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lunedì 6 marzo 2017

Cronache di Surakhis 76: Inchieste



Il paese è nella palude da 30 anni. Il 4 dicembre c'è stata l'occasione per creare i presupposti di un cambiamento vero. Gli elettori, sapientemente guidati e convinti dagli abili masanielli di turno, hanno deciso nella loro accidia e malanimo verso il potere, hanno deciso di rinunciarvi, perdendo una occasione importante. Dal giorno dopo tutti coloro che hanno giocato contro perché, per motivi diversi, hanno uno specifivo interesse a farci rimanere nella palude, hanno capito che non era sufficiente far cadere da cavallo l'unico personaggio che, nel bene o nel male, facendo cose a volte giuste, altre sbagliate, ha tentato di migliorare davvero il paese, perché non si sa mai, l'uomo è forte e potrebbe riprendersi e ritornare in sella, in quanto tanta parte del paese ha capito che tutti gli altri sono di gran lunga peggiori. Bisogna eliminarlo dalla politica definitivamente visto che da solo non si vuol togliere dai piedi.

Quindi tutti addosso, i nemici naturali ovviamente, che neppure sono i più attivi in questo, i suoi "amici" che abbaiano come cani rabbiosi per prendergli il posto e far rimanere tutto come prima e i giornalai, che appena vedono l'uomo ferito a terra, ci si buttano sopra gettando fango e merda con la pala, per cercare di seppellirlo, tanto quando emergerà il nulla, sarà ormai troppo tardi e il danno sarà fatto. Meglio per tutti consegnare il paese ai pentanariciuti perché lo distruggano completamente, magari con una parte di quel partito in dissoluzione, che li appoggerà come cagnolini in cerca di qualche boccone caduto dal tavolo. Intanto l'Unione continentale è prossima alla dissoluzione. Quello del gatto morto in testa e il judoka triste, gongolano. Da questa debolezza potranno far risorgere le loro aree di influenza, già le loro portaerei incrociano nei mari di cui stanno riprendendo il possesso. Il terzo attore da poco arrivato ad avere influenza planetaria, lo ha capito e affila le sue armi. Ogni conflittucolo locale si riacutizza in attesa di esplodere in caso di una deflagrazione globale. Tutti sono contenti. Suae quisque fortunae faber est.

Da: "Commentari alle cronache di Surakhis" di Paularius Marcius Lentulus - An. XXV p.B.



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venerdì 24 febbraio 2017

Cronache di Surakhis 75: Movimenti intelligenti

Allenamento mattutino alla sede della setta degli scissionisti surakhiani

Quanto tutto era cominciato, faceva anche un po' ridere. Arrivavano da Trappist g emissioni video che raccontavano gustosi siparietti dove si parlava di mondi verdi ed autorigeneranti, di decrescite gioiose in cui gli escrementi della popolazione, invece di essere inquinanti erano trasformati in ottimo e anche gustoso alimento e la gente sghignazzava a quattro ganasce divertendosi a questi proclami, mentre nel cielo verde ciano di Surakhis si infittivano le scie chimiche di cui profeti lungimiranti prevedevano la pericolosità. Ogni mattina nei parchi della città le scuole di scissione continua si allenavano con costanza infergendosi colpi ai genitali con forza sempre maggiore. Così a poco a poco il virus si era insinuato nel DNA degli abitanti del pianeta,trasformandoli a poco a poco in grillosauri litigiosi e boccaloni. Quasi nessuno si era accorto della mutazione progressiva che deformava i volti aprendo le orrende cinque narici, tanto da farle ritenere come il normale visus delle persone per bene. Tutti si aggiravano per i vicoli scavati nelle immondizie uscendo dalle loro tane, per andare ad urlare il mantra: Oh n'està, Oh n'està! che naturalmente non significava nulla ma serviva a compattare la folla.

Ovviamente nelle proteste quotidiane la folla mirava a risolvere i problemi fondamentali per la vita sul pianeta, ultimo dei quali la costruzione del megacentro spaziale che doveva ospitare tutti i giochi circensi planetari. Le menti espanse dei dirigenti dei grillosauri, oscillavano avanti e indietro nella decisione se appoggiare o meno il progetto. Ogni volta si facevano e rifacevano i conti di quanti voti si sarebbero guadagnati con una scelta o con l'altra, rimanendo ogni volta nel dubbio. Come sempre si invocava l'arrivo del vate supremo Cricket I che, nella sua infinita sapienza prendesse una decisione per tutti, ma anche lui, continuava a tastare il terreno per capire da dove spirasse il vento del malcontento per guadagnare qualcosa dai miasmi che ne salivano, ma era difficile davvero capire cosa convenisse in termini di numeri. Intanto mandava i suoi rappresentanti in piazza a blandire la folla ogni volta che si manifestava per le più varie ragioni. Addirittura quando era esplosa la rabbia della potentissima lega delle fellatrici associate che lamentavano la concorrenza di un numero sempre crescente di abusivi che esercitavano ormai ad ogni angolo di strada, invece che nell'apposito tempio, accontentandosi, data la crisi, di buttar giù qualche cosa di caldo, senza nessuna garanzia per gli utenti di fornire un servizio certificato e di qualità, il grillosauro dalle orecchie appuntite (una particolare variazione genetica evolutasi nel tempo) responsabile della capitale, si era catapultato in mezzo alle sacerdotesse in corteo dichiarandosi pronto ad appoggiarle in tutti i modi.

Tutte volevano essere quantomeno rimborsate per le licenze acquistate a caro prezzo dalle Succhiatrici di Capella IV, quando avevano lasciato il pianeta ormai invaso dalla multivulvate clandestine che arrivavano da Andromeda sulle carrette spaziali, evitando facilmente le squadre delle Gilde dei Ruspanti che alla domenica andavano a caccia all'immigrato. Ma le cose continuavano a non marciare nel modo sperato ed ogni giorno portava nuove pene. Paularius se la rideva aspettando che tutto precipitasse  verso il suo baratro naturale. Sdraiato nel suo salone dei piaceri, circondato dalle sue Allietatrici, passava il tempo seguendo la cronaca televisiva sulla centoventesima scissione dei Poveri Dementi, una antica setta che aveva nel DNA profondo una automatica necessità di mitosi, non appena si ventilava la possibilità di diventare setta maggioritaria. La cerimonia si ripeteva quasi ogni giorno preceduta da esercizi spirituali comuni in cui gli adepti si autocolpivano ritmicamente i testicoli, con pietre e mattoni nella convulsa ricerca del piacere assoluto, il momento casuale in cui sbagliavano il colpo, cosa che accadeva molto di rado tra l'ilarità generale, essendo gli adepti in massima parte appartenenti a specie galattiche macrogonadiche e multitesticolate. Paularius se la faceva sotto dalle risate, intanto aspettava. Il momento del ritorno dell'imperatore poteva arrivare da un momento all'altro.


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sabato 6 marzo 2010

Cronache di Surakhis 27: Moralità assoluta.

Paularius si rigirò nel grande letto a levitazione magnetica più volte. Era tutto inutile, cercare di riposare era impossibile. Aveva cacciato via le due multitrans Vegane con stizza, da più di un'ora, neanche loro riuscivano più a dargli piacere, eppure erano le sue preferite con i loro tentacoli morbidi a rigidità variabile. Il problema era nella sua testa e lo capiva bene, ogni giorno più depresso e demotivato, stufo, stanco di tutto quello schifo che lo corcondava. Stava andando tutto a rotoli su Surakhis, sembrava che la moralità fosse un ricordo di altri tempi; la stessa Chiesa Universale del Bene e della Pace tra le Genti aveva inopinatamente deciso di fare un repulisti nei suoi templi di reclutazione; anche loro avevano ceduto a questa ventata malefica che voleva mutare tutto quanto era sempre andato così bene e se la prendeva addirittura con quei poveri sacerdoti che godevano dei giovani apprendisti, come se non fosse nel loro pieno diritto e, tra l'altro, di utilità nel forgiare le future menti all'obbedienza. Non bastava tutto quel fango gettato su quei poveracci che si sbattevano dal mattino alla sera, al MinCulCor, il Ministero della Cultura della Corruzione per stabilire le corrette quote di tangenti per ogni ordine e grado dei partecipanti ai lavori pubblici e privati. Stuoli di Morigeratores impazziti si aggiravano per le strade cercando di rovinare tutto quello che pazientemente era stato costruito in decenni di onesto lavoro, additando al pubblico ludibrio poveri politici mentre si riposavano dalle faticose sedute parlamentari con le solite ragazze rifornite dal competente Ufficio Postribolare, come se questo non fosse un loro preciso e sacrosanto diritto. Addirittura si pretendeva che venissero rispettate le regole! Ma come, in un mondo che aveva fondato la sua ricchezza ed il suo benessere sulla saggia, pragmatica e selettiva violazione delle regole, adesso saltava pure fuori che chi era dalla parte giusta ne dovesse anche rispettare qualcuna. Ma era proprio la fine del mondo! Proprio su questo concetto esteso della possibilità di violazione delle regole da parte di chi le faceva e della costrizione a rispettarle di chi le subiva, si fondava tutta la filosofia e l'etica postpartitica. Da qui era nato il potere assoluto dell'Imperatore. Se anche lui avesse dovuto rispettare delle regole sarebbe stata la fine, la sua fine di certo e la fine di tutti quelli che lo amavano e che lui nella sua infinita bontà beneficava. Si alzò di botto, tanto non sarebbe riuscito a dormire. Suonò nervoso e due schiavi arrivarono di corsa con le sue vesti da Senato. Voleva arrivare presto per la seduta del giorno dopo. Finalmente si sarebbe votato il santo decreto taglia-regole. Eliminate tutte le vecchie, che sarebbero rimaste in vigore solo per le classi inferiori e per le opposizioni, sarebbero state fatte nuove e pesanti regole ed ognuno, anche quei cani di Morigeratores avrebbero avuto in distribuzione gli elenchi delle caste di coloro che le avrebbero dovute comunque rispettare, di quelli che corrompendo secondo i diversi coefficienti-status le avrebbero potute aggirare e di quelli che di quelle regole avrebbero fatto l'uso che meritavano, quello di essere stampate sulla carta igienica per i multiani dell'ammasso stellare M32.





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