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Deliziosa la parte con cui spiega come sia incredibile per un orientale giustificare l'uso del colletto o delle costrizioni della cintura e del gilet. Sul lavoro poi è lapidario, bisogna lavorare il meno possibile e soprattutto mai vivere per lavorare. Qui prende una cantonata clamorosa, prevedendo che la scienza e la tecnica libereranno sempre di più l'uomo da questa maledizione, lasciandogli sempre maggiore tempo libero. Chissà cosa direbbe oggi, dovendo constatare che i giovani invece sono costretti a lavorare sempre di più, compensati sempre di meno. Tuttavia il suo elogio dell'ozio è davvero godibile, così come la descrizione del piacere di prendere il thé con gli amici, niente di più lontano dal formalismo della cerimonia giapponese. Diciamo che rimane un libro molto interessante, al punto che ho deciso di trattenerlo qui sulla scrivania per cavarne di tanto in tanto spunto per qualche post sulla filosofia orientale, che comunque conferma un assioma fondamentale, per fare i filosofi con profitto, sia che si sia nati in Oriente che a Roma o nell'antica Grecia, bisogna avere un buon numero di schiavi o servi, chiamateli come volete, che lavorino al posto vostro lasciandovi il tempo e il piacere di filosofare e al fine godervi la vita. Mi sembra comunque che sia giusto sottolineare che per Lin Yu Tang, convincente filosofo, anche se deludente invece come romanziere, come ho avuto modo di sottolineare, il senso della vita e quindi l'importanza di vivere stia tutto nella capacità di apprezzare la vita stessa in ogni suo aspetto e condizione, che è già un buon punto di partenza e su cui alla fine concordo.
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4 commenti:
Ho letto e apprezzato molto sia "L'importanza di vivere" sia "L'importanza di capire", non conosco Lin Yu Tang come romanziere e mi fido della tua opinione.
Me la sentirei però di consigliare la lettura di "Madame Wu", la biografia di una consorte "minore" di un imperatore Tang che alla di lui morte cercò di formare una nuova dinastia PER VIA FEMMINILE, atto orribile inviso al Cielo e alla Terra, massacrando quasi tutti gli eredi legittimi compresi molti dei propri figli e nipoti e buona parte dei ministri fedeli alla dinastia legittima.
Pur essendo una biografia rigorosa e documentata è scritta nella visione soggettiva di uno dei principi (un suo nipote) sopravvissuti e, letta come un romanzo, è scorrevolissima e piacevole.
Nota per i bibliomani: su amazon.it sono disponibili due copie usate stampate da Garzanti nel 1966 (da cercare nella grafia "Lin Yutang".
@Marty - Carissimo grazie della precisazione, anche io avevo sentito parlare di questo libro su madame Wu che mi vado a cercare.
Nel 1968 mio padre riuscì, in pieno conflitto generazionale, sono nato nel 1950, a sottopormi una copia di Importanza di vivere, molto vecchia dicendomi dicendomi, stranamente dimesso, che se gli davo un occhiata, forse avrei capito qualcosa che a lui sfuggiva. Accettai...E dal quel giorno la mia vita è stata un sogno...
@Mauro - Non c'è dubbio che sia una lettura importante. Il 68 poi , erano gli anni giusti.
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