La fine dell’estate si sta avvicinando, ma le spiagge del mentonese continuano a rimanere affollate come non mai. D’accordo, in parte sono popolate da una colorita fauna di russi neoborghesi che adesso possono permettersi la vacanza sulla Côte, sognando forse i fasti fin de siècle dei loro nonni zaristi. Niente a che vedere con i milionari, i nuovi ricchi putiniani, quelli sono a Montecarlo o nelle ville sarde lasciate libere dai nostri evasori in fuga verso lidi meno indagatori, oppure, già condannati che aspettano di ridarsi e rifarsi con la politica attiva. Si tratta invece di poveracci che stanno assaporando il sogno della pensione Mariuccia, con materassino gonfiabile e asciugamano da spiaggia libera, in Francia tutte le spiagge sono libere, è la terra della Liberté, dunque questo popolo della libertà affamato di piaceri occidentali, si stende felice sui sassi con costumi anni ’50, guardandosi attorno esaltato per le posizioni conquistate. Lì ci sono due caucasiche scure come sarde (della sardegna intendo) coi baffi pronunciatissimi, più in là una famigliola bianca come il latte in attesa di diventare vermiglia. Li noti subito perché quando entrano in acqua non fanno tutte quelle facce di sofferenza che abbiamo noi. Per loro l’acqua anche a 17°C è sempre caldissima.
C’è poi il gruppetto di strafighe coi costumini con
pajettes, guai a togliesi il reggiseno, quella è roba da occidentali depravati.
Ma tutti gli altri, che come rondini infastidite non vogliono saperne di mollare
il lido e tornarsene a casa loro, chi sono? Ma è chiaro, ragazzi, sono i
famigerati pensionati italioti, in buona compagnia dei colleghi francesi, i rétraités,
che distingui subito per le facce lunghe e lamentose, in quanto in attesa dei
prossimi provvedimenti di Hollande, che pare, a leggere sui vari siti
Lepeniani, che si accanirà prossimamente proprio su di loro. Li distingui
subito perché non parlano, ma ingrugnitissimi, stanno a testa bassa a leggere
Nice matin, mentre la moglie fa la maglia, sferruzzando nervosamente. I maschi
solitari, quelli cacciati dal branco familiare, invece si radunano sui campi di petanque e non ordinano neppure più il
regolamentare Pastis. Tirano le loro boccette, misere anche quelle, piccoline,
non come quelle italiane, grosse, maschie e robuste, tranne che che nei paesetti
dell’arrière-pays, dove le strade sono tutte in salita e si gioca con le bocce
quadre, se no le vai a riprendere in mare, ma stanno sempre a testa bassa senza
neanche litigare. Ormai hanno perso la speranza di fregare la Merkel anche
loro. Invece la massa vera e propria che tiene campo sulla battigia è
costituita dal pensionato italiano, che la popola con orgoglio e direi anche
pregiudizio.
Intanto è sicuro di avere fegato tutti, avendo comprato qui da
tempo immemorabile quando con la liquidazione in Liguria non gli davano neanche
la chiave del garage e poi era convinto di non pagare le tasse, invece qui gli
cavano anche la pelle, perché di levare l’IMU non se ne parla e da queste parti
le tasse sulla casa sono roba seria mica gli scherzi nostri e che non gli
capiti di schiattare, se no i figli si puppano un bel 20% di tassa di
successione, in più quel filibustiere che non metteva le mani nelle tasche
degli italiani, gli ha anche fregato un bel 5 per mille di scudo fiscale.
Adesso son tutti lì che non hanno neanche più la forza di andare a fare il
bagno. La maggior parte legge il Giornale come la Bibbia e fa cenni di assenso
con la testa. Io devo stare un pochino lontano perché sono allergico e mi viene
subito l’orticaria sulla chiappe se rimango alla distanza da cui riesco a
leggere i titoli. Chissà come mai negli ultimi anni sono così aumentate le allergie, saranno gli OGM. Un gruppo di femmine vicino a me, fanno salotto col mignolo
alzato, direi delle vere cagamaretti, avrebbe detto mia mamma, sento fare delle interessanti disamine
sul rapporto tra Verdi e Telonius Monk, Puccini no, è tutta un’altra cosa,
specialmente il finale della Turandot.
Più in là invece sono distese tre mummie
magrissime, inumate sicuramente da secoli e solo da poco portate alla luce in
scavi recenti, con la pelle più scura e incartapecorita dell’uomo di Similaun.
Però una delle tre deve leggere qualche papiro che richiama alla vita, perché
una subito si erge come se il sacerdote le avesse insufflato l’anima dalla bocca o una scopa, ma da un'altra parte e fa scorrere
olio e mirra sulla cartapecora brunita, passando sulle costole a vista e sui due borsellini rattrappiti e
sgonfi che le pendono davanti miseri, una mano scheletrica ricoperta di anelli etnici. Alla doccia, una balena
disumana espone le sue grazie libere e selvagge allo spruzzo di fine stagione, carne tremula come se piovesse, diversamente chiazzata di rosso, una pezzata svizzera. Quattro
trippone sotto un ombrellone di fortuna si stanno scannando in una partita di
burraco, bresciane dall'accento. Insomma questi pensionati non se ne vogliono andare, non c’è neanche
più la scusa dei nipoti da guardare, quelli ormai sono andati a scuola e rimangono abbarbicati a questi sassi scolpiti dalle onde e non ci pensano
neanche a fare armi e bagagli e tornarsene a casa. Non ce n’è per nessuno,
eppure dai, rondini tornate al nido, le vacanze estive sono finite. Adesso basta, bisogna pensare a
quelle autunnali.
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