Lin Yu Tang è stato notissimo, in Italia, negli anni ’60, quando un suo saggio filosofico L’importanza di vivere, spopolò
nella nostra generazione quasi come Il giovane Holden. Tutti lo leggevamo e ne
eravamo affascinati e può essere che il mio interesse per l’oriente e la sua
cultura sia venuto anche da lì. Saggista prolifico, fece conoscere la Cina e la
sua cultura in un periodo in cui le sirene maoiste imperversavano e questa voce
discordante era di certo di grande interesse. Mi è capitato in mano questo suo lavoro, tutt’affatto diverso dalle sue opere saggistiche più conosciute. Si tratta infatti di
un romanzo che racconta una lacrimosa e romantica storia, il cui tema centrale
sono le vicende di una famiglia cinese trapiantata a Singapore nel periodo
della guerra civile dei primi decenni del secolo scorso. Pieno di note autobiografiche,
l’autore infatti visse a Singapore per diversi anni, direi che il romanzo è una vera
delusione, una vicenda alla Harmony, fumettosa e stereotipata che davvero non
aggiunge niente al lavoro del filosofo. Comunque dato che sono passati 50 anni,
nei prossimi giorni voglio riprendere in mano quel volume famoso e vedere cosa
mi suggerisce dopo tanto tempo. Vi farò sapere, per intanto per questo Juniper
Loa, direi che potete lasciar perdere.
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