito prima di aver attraversato il confine. Tutto prima era elettronico e digitalizzato, con la scomparsa della moneta corrente e l'elettrificazione avanzata dei trasporti, per non parlare di riconoscimento facciale e cose simili. Qui si torna al normale cartaceo a cui siete stati abituati e questo in tutte le situazioni. La seconda cosa, che è anche la più ovvia, è che vi troverete di fronte ad un paese immenso, circa nove volte l'Italia e completamente spopolato che, nella sua quasi totalità è completamente sprovvisto di strade, ma dispone solo di piste erbose e magari fangose durante le piogge, mentre la totale mancanza di mezzi pubblici vi obbligherà a trovare qualcuno che vi scarrozzi in giro, ecco perché è praticamente impossibile affrontare qui un itinerario qualunque se non rivolgendosi, anche sul posto, a qualcuno che vi scarrozzi in giro. 

E la cosa, rispetto alla qualità del servizio, che nonostante l'aumento continuo delle attività turistiche, rimane piuttosto modesta e risulterà comunque costosa. Dunque un paese molto povero, ma al contempo per il visitatore, abbastanza caro. Non si può dire tuttavia che il paese sia fermo su se stesso, anzi si notano ovunque segni di sviluppo e pare che anche il tenore di vita degli abitanti sia in continuo miglioramento. Stiamo comunque parlando di una cultura pastorale nomade, che si dedica da millenni all'allevamento in un territorio estremo, sia per il clima che per le risorse naturali, semplicemente sopravvivendo, nella quale sia le condizioni di vita, che il modo di sopravvivere, è rimasto sostanzialmente uguale. Solo il cavallo su cui si inseguivano per radunarle e si badava alle mandrie, è stato sostituito dalle moto e nei rari villaggi sono comparsi dei piccoli empori con le merci cinesi arrivate dalla capitale e nulla più rispetto al passato. Forse in qualche posto lontano arriva anche un piccolo aereo una volta la settimana ed un'unica linea ferroviaria traversa il paese da nord a sud, ma più che altro è per collegare la Cina alla Russia, il resto rimane sempre uguale a se stesso immutato nel tempo e si continua a vivere nelle gher, spostandosi dai pascoli estivi a quelli invernali e viceversa come hanno sempre fatto gli antenati da tempi ormai persi nella memoria. Diverso è il discorso per la metà della popolazione che vive nella capitale, una parte delle quali tuttavia campa, così pare, di sussidi pubblici, mentre per gli altri sembra che, almeno da quando il paese è governato in modo apparentemente democratico, lo sviluppo e l'accesso al tenore di vita ed alla capacità di spesa del resto del mondo, proceda con regolarità. 

Insomma anche qui si va avanti, non ci sono dubbi. Va considerato infatti che la disponibilità di ingenti risorse minerarie fa comunque confluire qui cospicui investimenti stranieri e quando gira il grano, si mette in moto una macchina dei consumi che poi macina un po' per tutti. Tuttavia, ripeto, basta uscire da Ulan Bator e si ripiomba in un passato, che si può dire senza tempo e questo davvero senza riferimenti, in quanto il nomade delle steppe dell'Asia, viveva così sia in periodi preistorici che nel Medioevo, se escludiamo la breve parentesi dell'impero di Gengis Khan, quando la freccia lanciata da Qaraqorum è arrivata quasi fino a Vienna, occupando una porzione di territorio così vasto da non potere mai più essere eguagliato. Ma questa è storia vecchia, epitome di un passato non dimenticato, ma di certo ormai irripetibile, un attimo di gloria, buono solamente per vecchie canzoni da cantare alla sera attorno al fuoco, al pizzicare monotono delle due corde di una dambrà. Tutto il resto è la immutabile vita del pastore. Tuttavia cosa dovete aspettarvi se programmerete un viaggio da queste parti? Domanda complessa a cui non è facile rispondere. Innanzitutto non dovreste pensare di fare un elenco di cose da "vedere", come capita di solito quando stilate un itinerario qualsiasi attraverso un paese nuovo, pena il rimanere irrimediabilmente delusi, in primo luogo perché non ci sono proprio, in secondo luogo perché anche i  punti topici, se così li possiamo chiamare, sono talmente distanti tra di loro, da rendere il viaggio in sé, lo spostamento necessario a raggiungerli, come l'essenza stessa del viaggio. Insomma un viaggio dove "sentire" più che "vedere". 

Nei giorni che starete qui, non farete che affrontare lentissimi spostamenti di centinaia di chilometri su piste scalcagnate e strade solitarie, attraverso spazi sconfinati, bellissimi e stravolgenti per carità, ma alla fine, molto simili tra di loro, qualcuno potrebbe direbbe monotoni, fermandovi di quando in quando in gher di pastori dei quali non avrete né la capacità, né la sensibilità di comprendere se si tratti di mongoli, kazaki, tuvani o di qualche altra etnia, visto che i loro idiomi incomprensibili vi sembreranno tutti uguali, così come i loro larghi sorrisi, che sempre vi accoglieranno senza problemi nella loro comunità così come sono abituati a fare da secoli con chi attraversa la pianura. Sarete così penetrati dalla solitudine di questo spazio senza limiti, che proprio questa assenza di tutto vi avvolgerà di continuo, fino a sembrarvi alla fine un vero compagno di viaggio, amico e gradevole, invece che un alieno deserto in cui  perdersi definitivamente. Potrete vedere cieli notturni (noi no) che non avrete mai visto e che vi stupiranno per la loro immensa e silenziosa solitudine, senza rimanerne annichiliti, ma che potrebbero darvi un senso di serena tranquillità, la stessa, almeno apparente, che è impressa negli occhi di chi vive qui. Soprattutto dovrete abituarvi al non considerare il tempo e lo spazio come variabili importanti della vita. Questo vi sarà utile a non smadonnare troppo nel caso che gli imprevisti inevitabili vi costringano a cambiamento di programmi fastidiosi e non voluti. Sbagliereste a giudicare inaffidabili le persone a cui vi affiderete e che magari vi lasceranno in mezzo al nulla per quello che a voi sembrerà un tempo infinito ed inaccettabile, semplicemente sono cose che non sono usuali nella loro mentalità, che considerano inutile irritarsi se non si risolvono subito come siamo di solito abituati e che prima o poi saranno sistemate comunque. Lasciatevi dunque andare agli eventi, se volete apprezzare l'esperienza, cercando di entrare in una mentalità diversa dalla vostra che vi considerate uomini moderni. 

Qui le abitudini occidentali hanno scarsa rilevanza e possono solamente disturbare una fruizione completa di questa prova. Diversamente tornerete a casa delusi, per aver visto in fondo poche cose, per aver trascorso giorni in fondo sempre uguali e aver subito disagi ingiustificati. In ogni caso pensate che attraverserete un paesaggio sotto molti aspetti assolutamente unico e irripetibile, che va dalle steppe deserte del Gobi, il deserto gelido per eccellenza, ai pascoli ondulati e verdissimi punteggiati di animali e di gher bianche all'orizzonte, fino alla taiga siberiana, con le sue foreste nere che nascondono laghi dalle acque blu come la notte. Poesia pura di certo quando li ricordi attraverso le foto, meno quando rimani impantanato e senza gomme di ricambio durante la notte, cosa che lascia del tutto indifferente l'ex pastore oggi solo occasionalmente alla guida. Certo noi turisti della peggiore specie, consumatori di esperienze da una settimana o poco più, non potremo mai assaporare le sensazioni di chi si ferma tra questi avvallamenti solitari per settimane intere, condividendo carne secca stufata e latte acido, alimentando piccole stufe di ghisa con la legna presa a bracciate dietro la gher e cercando all'ultimo orizzonte dove sono finiti i cammelli di famiglia. A noi rimarrà soltanto in mente il disagio di andare a scaricarci nel casotto di legno lontano nel prato o di lavarci alla meglio con la poca acqua gelata di un bidoncino in mezzo al cortile, senza fare in tempo ad abituarci o a scordarcelo mentre seduti sull'orlo di una duna guardiamo il tramonto lontano. Insomma per godervelo, l'importante è che non cerchiate in questo viaggio quello che non c'è e che non ci può essere e gli imprevisti, se pur fastidiosi, se ne avrete, diventeranno parte di quella che rimarrà comunque una esperienza che in qualche modo varrà la pena di essere stata vissuta. 


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34 - Il terminal della via della seta

lunedì 1 dicembre 2025

Seta 62 - Cucina mongola

Shashlik di cammello - Mongolia - giugno 2025 
 

Ed ora, eccovi servito il consueto accenno alla cucina locale, che tuttavia, in questo caso, sarà piuttosto scarno, sia perché una settimana non è certo sufficiente per raccogliere bastevoli esperienze in merito, sia anche perché in fondo, la gastronomia mongola non è così ricca come quella dei suoi vicini. In ogni caso bisogna considerare che proprio questa vicinanza, sia alla cucina cinese che a quella russa e a quella dell'Asia centrale, ha avuto qui decisa influenza e molti dei piatti che incontrerete, risalgono a queste matrici. Inoltre bisogna considerare che per le sua situazione climatica, il paese ha a disposizione una scelta di ingredienti  molto più limitata rispetto ad altri, quindi decisamente poca verdura e frutta e carenza anche di spezie. Anche la bassa temperatura, presente per molta parte dell'anno ha una notevole influenza sulla preparazione dei piatti che saranno in sostanza prevalentemente composti in massima parte di latticini, carne e grassi. Il cereale di base è l'orzo, che viene utilizzato in minestre ed in varie preparazioni. Si mangia sempre carne, prevalentemente di montone, ma anche di bovino, cammello, cavallo e selvaggina, presenti anche come carne secca. In particolare vi segnalo di porre molta attenzione sul fatto che si mangi la marmotta che ha il problema di veicolare, nelle parti più isolate del paese, la peste bubbonica, che qui rimane comunque endemica. Questo pericolo non è da sottovalutare e sembra che ogni anno, emerga qualche focolaio, nei paesi sperduti nella steppa. La carne si mangia cotta in modo semplice, arrosto o grigliata, ma soprattutto bollita semplicemente o stufata oppure anche all'interno della pasta, come nei buzz, sorta di ravioli simili a quelli tibetani (momo) e russi (pelmeni). 

Naturalmente troverete molte zuppe, sempre con carne o con i classici noodles cinesi. Ci sono poi sempre piatti a base di riso con vari condimenti, assimilabili al plof dell'Asia centrale. Naturalmente essendo un paese di nomadi allevatori, la parte del leone è data dai prodotti derivati dal latte dei vari animali. Panna e burro sono molto usati come grassi fondamentali nella maggior parte dei piatti e quest'ultimo in particolare viene utilizzato nella preparazione del tè nello stile tibetano, molto salato e dispensatore di abbondanti calorie per sopportare il freddo. Quindi oltre al prodotto finale, il formaggio e il latte cagliato secco, c'è una grande varietà di prodotti intermedi, in particolare di fermentati, tra i quali, diverse tipologie di yogurt e di kefir. C'è addirittura un liquore prodotto dal latte, lo Shimiin Arkhi. Un cenno particolare va dato all'airan, latte di cavalla fermentato, che è la bevanda nazionale. Di tutte queste cose troverete varia offerta nell'attraversare il paese, dove forzatamente vi fermerete presso le soluzioni locali di gher oggi adibite dai nomadi al servizio turistico, mentre nella capitale, troverete soprattutto offerta di proposte all'occidentale. Si trova dovunque birra discreta anche locale, mentre il liquore più diffuso è la vodka. Per le colazioni, anche in giro per il paese, vengono di solito servite delle uova. Direi che non c'è molto altro da dire, salvo che, specialmente traversando il paese, occorre porre una certa attenzione alle norme igieniche di base, che tra i nomadi, per ovvie necessità pratiche, sono piuttosto vaghe. Quindi sempre acqua in bottiglia, che viene sempre fornita dai servizi turistici e che comunque si trova dappertutto. In sostanza confermo che non si viene in questo paese per la sua cultura gastronomica e visto che non c'è  molto altro da dire, chiuderei qui la questione.




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04 - Primo contatto

34 - Il terminal della via della seta

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