Il nostro paese, e francamente non interessa ai fini di questa disamina indicare di chi sia stata la responsabilità, è da circa venti anni diviso in due schieramenti piuttosto estremizzati che si combattono con durezza, senza preoccuparsi minimamente delle idee dell'altro e preconcettualmente cassandole a priori. La gente intendo, non chi governa. Gli schieramenti si allontanano sempre di più, tanto che, essendo la nostra una repubblica democratica e necessitando quindi per governare il paese di una maggioranza di voti della metà più uno, tutti fingono di ignorare che, finita la campagna elettorale, è normale che i due schieramenti opposti si debbano accordare per formare un governo assieme, abbassando ognuno una spalla. Questa avversione, incomprensibile in altri paesi, dove le coalizioni sono cosa normalissima e logica, è invece vista come un grave vulnus dagli italiani, che hanno battezzato (con l'aiuto degli infami politici stessi e dei giornalisti) questa normalissima pratica come inciucio e vorrebbero penalizzare chi l'ha accettata o l'ha proposta. Tutto questo veniva invece considerato naturale nella prima repubblica dove, vista la frammentazione, in accordo dovevano mettersi addirittura in cinque (il famoso pentapartito). Oggi invece ogni gruppo ulula e ritiene assolutamente giusto dichiarare che, in primo luogo tutti quelli che votano diversamente, sono degli infami a prescindere e che, anche se hanno scarse minoranze, fosse dato a loro il potere assoluto risolverebbero con facilità i problemi del paese, basta che nessuno rompesse loro i cabbasisi e lo lasciassero lavorare. Un po' comodo, non funziona così la democrazia. Tutti ne sono convinti al punto che l'idea è passata anche ai loro rappresentanti che la propugnano continuamente.
In realtà pochi si accorgono che stanno succedendo delle cose nell'agone politico italiano. Tutta la generazione che ha combinato questo disastro (chiariamo, voluto fortemente dal popppolo) è stata in un modo o nell'altra eliminata o sta per esserlo, un po' per ragioni anagrafiche, un po' perché è stata loro segata la scala sotto i piedi. Bossi, Di Pietro, Casini, Fini, D'Alema, Bersani, Buttiglione (vene ricordate ancora?), lo stesso divertente Mastella e per ultimo il Cavaliere, anche se punta i piedi in tutti i modi, sono ormai scomparsi o definitivamente ai margini della politica reale o in procinto di esserci con le manette ai polsi. Emerge invece prepotentemente il clan dei quarantenni che li ha fatti fuori, Letta, Alfano, Renzi e altri compagnucci di merenda. Non avete notato che provengono alla fine tutti dalla stessa cesta, quella dei Democristiani? Certo non lo dicono, anzi vogliono tenersi ben fuori da questa comunanza, perché il popppolo è ancora pervaso dalla furia battagliera di guelfi e ghibellini e preferirebbe (tra l'altro si diverte molto in verità, anche se così il paese affonda) che continuassero a darsi le mazzate; in fondo un sacco di gente tifa sempre per la Pitonessa o il Grillo parlante. Chissà se i nuovi hanno nel loro programma mentale anche quello di ricondurre la testa della gente a ripensare alla democristiana, con meno spade sguainate, rendendoli più disponibili ad accettare gli accordi obbligati, magari agendo loro per primi con comportamenti simili, non parlo certo di specchiata onestà e assurdità del genere, ma magari rubando un po' meno, rubacchiando e sprechicchiando anche loro, certo, ma facendolo con quell'aria di chi in fondo si vergognava di farlo, porcheriole fatte, ma quasi chiedendo scusa, con aria contrita quando ti prendevano con in mano il vaso della marmellata, da curati di campagna come si faceva allora. Mah?! Chissà cosa ci aspetta e se davvero moriremo democristiani.
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6 commenti:
Con l'aiuto di Papa Francesco.
Prima di tutto un grazie per questo scritto così ben pescato ancora ignudo dall'accadere che ci fa l'attorno e fatto di quei meglio dei peggio che hanno il protagonismo nelle vene; poppolo tutto di quasi padroni mai identità ma servi comandati
Eterna la controriforma che assomiglia e fa metà della metà della metà di quell'intero che non s'insegna e nemmeno si rincorre o ti rincorre; e che obbedisce alla voglia d'obbedire a un padrone che non ti cerca perché ce l'hai già
Un saluto
Hai proprio ragione: moriremo democristiani (data anche l'età).Del resto la maggior parte della nostra generazione è composta da sessantottini incanutiti che parlano ancora della rivoluzione del Che e delle belle occupazioni di fabbriche e università e vecchi democristiani che,per mantenersi a galla, nel ventennio trascorso si sono trasformati più volte come i camaleonti per poi,il come il figliol prodigo, tornare alla Balena bianca che li sta raccogliendo tutti e benedicendo. La maggior parte di noi ha bisogno di serenità, sicurezza personale ed economica quindi ben vengano i quarantenni rampanti che hanno come comun denominatore lo scudo crociato. Bando agli ideali e alle utopie e cantiamo tutti Biancofiore......
Paola
@Juh - mah, non è detto.
@tent - Servi bastardi però, pronti ad infilzar padroni e gli altri servi assieme per avvicinar la greppia. usbergo vile, dignità nulla, avida mandibola.
@paola - la Biancofiore proprio no!
Penso che tu abbia capito benissimo che Bianco fiore fu ed è ancora l'inno democristiano ma volendo babbiare un po' " appositivamente", come direbbe Catarella, tu abbia spostato l'attenzione su Whithe Flawer di pidelliana appartenenza. Non confondiamo le cose. Pazienza cantare l'inno ma la Biancofiore no ..
Paola
@paola - Ma certo cara, il fatto è che quando sento certe parole ho dei riflessi inconsulti, direi pavloviani, non ci posso fare niente è più forte di me.
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